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Lombard Odier: puntare sulle 5B, le obbligazioni corporate tra il rating BBB e BB

Per Lombard Odier è il momento di investire sulle 5B. Per la società di gestione svizzera oggi le opportunità nel mondo obbligazionario corporate si trovano nei bond con rating compreso tra BBB e BB, cioè le società situate tra la parte più bassa del segmento investment grade, chiamata anche fallen angels, e quella più alta dell’high yield, detta rising stars. Soprattutto in una situazione di crisi, il mondo high yield espone a una situazione dove ci si attende diversi dafault, mentre gli investment grade rendono poco e vedono scattare vendite forzate su quei titoli che  vengono downgradati, che vengono così ereditati dall’area di rating BBB-BB.

“Le potenzialità del segmento BBB-BB sono sottovalutate – ha detto  Stephane Monier, Deputy Global CIO di Lombard Odier Investment Managers che ha appena lanciato un fondo obbligazionario sul segmento, il LO Funds Global BBB-BB – I dati storici, infatti, mostrano che la performance corretta per il rischio di questo universo, tra il 2003 e il 2011, è stata del 25% superiore rispetto al settore investment grade e addirittura del 55% rispetto all’high yield. E se a questo aggiungiamo che il rischio di perdita massima finora riscontrato del segmento crossover è intorno al 15%, rispetto al 31% dell’high yield, appaiono evidenti le opportunità. Ultimi elementi da considerare sono la dimensione del mercato e la numerosità degli emittenti: il segmento crossover ha una capitalizzazione a livello globale di 2.900 miliardi di dollari rispetto ai 1.610 miliardi dell’high yield”.

IL BENCHMARK BASATO SUI FONDAMENTALI

Il fondo è gestito adottando come benchmark un indice proprietario basato sui fondamentali degli emittenti (fundamentally weighted benchmark) e si distingue pertanto dai tradizionali fondi obbligazionari che, usando indici basati sulla capitalizzazione, tendono a dare maggior peso alle società, ai Paesi e ai settori caratterizzati da un più alto livello di debito. I benchmark fondamentali di Lombard Odier IM, invece, considerando fattori oggettivi come indicatori macro, merito di credito e variabili socio-demografiche, attribuiscono maggior peso agli emittenti con le migliori prospettive di rimborsare il proprio debito. “La crisi del debito – ha spiegato Monier – ha reso evidenti i limiti dell’approccio dominante nelle gestioni obbligazionarie dove il punto di riferimento è dato da indici basati sulla capitalizzazione di mercato e sui rating. Questo approccio tende ad assegnare un peso più rilevante a Paesi e società maggiormente indebitati, mentre il buon senso suggerirebbe invece di ridurre l’esposizione su tali emittenti poiché all’aumentare del loro indebitamento aumenta anche il rischio di fallimento parziale o totale”. In particolare, per le obbligazioni corporate il processo adottato per la costruzione degli indici fondamentali si articola in tre fasi. In un primo momento si definisce il peso a livello geografico per quattro aree valutarie (Europa, Usa, UK e Giappone) in base a liquidità, rendimento e contributo al Pil globale. Quindi, all’interno di ogni area, si calcola il peso a livello di ogni settore industriale in base al suo contributo al Pil dell’area, al rendimento e alla sua liquidità. Successivamente, ogni emittente è analizzato sulla base di cinque fattori:  fatturato, leva (rapporto debito netto / Ebitdar), indice di copertura degli interessi (rapporto spese fisse per interessi / Ebitdar), flusso di cassa operativo rispetto al debito totale e infine livello di crescita degli utili rispetto al livello del debito. Per le banche, oltre a fatturato e leva, gli altri criteri differiscono vista la specificità del settore.

IL LO FUNDS GLOBAL GOVERNMENT

Insieme al LO Funds Global BBB-BB (gestito da Kevin Corrigan), Lombard Odier ha lanciato anche il LO Funds Global Government,  fondo obbligazioanrio governativo che investe nei paesi Ocse (gestito Gregor McIntosh). Anche qui è adottato come benchmark un indice proprietario basato sui fondamentali degli emittenti (fundamentally weighted benchmark) che prende in considerazione tre macro indicatori: fattori economici (dimensione e crescita del Pil), merito di credito (debito pubblico/Pil, debito privato/Pil, debito detenuto all’estero/Pil, deficit/Pil e partite correnti/Pil) e infine variabili socio-demografiche (invecchiamento della popolazione e misery index). Il peso di ciascun emittente è quindi determinato sulla base del punteggio attribuito a ogni fattore di valutazione.

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