Le tutele sul mercato del lavoro italiano vanno “ribilanciate”: non bisogna proteggere i singoli posti, ma i redditi. Per arrivare a questo risultato è necessario migliorare la produttività, anche riducendo le barriere regolamentari e quelle sulla concorrenza. Servono inoltre riforme contro il dualismo nel mercato del lavoro con “una rete di protezione sociale universale”. Sono queste alcune delle raccomandazioni inviate al nostro Paese dall’Ocse, che oggi ha pubblicato un rapporto dal titolo “Obiettivo crescita”.
L’ente parigino consiglia inoltre di migliorare i programmi d’istruzione e di apprendistato, che possono rafforzare il capitale umano e ridurre le disuguaglianze sui redditi. Secondo l’Ocse, il sistema scolastico dell’Italia richiede diversi interventi, perché produce “scarsi risultati nonostante l’elevato livello di spesa e dovrebbe fare di più per offrire migliori opportunità di formazione alle persone scarsamente qualificate”. In particolare, bisognerebbe “ampliare l’offerta di formazione professionale postsecondaria, aumentare le tasse universitarie e introdurre un sistema di prestiti per studenti con rimborso condizionato al reddito”.
In generale, per l’Ocse l’Italia deve puntare a “migliorare l’efficienza del sistema tributario“, riducendo “le distorsioni e gli incentivi all’evasione, diminuendo le alte aliquote fiscali nominali ed eliminando le spese fiscali”. Sarebbe necessario poi “tassare una più ampia gamma di esternalità ambientali e riaffermare la volontà di evitare i condoni fiscali”.
Bisognerà infine “ridurre la tassazione diretta sul lavoro”, quando la situazione fiscale lo permetterà, visto che “il cuneo fiscale sui lavoratori a basso reddito è elevato, il codice fiscale è estremamente complicato e l’evasione è alta”.