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Lo spread si attesta a quota 303 ma Monti punta a 287: “Così il mio governo l’avrebbe dimezzato”

FIRSTonline

CINA E BUY BACK DI ATENE TRASCINANO LE BORSE
LO SPREAD FORA I 300 PUNTI. WALL STREET FRENA

E’ stata la giornata dei record. L’euro ha superato il confine di 1,30 sul dollaro. Ma, soprattutto, lo spread Btp/bund è tornato sotto quota 300.

All’appello manca Piazza Affari, che pure nel corso della seduta ha sfondato il muro dei 16 mila punti per poi ripiegare in chiusura a +0,3% sull’onda dei dubbi di Wall Street. In Europa comunque gli indici sono tutti positivi: Londra +0,16% Parigi guadagna lo 0,34%, Francoforte lo 0,37%.

L’euro si avvantaggia sul dollaro e supera la soglia psicologica di quota 1,300: il cambio è 1,305 da 1,298 di venerdì sera.

Per quanto riguarda il debito sovrano, la periferia dell’Europa si avvicina al centro. Il Btp a 10 anni si porta al 4,37% (-12 punti base), minimo dal novembre del 2010. Il Bund si indebolisce, il rendimento sale di 3 punti base a 1,42%. Lo spread si restringe così di 15 punti base a 294 punti base, minimo da marzo 2012.

Il tutto nell’attesa delle decisioni dell’Eurogruppo che dovrebbe dare il via libera ai fondi (39,5 miliardi di euro) da destinare al salvataggio delle banche europee.

Tanta euforia ha due spiegazioni. Innanzitutto, stamane la Grecia ha ha dato il via libera al buy back sui propri bond da 10 miliardi di euro destinato a ridurre il debito pubblico, definendo tra l’altro una forchetta di prezzo più alta delle iniziali previsioni: il prezzo minimo è fissato nel range 30,2% – 38,1% e il prezzo massimo nel range 32,2% – 40,1% del nominale secondo la scadenza delle 20 serie di titoli oggetto del riacquisto.

Inoltre, i mercati hanno reagito in maniera positiva ai dati in arrivo dalla Cina: l’indice manifatturiero è in ripresa per il secondo mese di fila, a conferma che la stagnazione della seconda economia del pianeta è alle spalle.

Wall Street è più cauta: Dow Jones -0,23%, S&P -0.08% e Nasdaq +0.04%.

L’indice Ism di novembre sulla manifattura Usa è sceso più del previsto a 49,5 da 51,7 di ottobre, l’attesa era per 51,4 sopra quota 50 che indica lo spartiacque tra espansione e contrazione economica. Ma soprattutto sembrano ad un punto morto i negoziati tra Casa Bianca e repubblicani sul “fiscal cliff” americano, dopo che i leader del partito che ha la maggioranza al Congresso hanno respinto la proposta del segretario al Tesoro, Tim Geithner, perché a loro dire “troppo incentrata su aumenti di tasse”.

A Milano la migliore blue chip è Mediaset +6,69%.

Si sgonfia in parte nel finale il rally delle banche. Unicredit + 2,23% (da 3,5%), Banco Popolare +0,44%, Intesa +0,93% (da +3%) , Ubi Banca + 1,53 (da 2,8%).

Si muovono in rialzo Autogrill +0,66% e i petroliferi Tenaris +0,59% e Saipem +0,12%.

Fiat scende dello 0,79% (nonostante il nuovo record di vendite Chrysler) %, Fiat Industrial -0,12% %, Pirelli -0,11%, Finmeccanica -0,45% e StM -1,43%.

Si rompe, come previsto, il fronte degli azionisti pubblici di Sea. Il cda di Asam (Provincia di Milano) ha deliberato di procedere all’asta sul14,56% del capitale Sea. Si partirà da 160,1 milioni pari ad un valore unitario dell’azione pari a 4,40 euro. L’aggiudicazione, spiega la nota di Asam, “avrà luogo a favore del soggetto che avrà formulato la miglior offerta” ma è anche prevista la possibilità di presentare offerte al ribasso.

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Categories: Finanza e Mercati