Torna in prima pagina lo spread, misura delle piccole beghe e dei grandi rischi che incombono sull’Italia e sugli altri partner Ue del Sud Europa. Ma è solo uno dei fattori che frenano i mercati in attesa del dato più importante della settimana, quello sull’inflazione Usa in uscita giovedì, che darà la linea un po’ a tutti i listini. Nell’attesa, si è già fermato il rally della Borsa cinese. A New York, invece, tiene banco la nuova frana di Meta: -5%, ovvero -40% dai massimi di settembre. Mark Zuckerberg, a Borsa chiusa, ha anche annunciato le dimissioni dal consiglio di Peter Thiel, il mitico investitore della Silicon Valley che lo ha seguito fin dall’inizio. Thiel lascia per assumere la regìa della campagna dei candidati repubblicani che si sono impegnati a portare avanti l’agenda di Trump.
L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen perde l’1,1%, in recupero dal -2% iniziale. L’Hang Seng di Hong Kong -1,3%. In calo del 2,2% l’indice dei tech locali, Alibaba -3% in patria, perde il doppio a Wall Street.
Meglio il resto dell’Asia: Nikkei di Tokyo +0,3%, Taiex di Taipei +0,7%, Kospi di Seul +0,3%, S&P ASX200 di Sidney +1%. La borsa dell’India ha aperto in lieve calo.
I future di Wall Street sono in lieve rialzo. Ieri sera il Dow Jones ha chiuso sulla parità, il Nasdaq ha perso lo 0,6%. S&P -0,37%.
Tra i titoli in evidenza Peloton. Il colosso degli attrezzi sportivi a domicilio mette a segno un +20% perché conteso tra Nike ed Amazon. Ma non è escluso l’intervento di Apple.
Torna l’M&A nei cieli: Frontier ha comprato per 6,6 miliardi di dollari la compagnia Spirit, dando vita al leader mondiale dei low cost.
È saltata la vendita di Arm, gigante tech inglese controllato da Softbank: si procederà con la quotazione in Borsa.
Il dollaro si apprezza stamane nei confronti delle controparti di riferimento, euro a 1,142, -0,2%. Petrolio poco mosso. Brent e Wti -0,3%. Oro a 1.820 dollari. Bitcoin alla sesta seduta consecutiva di apprezzamento a 44.750 dollari.
Salgono i T-bond, finale con il brivido per i Btp
Continuano a salire soprattutto i rendimenti delle obbligazioni. Il Treasury Note a dieci anni è sui massimi di periodo a 1,94%.
Ieri il future del decennale italiano è arrivato a perdere l’1,5%. Per effetto di un forte flusso di acquisti partito nel tardo pomeriggio, alla chiusura il ribasso era solo dello 0,4%, poi sul mercato sono piovute le parole di Christine Lagarde, giusto il giorno dopo la sortita di Klaas Knot, il governatore della Banca centrale olandese che ha auspicato un aumento dei tassi sull’euro dello 0,25% prima della fine dell’anno.
Lagarde non prende impegni sui tassi
La presidente della Bce ha ribadito che ci sono rischi al rialzo sull’inflazione, ma resta fiduciosa del fatto che l’indice dei prezzi al consumo tornerà verso il target del 2%. Per una valutazione più puntuale però occorrerà attendere la riunione di marzo, quando le proiezioni degli esperti della Bce forniranno una valutazione aggiornata” sull’inflazione.
Nessun impegno, insomma, sui tassi. E, si sa, spesso i silenzi sono eloquenti. Al contrario di quanto sostenuto fino alla scorsa settimana, madame Lagarde si è limitata a dire che “qualsiasi decisione per il momento è prematura”. Toni che hanno definitivamente convinto gli operatori che la festa dei tassi bassi sta per finire.
Goldman Sachs: due aumenti entro l’anno
Spiega Ludovico Sapio di Barclays: “Il cambio radicale di toni [della Bce] ha validato le aspettative degli investitori, che già scontavano un aumento dei tassi entro dicembre, e ora ne mettono in conto due o tre a partire da giugno, e ha dato il via libera a un ‘repricing’ degli spread periferici”. Goldman Sachs prevede due aumenti dello 0,26% di qui a fine anno. “Fino alle prossime elezioni per la presidenza francese – è la previsione di Saxo Bank – è probabile che la retorica Bce resti concentrata sull’inflazione a scopo anche politico, soltanto in un secondo tempo si potrebbe parlare del problema spread. A nostro parere, tuttavia, un livello di 200/220 punti base per il differenziale tra Btp e Bund a 10 anni è sostenibile”. Non la pensa così il Tesoro italiano, che vede sfumare in anticipo parte dei vantaggi del Pnrr. Non resta che sperare in Philippe Lane, chief economist della Bce, il leader delle colombe che si esprimerà giovedì.
Schizza lo spread oltre 160, Btp a 1,81%
Intanto, una fiammata sul secondario ha portato lo spread ai massimi dall’estate 2020, oltre quota 160 punti base, nel corso della seduta, al termine della quale però il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato decennale italiano e quello tedesco è rientrato a 156 punti base, in ogni caso in rialzo del 2,95% dalla chiusura di venerdì.
Il Btp decennale ha chiuso a 1,81% dopo aver toccato un massimo di 1,90%.
L’attenzione degli investitori si sta concentrando sull’offerta netta, che nel 2022 sarà superiore all’anno scorso a andrà assorbita dal settore privato” fa notare Fabio Castaldi, gestore di Pictet Asset Management. “Si tratta di uno scenario [quello in cui la Bce acquista meno titoli di Stato] che fa salire il premio al rischio dei paesi più indebitati”.
Schizzano in alto i contratti ‘credit default swap’ a cinque anni, con quello italiano al record da inizio febbraio 2021.
I rendimenti dei Btp viaggiano sui massimi da metà 2020 e altrettanto fa lo spread Italia/Germania, il tasso del Bund decennale – fino a fine gennaio ancora negativo – è indicato al record da gennaio 2019 così come l’Oat decennale francese.
Insieme all’Italia sono sui massimi da aprile 2020 i tassi del decennale greco, spagnolo e portoghese.
Milano chiude in rosso, gli altri listini con il segno +
La turbolenza delle obbligazioni ha condizionato anche i mercati azionari, spaccando in due l’Europa dei listini.
Perdono colpi le piazze mediterranee: Milano -1,03% a 26.328 punti base, insieme a Madrid -0,16% e Atene -0,68%.
Registrano progressi invece Francoforte (+0,76%), Parigi (+0,83%) e Amsterdam (+1,14%). Fuori dall’area euro si apprezza Londra (+0,73%).
In rialzo di quasi il 4% l’indice Stoxx Travel&Leisure. JP Morgan giudica le previsioni di consenso sui profitti per il 2022 “troppo basse” e il ritorno dagli investimenti in azioni interessante rispetto ai rendimenti offerti dalle obbligazioni.
Per quanto riguarda le ricadute operative, gli esperti suggeriscono di mantenere un sovrappeso per le azioni nel Regno Unito e della Zona Euro.
L’indice Sentix sulla fiducia degli investitori nella zona euro sale questo mese a 16,6 punti da 15,2: il consensus si aspettava 15,2
La produzione industriale tedesca è calata a dicembre, con i colli di bottiglia della catena degli approvvigionamenti che hanno penalizzato la maggiore economia europea alla fine del 2021. I dati dell’Ufficio federale di statistica mostrano come la produzione sia calata dello 0,3% su base mensile, dopo un incremento rivisto al rialzo dello 0,3% a novembre.
Fitch taglia Enel (-3,13%): la transizione costa
Le nuvole del ribasso non hanno risparmiato l’ammiraglia di Piazza Affari: Enel -3,13% dopo che venerdì l’agenzia Fitch ha tagliato il rating a lungo termine sul gruppo a BBB+ con outlook stabile dal precedente A-. Il declassamento della seconda utility al mondo per valore di Borsa si spiega con il previsto aumento della leva finanziaria nel medio termine, alla luce del piano di investimenti nel contesto della transizione energetica. Per contro, Equita ha confermato oggi la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 8,4 euro.
In rosso anche le altre utility: Hera -4,3% e Snam -3,7%.
Stellantis: c’è l’accordo per la gigafactory di Termoli
La gigafactory di Termoli sulle batterie si farà. Già la prossima settimana potrebbe essere ufficializzato l’accordo per realizzare l’impianto Acc, acronimo di Automotive Cells Company, la joint venture tra Stellantis, Mercedes Benz e TotalEnergies da cui usciranno le batterie per i nuovi modelli Stellantis. Termoli saràil terzo impianto del gruppo in Europa. Una boccata d’ossigeno per un settore in crisi. Ieri in Piazza Addari è fallito il tentativo di rimbalzo del settore automotive: Brembo e Cnh hanno chiuso attorno alla parità, Stellantis – 0,97%.
Effetto spread sulle banche, ma intesa sale
L’effetto spread si è abbattuto sulle banche italiane che hanno chiuso in rosso in controtendenza rispetto al settore europeo.
Intesa Sanpaolo +0,5% però riconquista il segno più sull’onda dei giudizi positivi sul piano industriale. Exane Paribas ha alzato il target price sul titolo da 3 a 3,5 euro, confermando la raccomandazione outperform, mentre JPMorgan ha portato il prezzo obiettivo da 3 a 3,2 euro (overweight invariato). BofA invece ha incrementato il target da 3,3 a 3,5 euro, confermando la raccomandazione buy.
Ribaltone a Siena, sale Credem
Unicredit cede oltre 1%. Sale di oltre l’1% Monte Paschi nel giorno del cambio della guardia tra Guido Bastianini e l’ex ad del Credito Valtellinese Luigi Lovaglio cui toccherà guidare il negoziato con le autorità Ue.
Bene anche Credem +1,6% che ha accelerato il passo dopo la diffusione dei conti 2021 con un utile record.
Tra i finanziari tiene FinecoBank, mentre sono deboli Poste Italiane (-2,9%), invischiate nel contenzioso sulle fatture per l’ecobonus, e Generali (-1,7%).
Ancora giù Saipem, S&P taglia a BB-
Debole il comparto oil mentre il prezzo del petrolio ritraccia dai recenti massimi. Ancora giù Saipem (-1,09%), sopra i minimi dopo aver lasciato sul terreno quasi il 40% del suo valore la scorsa settimana. Nonostante l’annuncio di una nuova struttura organizzativa con l’inserimento di due nuovi manager per rimettere in sesto il gruppo, il titolo continua a perdere quota. S&P Global ha intanto tagliato il rating a ‘BB-‘ da ‘BB’, a causa della fragilità operativa del gruppo e dell’aumento dei rischi finanziari e lo ha messo in CreditWatch, con la possibilità di un ulteriore taglio nelle prossime settimane se la società dovesse dare ulteriori aggiornamenti negativi.
Giornata nera per Diasorin, recupera Stm
Giornata nera per Diasorin (-4,33%), di fonte alla prospettiva di un minor utilizzo di tamponi.
Stm (-0,6%) recupera nel pomeriggio dopo l’apertura del Nasdaq.
Fallisce il tentativo di rimbalzo del settore automotive: Brembo e Cnh chiudono attorno alla parità, Stellantis cede lo 0,97%.
Nell’EGM avanza Edilizia Acrobatica (+7,64%). La società, leader in Italia nel settore delle ristrutturazioni di esterni, ha festeggiato i dati di gennaio. Nel dettaglio, l’azienda ha chiuso il mese scorso, il primo in cui il Bonus Facciate è stato ridotto dal 90% al 60%, mettendo a segno un +44% di valore dei contratti sottoscritti, che si attestano a 5,47 milioni di euro rispetto ai 3,8 milioni del gennaio 2021.