In questi tempi in cui siamo spasmodicamente attenti alla cronaca, non è male indugiare ogni tanto sulle prospettive a più lungo termine. Le società minerarie devono, quasi per dovere, pensare guardando al futuro lontano: sia perché le nuove miniere ci mettono molti anni prima di diventare operative, sia perché le prospettive di vendere i minerali dipendono dai tassi di sviluppo di lungo periodo dei Paesi clienti.
Ieri un magnate minerario canadese, Robert Friedland, si è detto fiducioso che i problemi dell’Europa sono irrilevanti per l’espansione dell’economia mondiale, e che l’urbanizzazione inarrestabile nei paesi emergenti, a cominciare dalla Cina, manterrà il mondo su una traiettoria di sviluppo. “I debiti altrove potranno essere monetizzati, ma i beni reali saranno sempre di moda”, ha detto, riferendosi probabilmente ai minerali estratti dalle viscere della terra. E ha aggiunto: “Ci sono sette miliardi di essere umani oggi, e diventeranno dieci miliardi di persone che vorranno di tutto”.
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