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Lo scudo anti-spread della Bce non scalda le Borse europee malgrado l’ascesa di Wall Street

Le parole della Lagarde sullo scudo anti-spread, non scuotono le Borse europee che chiudono in ribasso mentre, al contrario, Wall Street ritrova la via del rialzo dopo un avvio contrastato

Lo scudo anti-spread della Bce non scalda le Borse europee malgrado l’ascesa di Wall Street

Il mondo non sarà mai più quello di prima, la pandemia segna uno spartiacque che la guerra in Ucraina sta approfondendo, l’inflazione non tornerà ai livelli pre-Covid e le politiche monetarie devono adeguarsi a questa nuova realtà; il percorso potrebbe essere “anche doloroso”. 

Da Sintra i banchieri centrali cercano di offrire una bussola ai mercati disorientati, ma i listini europei non apprezzano la rotta e chiudono in rosso, nonostante Wall Street, assai volatile in avvio, cerchi di ribaltare il copione di ieri e si muova ora in rialzo. 

Sui listini continentali pesano anche le vendite sul comparto auto dopo l’accordo tra i ministri dell’ambiente europei per lo stop ai motori tradizionali dal 2035.

Sono tante, persino troppe le notizie rilevanti di giornata che travolgono gli investitori e che arrivano dal Portogallo dove è in corso il Forum annuale della Bce, dal vertice Nato di Madrid, da Washington, da Mosca, da Pechino. Biden annuncia più forze in Europa e in Italia e la Russia replica che Mosca risponderà a questa mossa. Intanto i dati macro mostrano che la fiducia dei consumatori scende, l’inflazione sale e l’economia rallenta.

Azioni in rosso in Europa, ma lo spread è in ribasso

Piazza Affari termina gli scambi con un perdita dell’1,21% a 21.833 punti base. La peggiore è Francoforte, -1,7%, seguita da Madrid -1,57%, Parigi -0,9%, Amsterdam -0,36%, Londra -0,14%.

Scendono anche i principali indici di Helsinki -1,24% e Stoccolma -0,21% dopo il semaforo verde acceso dalla Turchia per l’entrata nei due paesi, storicamente neutrali, nella Nato.

Tornano gli acquisti sull’obbligazionario. Negli Usa i prezzi dei T-Bond sono in crescita e i rendimenti in calo. In Europa lo spread tra decennale italiano e tedesco arretra a 188 punti base (-1,24%), e il tasso del Btp decennale scende a +3,38%, mentre quello del Bund di pari durata a +1,5%. La presidente della Bce Christine Lagarde intanto annuncia che il consiglio direttivo discuterà dello scudo anti spread il 21 di luglio, in occasione della riunione che sancirà anche il primo aumento dei tassi di interesse in più di un decennio.

Sul mercato valutario il dollaro si rafforza e l’euro tratta sotto la soglia di 1,05 contro il biglietto verde.

Sale ancora il petrolio, ma con meno grinta dopo il dato sulle scorte settimanali Usa, che scendono in misura superiore alle attese. Il Brent tratta a 118,75 dollari al barile e mostra un rialzo dello 0,65%.

Piazza Affari in tilt con auto e banche

Sapem domina anche oggi la lista dei maggiori rialzi e dei maggiori ribassi del paniere principale e nonostante le numerose sospensioni le azioni salgono del 6,98% e i diritti arretrano del 69,54%, a fronte dell’aumento di capitale iperdiluitivo da due miliardi di euro.

Al netto di questi estremi, nella parte più bassa del listino ci sono soprattutto i titoli dell’automotive, dopo l’accordo Ue sulle misure green per il clima, che prevede tra l’altro la riduzione del 100% delle emissioni di Co2 entro il 2035 per auto e furgoni. Nel settore le perdite sono cocenti per Cnh -4,25%, Stellantis -2,79%, Ferrari -1,93% e conseguentemente per l’azionista Exor -3,31%. Nell’industria arretra anche Inerpump -2,52%. 

Chiudono una seduta faticosa le banche, in particolare Unicredit -2,37%. Mps, già in calo ieri, perde un altro 8,61%, con il mercato che si prepara a una fuga dei piccoli azionisti per un aumento di capitale ciclopico che, come nel caso di Saipem, li lascerebbe al palo. In controtendenza nel settore sono Banco Bpm +0,22% e Popolare di Sondrio, +2,16%, quest’ultima promossa per il piano strategico 10 2025 sopra le attese. “La sorpresa positiva rispetto alle nostre attese è pressoché interamente attribuibile alla generazione di ricavi, sia sul fronte del margine di interesse(sostenuto anche da una marcata crescita nell’attività di finanziamento) che sul fronte delle commissioni”, scrive Equita nel daily.

Le poche blue chip in verde sono Eni +0,89%, Recordati +0,7%, Snam +0,74% e Moncler +0,27%.

Lagarde e Powell a Sintra: lotta all’inflazione ad ogni costo

“La Fed deve concentrarsi sull’obiettivo di riportare l’inflazione sotto controllo“, anche se “c’è il rischio di inasprire troppo la politica monetaria”. Jerome Powell, banchiere centrale Usa, non fa sconti: la situazione deve cambiare e la Fed si adopererà per farlo, anche se “alla luce dei drammatici cambiamenti degli ultimi due anni “non è chiaro se l’economia americana e non solo tornerà all’equilibrio che aveva prima della pandemia”.

Non è da meno la determinazione della presidente della Bce Christine Lagarde: “durante il mio discorso di ieri non ho detto che il cambio di politica monetaria sarà graduale, punto. Ho detto che sarà graduale e opzionale. Un approccio graduale è appropriato quando c’è incertezza, ma quando l’incertezza si dissipa bisogna superare la gradualità e passare all’opzionalità”. Inoltre “non penso che torneremo al contesto di bassa inflazione che c’era prima della pandemia, gli choc che abbiamo vissuto hanno cambiato in modo radicale il quadro economico e geopolitico”.

I dati macro di giornata sembrano confermare in gran parte queste parole. In attesa del dato chiave sull’inflazione in Europa, che uscirà venerdì, si registra la fiammata dei prezzi annuali in Spagna che ha raggiunto il 10,2% a giugno, dall’8,7% del mese precedente. Sono 37 anni che l’inflazione della penisola iberica non era a due cifre percentuali.

È migliore delle attese invece il dato dell’inflazione tedesca a giugno che rallenta rispetto al 7,9% di maggio ed è stimata a +7,6%, contro previsioni di +8%.

Dagli Usa sono poco incoraggianti i dati sulla crescita: il pil del primo trimestre del 2022 scende al tasso annuale dell’1,6% rispetto ai tre mesi precedenti, mentre le attese erano per una conferma del -1,5% della seconda lettura. Nel quarto trimestre del 2021, il pil era aumentato del 6,9%. Le spese dei consumatori, che rappresentano il 69% dell’economia statunitense, salgono dell’1,8%, in calo dal 3,1% della seconda e dopo il 2,7% della prima lettura; nell’ultimo trimestre del 2021, erano aumentate del 2,5%.

Molta preoccupazione desta poi il calo della fiducia dei consumatori a stelle strisce visto ieri, ai minimi da marzo 2013.

In Europa le indicazioni arrivate oggi sono sempre negative, ma in linea con le attese.

L’indice nell’Eurozona per i consumatori a giugno scende a -23,6 punti, come da attese ma pur sempre in peggioramento dal -21,2 di maggio. In ripresa lieve le voci di industria e servizi.

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