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Lo sciopero ferma il campionato di serie A ma il calciomercato si infiamma: le pagelle delle grandi

E meno male che c’è il calcio mercato! In uno dei momenti più tristi della storia del nostro campionato, fermo per uno sciopero che in molti faticano ancora a capire, l’unica consolazione ci arriva dalle trattative, finalmente (è proprio il caso di dirlo) entrate nel vivo. Tre mesi di contrattazioni, chiacchiere (tante) condite da qualche colpetto qua e là, giusto per non farci perdere la pazienza, tutto per arrivare a questo momento. Il finale del mercato è, per forza di cose, quello decisivo, in cui le società tirano le somme, in cui magicamente i prezzi si abbassano, e gli affari che sembravano sogni impossibili diventano realtà. E allora, nonostante tutto possa ancora cambiare da un momento all’altro, procediamo come ogni weekend con i voti alle big italiane. Giudizi ancora parziali sia chiaro, ma quantomeno da prendere più seriamente del solito. Perché la pagella di fine anno (o meglio, di fine mercato) sta per arrivare, e a quel punto, promozioni, debiti e bocciature saranno insindacabili e, soprattutto, irrimediabili.

NAPOLI 8

La “Regina del mercato” è tornata sul trono. La squadra era già forte, la campagna acquisti più che buona, ma forse non ancora sufficiente per provare a vincere qualcosa. La “manita” presa dal Barcellona e soprattutto il diabolico sorteggio di Montecarlo, devono aver convinto De Laurentiis che il Napoli doveva essere completato con qualche colpo. E così in poche ore, il patron azzurro ha portato all’ombra del Vesuvio Goran Pandev, attaccante di tutto rispetto, molto più che un semplice rincalzo di Lavezzi, Hamsik e Cavani. Eccolo qui il colpo last minute, quello che mancava a Walter Mazzarri per completare il reparto offensivo. Ma De Laurentiis, affetto da una forma acuta di bulimia da calcio mercato, non vuole ancora fermarsi. A Napoli infatti potrebbe arrivare anche Salvatore Bocchetti, difensore emigrato pochi mesi fa al Rubin Kazan, che andrebbe a sostituire lo sfortunato Britos, infortunatosi nella nefasta amichevole del Camp Nou. Insomma, un Napoli piglia tutto che si prepara ad una grande stagione.

MILAN 7

La settimana appena trascorsa, ha finalmente svelato l’identità del famoso “Mister X”. Alberto Aquilani non sarà Fabregas, e, almeno a leggere i commenti dei tifosi del Milan sul web, non incendia la fantasia dei tifosi quanto Hamsik, Schweinsteiger o Pastore, ma è un ottimo affare, e su questo non si discute. Preso in prestito con diritto di riscatto (che diventerà obbligatorio qualora dovesse giocare almeno 25 partite) fissato a 7 milioni, Aquilani rappresenta la vittoria di Galliani, sempre attento agli affari lastminute. Non va dimenticato infatti che la Juventus, non più tardi di due mesi fa, aveva offerto 10 milioni per riscattarlo dal Liverpool, cifra rifiutata dai poco previdenti inglesi, convinti che nel corso del mercato sarebbero arrivate offerte migliori. Non è stato così, ecco perché alla fine il giocatore se l’è preso il Milan. Aquilani va a completare uno scacchiere quasi perfetto, che anche quest’estate, nel corso delle amichevoli e del primo trofeo stagionale, ha dimostrato di non aver bisogno di grossi innesti. Mexes e Taiwo (entrambi infortunati) rinforzano la difesa, El Shaarawy rappresenta un importante sguardo al futuro. E poi c’è Aquilani, uno che ai tempi della Primavera della Roma, veniva ritenuto dagli addetti ai lavori più forte di De Rossi. Uno che due anni fa, fu ceduto dai giallorossi al Liverpool per la maxi cifra di 25 milioni. E che il Milan ha preso (appena) per 7.

JUVENTUS 6,5

Il voto resta più che sufficiente, ma se vuole tornare a competere per il titolo, la Vecchia Signora deve fare qualcosa in più. Passino Giaccherini e Estigarribia, ma per vincere con il 4 – 2 – 4 di Antonio Conte servono esterni di spessore, sia a sinistra che a destra. Già, perché anche su Milos Krasic circolano parecchie perplessità, e in molti pensano che se l’allenatore avesse delle alternative affidabili, il serbo partirebbe dalla panchina. E allora bisogna muoversi, perché il mercato sta finendo e i nomi di spessore la titano. I migliori acquisti (Pirlo e Vucinic) hanno già fatto vedere di essere da Juve, Vidal deve trovare una collocazione tattica, ma sicuramente promette bene. Restano però i problemi in difesa e sulle fasce, che la Juve deve risolvere al più presto. Arrivassero un bel difensore centrale e un esterno sinistro di nome, il nostro voto salirebbe, e i bianconeri scavalcherebbero il Milan (per quanto riguarda il mercato, ovviamente). Marotta sa che questa stagione sarà fondamentale per il progetto varato da Andrea Agnelli, inoltre è consapevole che, dopo due settimi posti, i tifosi juventini non perdoneranno più nessun errore. Insomma, la partita più importante si gioca sul mercato: se la Juventus vuole tornare a vincere, deve ricominciare a farlo da lì.

LAZIO 6,5

Mercato strano quello biancoceleste. Tutti i colpi subito, uno dietro l’altro. Poi, tanto silenzio (troppo?), sia sul fronte acquisti che su quello cessioni. E’ soprattutto quest’ultimo a tenere svegli i tifosi laziali, preoccupatissimi di perdere Mauro Zarate, loro idolo indiscusso. Situazione molto particolare quella dell’argentino, che ha deciso di andare via a tutti i costi, arrivando perfino a rifiutare una convocazione per una gara ufficiale. Eppure, i tifosi della Lazio sono tutti con lui, almeno a sentire i fischi che piovono sul povero Reja ogni volta che lo speaker dell’Olimpico pronuncia il suo nome. Lotito lo cederebbe pure, ma a patto che qualcuno si presenti con 20 milioni di euro. Richiesta troppo alta, che ha fatto scappare tutti i possibili acquirenti. Certo, se arrivassero (subito)  la Lazio potrebbe reinvestirne una parte sul mercato, anche perché qualcosa ancora manca. In difesa infatti servirebbe un rinforzo in più, e anche a centrocampo Reja vorrebbe avere un giocatore importante, anche perché Cana non si sta dimostrando affidabile. La sensazione però, è che questi ultimi giorni di mercato verranno dedicati alla questione Zarate. Perché tenerlo in rosa farebbe felici i tifosi, ma creerebbe un problema enorme per Edi Reja.

INTER 5,5

Partito Eto’o, è arrivato Forlan. Andato via Pandev, ecco Palacio. Perso Mariga, c’è Poli. Impressioni? L’Inter non solo non si è rinforzata, ma le idee in Corso Vittorio Emanuele sembrano quantomeno confuse. Davvero Palacio può essere più utile di Pandev? Forse non conveniva averli in rosa tutti e due, anche alla luce del fatto che il macedone è andato via in prestito gratuito? E Kucka, sarà già pronto per guidare il centrocampo dell’Inter? E soprattutto, come farà Forlan a sostituire uno come Eto’o? Domande inevitabili, che si fanno tutti i tifosi nerazzurri. Certo, l’affare Pandev – Napoli sa tanto di favore (interessato) a De Laurentiis, che magari potrebbe ammorbidirsi un po’ sul discorso Lavezzi (ma più per l’anno prossimo). Però l’Inter non convince, giornalisti e tifosi certo, ma soprattutto (e qui sta la cosa grave) il suo allenatore. Fonti certe ci raccontano di un Gasperini piuttosto dubbioso sulla rosa attuale, ritenuta incompleta e inadatta per competere su più fronti. Il caso Sneijder poi è emblematico: l’olandese, molto probabilmente non partirà (sul mercato mai dire mai) e costringerà il tecnico di Grugliasco a modificare il sistema di gioco. Insomma, questa campagna nerazzurra non parte nel migliore dei modi, ma ad onor del vero va ricordato che l’Inter ha una rosa di tutto rispetto. Il problema dunque sta nella cessione di Eto’o. Che lascerà un vuoto enorme, probabilmente incolmabile.

ROMA 5

“Eppur si muove!” disse Galileo Galilei presentando la teoria dell’eliocentrismo di fronte ai soloni dell’Inquisizione. A guardar prima i risultati (disastrosi) della Roma e subito dopo Walter Sabatini, verrebbe da dire la stessa cosa. Già, perché in fondo i giallorossi hanno pure speso, e tutto si può dire al ds giallorosso tranne che sia rimasto fermo sul mercato. Il punto però è un altro: quando si fa una campagna acquisti, è fondamentale che società e allenatore lavorino nella stessa direzione. Il tecnico deve indicare cosa gli serve per il suo sistema di gioco e i dirigenti devono comprargli i giocatori necessari. Insomma, tutto il contrario di quello che sta succedendo nella capitale. Per il 4 – 3 – 3 in stile Barça che aveva in mente Luis Enrique, manca praticamente tutto, tranne le ali offensive Bojan e Lamela. Ma il gioco si fa a centrocampo, il reparto più trascurato dalla Roma in questa sessione di mercato. Gago? Un intenditore, un duro della mediana, insomma, tutto il contrario di Xavi o Iniesta. L’acquisto di Osvaldo poi resta un grosso azzardo: 15 milioni per un giocatore che in Italia ha convinto poco e che oltretutto sarà un esterno adattato (un po’ come Borriello, altra situazione al limite della follia, anche la cessione in prestito al PSG potrebbe limitare i danni, almeno dal punto di vista economico). L’eventuale acquisto di Santon poi, sarebbe l’ennesima scommessa di questa società. Ma forse il vero problema sta proprio a monte: Luis Enrique era davvero l’uomo giusto a cui affidare la Roma? I fatti stanno dicendo di no, per tutta una serie di motivi tattici e umani che non ripercorriamo solo per non dare ulteriore dolore ai già provatissimi tifosi giallorossi. Anche la scelta del tecnico però è affare di mercato, un motivo in più per bocciare la direzione di Sabatini. Il buon Walter ha ancora qualche giorno per farci cambiare l’idea che abbiamo sul suo lavoro. Che al momento non rende giustizia alla sua onorata carriera.

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