Il bubbone è scoppiato e, se prima era possibile fare finta di niente, adesso diventa decisamente complicato. Lo scandalo che ha travolto i vertici del calcio mondiale, portando all’arresto di sette alti dirigenti della Fifa, accusati di corruzione dalle autorità Usa, non poteva che spaccare il mondo del calcio, scatenando le più diverse reazioni da parte delle federazioni nazionali.
Nell’occhio del ciclone è finito il presidentissimo Sepp Blatter, in carica da quattro mandati e in cerca, nelle elezioni che dovrebbero (in tal caso il condizionale è d’obbligo) tenersi domani, della sua quinta riconferma alla guida della Fifa. Se l’Uefa, attraverso un comunicato, ha chiesto il rinvio delle elezioni, alcune federazioni nazionali hanno già chiarito il loro punto di vista: Blatter se ne deve andare.
A fare da portavoce a questa corrente di pensiero è stato il presidente della Football Association Greg Dyke: “Blatter ha detto che è ora di iniziare a ricostruire la fiducia nella Fifa ma come si fa mentre Blatter è ancora lì. Blatter deve andare via. Deve rassegnare le dimissioni. Oppure va votata la sua uscita. Oppure una terza via. Il danno arrecato alla Fifa è così grande che non può essere ricostruita con Blatter ancora al suo posto”.
Ma se per alcuni, come ha detto Dyke, non può più esistere una Fifa guidata dallo svizzero, per altri, come la Confederazione asiatica, Blatter rimane la scelta migliore: l’Afc, infatti, pur esprimendo la propria “delusione e tristezza” per quanto successo, continua a “sostenere il presidente della Fifa Joseph S. Blatter”.
E l’Italia? Dalla nostra Federazione per il momento tutto tace. Nessun commento in merito all’inchiesta dell’Fbi da parte della Figc, con Tavecchio (più volte finito sotto i riflettori) che prende tempo e fa sapere che solo oggi prenderà una decisione sulle elezioni di domani.
Intanto, ieri, i termini dell’operazione sono stati chiariti addirittura dal ministro della Giustizia statunitense Loretta Lynch, che in conferenza ha parlato di una corruzione “dilagante, sistemica e radicata negli Stati Uniti e all’estero”. Le accuse formalizzate nei confronti dei vertici Fifa, oltre alla corruzione, sono quella di riciclaggio di denaro e di Racket.
La Lynch ha definito un sistema radicato che si è esteso “almeno a due generazioni di funzionari che avrebbero abusato della loro posizione per l’acquisizione di milioni di dollari in tangenti e bustarelle”. Nel mirino, chiaramente, l’assegnazione dei grandi tornei, e in particolar modo dei Campionati mondiali.
Un’azione, quella della giustizia Usa, che rischia di sfociare in un caso diplomatico e nell’ennesimo terreno di scontro con la Russia, che ha definito l’operazione un’illegale applicaziome extraterritoriale della legge Usa, mentre Putin parla di “un tentativo di non far rieleggere Blatter”, recriminando sulle pressioni subite dal presidente FIFA sul l’assegnazione dei mondiali alla Russia.
La Fifa, sotto scacco anche da parte dei suoi principali sponsor, che hanno chiesto pulizia minacciando la rescissione dei contratti, si è espressa per bocca del direttore delle Comunicazioni Walter Di Gregorio, che ha chiarito come “il segretario generale Valcke e il presidente Blatter non sono coinvolti” nel procedimento che ha portatto all’arresto in questo procedimento”.
Blatter, invece, è passatto al contrattacco con una lettera aperta sul sito della federazione, in cui ha definito la Fifa come parte lesa nella vicenda, affermando che l’azione della Procura generale svizzera abbia preso piede da una denuncia della Fifa stessa: “Voglio essere chiaro – si legge nella lettera aperta di Blatter -: queste condotte scorrette non hanno cittadinanza nel calcio e assicuriamo che coloro che ne sono stati coinvolti verranno messi fuori gioco”.
“A seguito degli eventi di oggi, il Comitato Etico indipendente ha preso azione immediata per sospendere cautelativamente le persone coinvolte da ogni attività legata al calcio nazionale ed internazionale. Queste azioni sono le stesse che sono già state prese in passato dalla Fifa per escludere ogni membro della federazione che abbia violato il nostro Codice Etico”.
Un Blatter che, più che dallo scandalo in sè, sembra preoccupato dalle sue eventuali ripercussioni sul voto, e che ha subito anche un attacco dal suo concorrente alla presidenza, il principe giordano Alì Bin Al Hussein: “La Fifa ha bisogno di una leadership che governi, guidi e protegga le nostre associazioni nazionali una leadership che si assuma la responsabilità delle proprie azioni e non scarichi le colpe. Una leadership che ripristini la fiducia di centinaia di milioni di appassionati di calcio di tutto il mondo”.
Per il mondo del calcio uno scandalo difficile da affrontare, ma che potrebbe anche rappresentare un’occasione di rinascita. Quello che rimanere da vedere è se il calcio vorrà veramente cambiare.