Nei giorni scorsi abbiamo scritto di calma apparente nel mercato dei tralicci broadcast/tlc. Calma solo apparente, perché, come normalmente avviene, tutto invece si muove e pure con una discreta velocità.
Un sommario diario di questo inizio di stagione ha visto diversi movimenti significativi. Il primo è stato la registrazione, presso la Camera di Commercio di Roma, di un nuovo operatore tlc sul mercato italiano: Iliad Italia Spa e Iliad Holding che, nelle intenzioni dei proprietari francesi, vorrebbe diventare il quarto operatore telefonico italiano. Però non solo tlc: l’Amministratore delegato della Società, Xavier Niel, non ha nascosto le sue ambizioni di attività nel nostro Paese.
Infatti, Iliad è fortemente interessata ad operare in tutto il comparto multimediale e multipiattaforma, dall’editoria alla pubblicità. Inoltre, a quanto sembra di capire, la Società francese sembra molto interessata ad entrare nel big business della banda larga, non escludendo possibili sinergie con Telecom ed Enel. Lo sbarco in Italia di Iliad non è una notizia da poco in un mercato come il nostro dove la torta delle risorse a disposizione non appare illimitata.
Ora, che oltralpe siano interessati alle nostre torri, piccole o grandi, broadcast o tlc che siano, è cosa nota da tempo (vedi il contenzioso Vivendi vs Mediaset). E’ significativo però rilevare un certa fretta dei francesi, per un verso orientati a chiudere i vari dossier prima possibile, per altro verso ad attivare nuovi posizionamenti di mercato.
Sempre per quanto riguarda la Francia, da registrare tra le notizie recenti, la finalizzazione del business Cellnex (controllata dalla spagnola Abertis) sull’acquisizione di 230 torri Bouygues Telecom che, con il prossimo acquisto del restante parco di torri, porterebbe la Società a coprire per intero il territorio nazionale d’Oltralpe.
Sul fronte della banda larga, la notizia interessante dei giorni scorsi è stata l’apertura della prima tranche di finanziamento che la Banca Europea per gli Investimenti potrebbe erogare a ENEL per l’attivazione del noto progetto OpEn Fiber (presentato e sostenuto con grande convinzione dal Governo Renzi lo scorso aprile) con il quale si punta a cablare oltre 200 città italiane. Si tratta di 500 milioni di Euro su un valore stimato del progetto di oltre 3 miliardi che la Bei potrebbe mettere sul piatto della bilancia prima del prossimo aggiornamento del piano industriale della Società, previsto il 22 novembre. Il condizionale è ancora d’obbligo perché ancora il via libera da Bruxelles non è ancora giunto.
Proprio sul terreno della banda larga si potrebbe giocare la partita più importante per i futuri asset del mercato broadcast/tlc. Infatti, “Il nostro vero concorrente nel prossimo futuro è la diffusione dei contenuti audiovisivi via cavo” ci ha dichiarato un autorevole ingegnere Rai, da noi interpellato a proposito delle “minacce” che potrebbero arrivare con l’applicazione delle direttive comunitarie a proposito della redistribuzione delle frequenze intorno ai 700 Mhz.
Il sottosegretario alle Tlc, Antonello Giacomelli, in una intervista rilasciata ad agosto 2014, su questo tema era stato profeta: “La tv sarà senza antenne tra un pò d’anni”. Tutto sembra andare proprio in quella direzione, laddove si intersecano diverse piattaforme di distribuzione: la banda larga, appunto, il 5G e il satellite che ancora gode di una sua posizione vantaggiosa.
E se mai si dovesse concretizzare uno scenario dove la televisione si potrà vedere sempre più facilmente con un apparato di ricezione in grado di fare a meno delle frequenze DTT, allora sembra certo che si profila all’orizzonte un mutamento epocale dove il Governo non potrà continuare a fare il pesce in barile. Ma Rai Way rinvia a Rai, Rai rinvia al Governo e tutto rimane fermo mentre il reso del mondo è in movimento.
A proposito di Governo, proprio recentemente è stato presentato dal Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, quello che vorrebbe essere il “piano industriale nazionale: Industry 4.0”. Tra le otto aree di intervento previste dal Piano, una riguarda direttamente il settore broadcast/tlc: si propone di assicurare e incentivare adeguate infrastrutture di rete finalizzate a garantire la piena copertura mobile e wireless, per la Banda Ultra Larga e per le reti 5G.
Tanto per ricordare, le possibili ricadute della redistribuzione delle frequenze intorno ai 700 mHz previste da Bruxelles dovrebbero avere inizio a partire dal 2023 che, seppure appare una data ancora lontana, è invece drammaticamente vicina per permettere una radicale trasformazione di un intero comparto industriale nazionale.
Per rimanere sul tema 5G, la scorsa settimana è stato siglato un importante accordo tra Fastweb e Huawey finalizzato a sviluppare servizi innovativi proprio sull’utilizzo di smart cells, della convergenza dei servizi fisso-mobile e IOT. Un ulteriore piccolo tassello in movimento su un mercato dinamico, altro che calma apparente.
Da segnalare una notizia: un giovane scienziato italiano, 16 anni, si è aggiudicato il Primo premio della Commissione Ue per una importante innovazione tecnologica. Si tratta di un sistema «LaserWan: connessione a banda ultralarga laser» in grado di consentire la trasmissione dati attraverso i cavi dell’alta tensione, laddove la posa dei cavi in fibra è di particolare difficoltà. Se questa tecnologia si rivelasse concretamente praticabile, come appare, il futuro della banda ultralarga potrebbe non avere più limiti e il panorama delle torri potrebbe subire un drastico ridimensionamento.
Intanto, anche tra gli operatori di tralicci (anche se a Rai Way non apprezzano molto essere relegati in questo solo ambito) qualcosa si muove. Ei Towers prosegue inarrestabile il suo percorso di sviluppo e, proprio nei giorni scorsi, ha completato un importante road show negli USA durante il quale sono stati messe a punto le prossime tappe.
Escluso, per il momento, di poter proseguire ipotesi di accordi con la Società del Gruppo Rai, Guido Barbieri, AD di Ei Towers, sembra essere invece particolarmente concentrato sul rinnovo del contratto con la capogruppo Mediaset, previsto il prossimo anno, in vista di possibili mutamenti proprietari sul fronte della Pay tv.
A Rai Way, invece, cosa succede? O meglio, cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi? La scorsa settimana è pervenuta a Viale Mazzini una comunicazione da parte dell’ANAC, presieduta da Raffale Cantone, dove sono emerse “carenze formali e sostanziali” nelle procedure di assunzione di 21 dirigenti con posizione apicale e nella lista figura anche Raffaele Agrusti, attuale CFO Rai, ma anche Presidente di Rai Way. Il futuro è tutto da scrivere.