L’Italia propone all’Unesco la candidatura del Rito del Caffè Espresso italiano tradizionale a Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. Si è conclusa infatti oggi al Mipaaf l’istruttoria delle proposte di candidature da presentare all’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.
La proposta dell’Italia fa riferimento al Rito del caffè espresso italiano tradizionale come vera e propria arte, ma in subordine è stata avanzata anche la proposta della Cultura del caffè napoletano, realtà tra rito e socialità.
La decisione del Gruppo di lavoro UNESCO del Mipaaf è stata presa all’unanimità. La priorità per l’elemento Rito del caffè espresso italiano tradizionale, a parità degli elementi costitutivi del dossier, è stata determinata – precisano al Mipaaf – dalla presentazione della relativa proposta all’inizio del 2019 mentre quella della Cultura del caffè espresso napoletano è stata presentata alla metà dello scorso anno.
La scadenza del termine per la presentazione delle candidature all’UNESCO è fissata per il 31 marzo, Dopo di che la parola passa all’Unesco che sarà chiamata a pronunciarsi sulle proposte avanzate dai vari Paesi.
Il Caffè è molto più che un’abitudine, è un gesto, un momento di condivisione. “Non è soltanto una bevanda – si legge in una nota della Regione Campania redatta nei giorni scorsi a sostegno della candidatura del caffè napoletano- – ma esprime una vera e propria cultura, un rito tutto napoletano che ha dato vita a tradizioni diffuse ovunque, come quella del caffè sospeso che evoca il senso dell’ospitalità, solidarietà e convivialità”. Concetti elaborati in un voluminoso dossier redatto da un gruppo di esperti professori universitari, antropologi e giuristi, per sintetizzare “questa dimensione che racconta il valore identitario della cultura del caffè, per i napoletani, i campani, e tutti gli italiani”.
Il dossier di candidatura, redatto dal gruppo di esperti, professori universitari e giuristi è stato presentato a firma del presidente della Regione Vincenzo De Luca.
L’altra candidatura quella del Rito (Arte) del Caffè Espresso Italiano Tradizionale era stata invece caldeggiata dal Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale, che vede coinvolta la quasi totalità delle Torrefazioni Italiane, con l’intento di promuovere, valorizzare e tutelare il caffè espresso tradizionale attraverso il riconoscimento della sua unicità culturale.
Nel 2020 – sottolionea Alessandro Bianchin, Presidente del G.I.T.C., Gruppo Italiano Torrefattori Caffè – il comparto ha creato un giro d’affari export pari a 1.3 ML di euro rispetto ai 1.4 ML di euro del 2019 (dati Istat), con un numero di addetti pari a 10.187 (fonte Unioncamere-Infocamere).
La candidatura dell’Espresso italiano, aggiunge, rappresenta “uno spiraglio di speranza che dona linfa vitale ad una filiera messa in ginocchio dalla crisi economica, ma che mantiene salde le radici legate ad un passato di tradizione tutta italiana ” .