L’effetto dei segnali espansivi in arrivo dalla Fed è stato ampiamente oscurato dai segnali di recessione nel Bel Paese, più pesanti delle pur caute previsioni. E così, dopo l’avvio positivo Piazza Affari ha imboccato la via del ribasso, sotto la pressione delle vendite sui titoli bancari, termometro del rischio Italia in questi giorni più sensibile dei titoli di Stato, oggetto in tutta l’Eurozona di forti correnti di acquisto. Milano alle 13 lascia sul terreno lo 0,43% a quota 19. 687 punti. Poco mossa Francoforte +0,04%, Parigi + 0,22%. Continua il rialzo della Borsa di Londra +0,50%. Al contrario Madrid viaggia in rosso -0,54%, nonostante che la congiuntura, a differenza che in Italia, viaggia a gonfie vele.
Secondo l’Istat, nel quarto trimestre del 2018 il Pil italiano ha registrato un calo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, entrando in recessione tecnica dopo il -0,1% segnato nel terzo trimestre. “Questa stima – commenta l’Istituto – riflette dal lato dell’offerta un netto peggioramento del settore industriale”. Nel 2018 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,8%, comunica Istat. Il dato, secondo il premier Giuseppe Conte, è colpa della frenata generale dell’economia. Il vice premier Luigi Di Maio commenta così: “I dati Istat certificano il fallimento dell’intera classe politica che gli italiani hanno mandato a casa il 4 marzo”.
Ma il confronto con gli altri Paesi mette in luce una “deviazione” italiana abbastanza evidente. Tra ottobre e dicembre il Pil spagnolo ha segnato un’espansione di 0,7% su base trimestrale dopo +0,6% segnato nel terzo trimestre. Su base annua, il Pil è cresciuto di 2,4%. Anche la Francia, nonostante l’effetto dei gilet jaunes, sale dello 0,3%. L’economia europea è stabile. Eurostat comunica che il Pil preliminare del quarto trimestre 2018 relativo alla zona euro è in crescita dello 0,2% su trimestre.
Continua l’afflusso della domanda sui titoli obbligazionari. Il Btp a dieci anni si porta a 2,58%, minimi da luglio. Spread a 240 punti base, 0,2 punti base. Il petrolio Brent è in rialzo dello 0,6% a 62 dollari il barile. In rialzo Eni +1,22%. Saipem +2%. Tenaris +0,3%. L’euro è piatto a 1,147 su dollaro.
Sotto tiro stamane i titoli bancari anche per l’allarme in arrivo da Bloomberg su Deutsche Bank: se la performance della banca non migliorerà nei primi tre mesi del 2019, scrive l’agenzia, prenderà corpo l’ipotesi della fusione con Commerzbank. In forte calo Banco Bpm -4,1%, Ubi Banca -3,2%. Morgan Stanley taglia il target price. Unicredit -3%. Poste italiane -2,6%.
In ottima forma Ferrari +2,43%. La società ha pubblicato stamattina i dati del trimestre. Ebitda rettificato a 274 milioni di euro, da 258 di un anno fa. Per il 2019 è previsto un Ebit rettificato di poco superiore a 1,20 miliardi di euro. Fiat Chrysler +0,12%. La cinese Zhejiang Geely Holding ha detto di non avere interesse per Alfa Romeo. In calo Pirelli -1,6%.
Nuovo colpo di scena per Tim +6,2%. Il fondo attivista Elliott ritiene che le quotazioni siano attraenti e ha aumentato la sua partecipazione al 9,4% dall’8,8%. Lo si legge in un filing alla Sec, dove il fondo aggiunge che il gruppo può essere valorizzato “in modi diversi, inclusi la separazione della rete fissa di accesso (NetCo) e la valutazione di ipotesi di consolidamento, oltre alla conversione delle azioni di risparmio”. Nel filing di oggi Elliott, che ha comprato a prezzi oscillanti tra 0,46 e 0,52, annuncia di avere un collar sul 4,9% del capitale.
Nella moda arretra Moncler -1%. Brunello Cucinelli -0,4%. Per Berenberg non è più da comprare. Il nuovo giudizio è Hold. Rimbalza Tod’s +0,6%. Per KeplerCheuvreux è da vendere, giudizio Reduce.