X

L’Italia di Spalletti si qualifica a Euro 24 pareggiando tra i brividi e i veleni con l’Ucraina

FIRSTonline

Qualificazione con brivido. L’Italia strappa il punto che mancava per andare agli Europei con una prova complessivamente buona, ma l’Ucraina recrimina per un rigore negato nel finale che, onestamente, sembra proprio esserci. Lo 0-0 finale, ad ogni modo, ci permette di chiudere il faticosissimo cammino per andare in Germania senza passare dai playoff: un bel risultato anzitutto per Spalletti, salito in corsa su un treno che rischiava di deragliare e bravo a condurlo in stazione, seppur con qualche patema di troppo che non autorizza trionfalismi di nessun tipo.

Ucraina – Italia 0-0: azzurri spreconi nel primo tempo, nel finale rigore negato agli ucraini

Da Leverkusen, oltre alla preziosissima qualificazione, portiamo a casa anche alcune indicazioni positive, specialmente in un primo tempo dominato in lungo e in largo, chiuso colpevolmente sullo 0-0 nonostante le numerose occasioni create. La prima, dopo che Tsygankov aveva spaventato Donnarumma con un tiro da fuori, l’ha fallita Chiesa da ottima posizione, dopodiché il numero 14 azzurro s’è riscattato con una grande prova, nella quale ha regalato dribbling, corse a tutto campo e splendidi assist ai compagni, purtroppo non capitalizzati: Frattesi ha calciato addosso a Trubin da pochi metri (29’) e Raspadori non è arrivato per un soffio su un cross dalla sinistra.

Spalletti è andato così all’intervallo soddisfatto del suo 4-3-3 (Zaniolo, Raspadori e Buongiorno preferiti a Politano, Scamacca e Mancini), seppur con l’amaro in bocca per non essere riuscito a sbloccare l’empasse. Anche per questo ha tentato subito la mossa Scamacca, ma l’Ucraina è rientrata in campo con un piglio diverso e l’Italia ha finito per abbassare il baricentro, complice l’inevitabile stanchezza di Chiesa, l’unico in grado di cambiare marcia. Al 65’ Donnarumma ha sbagliato un’uscita e regalato un pallone invitantissimo a Mudryk, salvo poi rimediare con un grande intervento, un minuto dopo è stato aiutato da Di Lorenzo a sbrogliare un’altra situazione pericolosa. Spalletti ha colto subito i segnali e inserito Politano e Cristante al posto degli impalpabili Zaniolo e Jorginho, riuscendo a ridare solidità a una squadra ormai focalizzata solo sulla difesa del risultato. Nel finale però, proprio quando il peggio sembrava passato, ecco l’episodio incriminato tra Cristante e Mudryk, con l’esterno del Chelsea colpito sulla gamba dal romanista in piena area: i replay lasciano presagire l’intervento del Var; invece, la decisione dell’arbitro spagnolo Gil Manzano viene confermata e l’Italia scampa un pericolo gigante. Pochi istanti dopo può scattare la festa per una qualificazione fondamentale, anche se macchiata dalle polemiche.

Spalletti fa festa: “La qualificazione era tutt’altro che scontata, adesso viene il bello”

“Non era facile e non era scontato qualificarci, come non lo è nulla nel calcio – ha esultato Spalletti -. Abbiamo fatto una buona partita, nel primo tempo ci sono state tante occasioni per mettere al sicuro il risultato, ma non riuscendoci la sfida è diventata più sporca e più fisica. Non si è più giocato molto a calcio, loro hanno fatto vedere di essere attrezzati e ci hanno dato del filo da torcere. La sofferenza finale? Sono situazioni che conosco benissimo, ci sono nato e cresciuto con queste tensioni. Sono entrato subito negli spogliatoi per salutare i miei collaboratori, lo staff e il presidente federale, tenevamo tutti molto a questo risultato. Adesso viene il bello… Siamo partiti in apnea, poi abbiamo iniziato a creare un telaio bello solido. C’è stato il caso scommesse che ha turbato il gruppo due volte e abbiamo trovato una grande Ucraina. Le difficoltà le abbiamo avute e superate, ora ci possiamo divertire, avremo tempo per creare la Nazionale, avrò più conoscenze anche io”.

Gravina ringrazia Spalletti: “Grazie a lui abbiamo rimarginato le vecchie ferite”

“Non è un peso che ci siamo tolti, però avevamo preso un impegno con tutti gli italiani: dovevamo far rimarginare una serie di ferite sportive accumulate nel tempo – il commento del presidente federale Gravina -. Abbiamo recuperato entusiasmo, fiducia e sentito la voglia di tornare a essere una squadra speciale. Avremmo dovuto sostituire prima Mancini? Io ho sempre auspicato un cambiamento, al di là dell’allenatore. L’incantesimo si era rotto, ora dobbiamo rendere merito a Spalletti, che ha ridato fisionomia alla squadra col suo lavoro. C’è stato un momento di crisi, tensione e difficoltà, ma le ferite sono state rimarginate grazie a Luciano e grazie ai ragazzi. Siamo in Germania, dovevamo esserci”.

Related Post
Categories: Sport