Buona la prima. Quella vera s’intende, perché se giovedì scorso si era trattato solo di un’amichevole questa volta c’erano in palio punti pesanti e l’Italia se li è presi tutti con la fame di chi non aspettava altro. Dimenticate le polemiche degli anni scorsi quando a inizio settembre, puntualmente, criticavamo la nostra Nazionale per il gioco poco rabbioso e per la scarsa condizione atletica. Scuse, perché ora che c’è un nuovo commissario tecnico (e che commissario tecnico!) tutti vogliono mettere in mostra la voglia di azzurro. Intendiamoci, quella vista in Norvegia non è stata un’Italia scintillante e c’è ancora molto da fare per tornare a esprimersi su livelli più consoni al nostro blasone, ma la prima uscita ufficiale dell’era Conte merita un bel 7 e non solo per lo 0-2 (e il risultato poteva essere ben più rotondo) ai danni della mediocre squadra di Hogmo. Si sono visti infatti umiltà, spirito di sacrificio e amore per la maglia azzurra: tutto ciò insomma che era mancato in Brasile. “Sono contento della disponibilità datami da tutti – le prime parole del ct in conferenza stampa. – In campo c’erano sette giocatori nuovi rispetto alla partita Mondiale contro l’Uruguay: il messaggio è che gioca solo chi se lo merita”. Già, ed è stato anche recepito alla grande. Pur con tutte le sbavature del caso, figlie di un modulo nuovo che non tutti conoscono e di alcune assenze piuttosto pesanti, l’Italia ha giocato una buonissima partita. In particolare ha convinto l’approccio e non a caso il vantaggio azzurro è arrivato dopo appena 16 minuti. Il timbro lo ha messo Zaza, seppur con la collaborazione di Nordtveit, e anche questo non sembra affatto casuale.
L’attaccante del Sassuolo, convocato al posto di Balotelli, ha coronato così una settimana da sogno conquistandosi la meritata ribalta. Dopo il gol tanta gestione del campo, alcune belle iniziative sulle fasce (più De Sciglio che Darmian), movimenti intelligenti delle punte, qualche bella geometria dell’asse Bonucci-De Rossi, una difesa senza affanni. Contro avversari più prestigiosi ci vorrà di più ma per la Norvegia è stato più che sufficiente. Nella ripresa poi, dopo aver abbassato un po’ i ritmi, gli azzurri hanno trovato il raddoppio con Bonucci, servito alla perfezione dal neoentrato Pasqual e il match si è messo veramente in discesa (62’). Con i norvegesi sbilanciati si sono aperte le praterie e l’Italia non ha trovato altre reti solo perché Zaza ha prima colpito una traversa (77’) e poi si è visto respingere sulla linea un tiro a botta sicura da Forren (80’). Una prima più che positiva insomma, senza quei brividi che troppo spesso accompagnano le prove degli azzurri. “Non era semplice – ha però precisato Conte. – Non vincevamo in Norvegia da moltissimo tempo e sono sicuro che qui faticheranno tutti. Bisogna migliorare dal punto di vista del possesso palla, è ovvio che ci siano margini di crescita, ma siamo stati bravi”. Felice sì, ma a modo suo. Perché il ct non ha risparmiato una frecciata a chi non c’era, leggi Mario Balotelli. “La mia Italia ha fame, non fama – ha spiegato. – Non ho bisogno di gente famosa ma di calciatori che alzino la terra e facciano rizollare il campo, come si dice in gergo”. Più sudore e meno creste, più Giaccherini e meno Balotelli. Questa è l’Italia di Conte, piaccia o non piacca. Ma la sensazione è che piaccia a tutti, e pure parecchio.