Una sceneggiatura alla Agatha Christie per le liste elettorali del Pdl. E come in ogni giallo, i colpi di scena sono arrivati a raffica. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’annuncio di Luigi Cesaro, ex presidente della Provincia di Napoli: “Nicola Cosentino ha rinunciato alla candidatura”. Di lì a poco, la stoccata del segretario Angelino Alfano: “Non candidarlo è stata la scelta giusta”.
Si chiude così la controversa vicenda dell’ex sottosegretario, indagato per rapporti con la Camorra e quindi in cima alla lista degli “impresentabili” (su di lui pendono ben due ordinanze d’arresto). Ma quella di Cosentino non è stata affatto una rinuncia spontanea, né indolore. “C’è stata una campagna cannibalesca contro di me – ha detto rientrando a Caserta dopo un drammatico colloquio a Palazzo Grazioli -, ma io non ho paura del carcere”.
Nella lista dei “rinunciatari”, oltre a Marcello Dell’Utri, figurano anche Marco Milanese, ex consulente di Tremonti indagato per associazione a delinquere e corruzione, e Claudio Scajola, l’ex ministro a cui avevano comprato una casa vista Colosseo “a sua insaputa”.
Sorte ben diversa per l’ex Idv Domenico Scilipoti, che correrà per sedere ancora una volta in Parlamento nei seggi Pdl. L’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini sarà il numero due in Liguria (Silvio Berlusconi è al primo posto in tutte le liste per il Senato), mentre l’ex socialista Franco Carraro verrà candidato in Emilia Romagna. Anche al governatore dimissionario della Lombardia, Roberto Fromigoni, è stato destinato un posto nelle liste per Palazzo Madama. La sua ex collega Renata Polverinini ha invece rimediato un terzo posto in Lazio 1.
Ma la trama di ieri non è finita. A tingere di mistero il caotico pomeriggio pidiellino è arrivata l’incredibile sparizione delle liste campane, quelle con le firme di chi aveva già accettato la candidatura. Un bel problema, visto che andavano consegnate entro le 20. E così è partita una frenetica attività di fotocopiatrici e penne per raccogliere nuovamente tutte le firme.
Ma chi è stato a rubarle? Qualcuno nel Pdl ha accusato lo stesso Cosentino, sospettato di una grottesca ripicca, ma poi dal partito è arrivata la smentita: nessun furto, le liste sono sempre state nelle mani sicure del commissario regionale della Campania, senatore Francesco Nitto Palma. E allora perché mai ricompilare tutto daccapo? Ancora una volta è Cesaro a fare chiarezza: “Le firme le aveva in custodia Nitto Palma, che era irreperibile: per tre-quattro ore siamo stati in ansia e poi abbiamo iniziato a riprendere le firme”.
A stretto giro arriva la conferma di Nitto Palma in persona: “Dopo la decisione presa dai vertici del Pdl di non inserire Nicola Cosentino nelle liste, ho telefonato all’onorevole Cosentino e non l’ho rintracciato. Conseguentemente, per questioni prudenziali abbiamo provveduto a una ripetizione della documentazione. Alle 16 ero a Caserta e l’onorevole Cosentino mi ha consegnato l’intera documentazione relativa a Campania 2”. La lista è stata presentata a pochi minuti dalla scadenza. Per non far calare la suspence.