L’Istat ha rivisto al rialzo la crescita reale dell’economia italiana dell’ultimo decennio e, così, nel 2010 il Pil è salito all’1,5% dall’1,3 precedentemente stimato.
La nuova stima dei conti nazionali, come stabilito in sede europea per tutti i Paesi dell’Unione, è legata alla nuova classificazione delle attività economiche e all’innovazione delle metodologie e delle fonti.
“La revisione dell’interscambio con l’estero – hanno spiegato i tecnici dell’istituto – ha spinto la crescita industriale e, quindi, anche il Pil”.
In base alla nuova classificazione la variazione media annua del Pil in volume è, per il decennio 2000-2010, pari allo 0,4%, più elevata di 0,2 punti percentuali rispetto a quella precedente.
Nello stesso decennio, invece, la domanda interna (consumi e investimenti) in volume mostra una dinamica analoga a quella delle stime precedenti. L’aggiornamento del sistema degli indicatori di prezzo utilizzati per la deflazione dei flussi di interscambio con l’estero ha invece determinato una rilevante revisione, appunto, al rialzo della crescita sia delle esportazioni (dal -0,2% all’1,2% medio annuo), sia delle importazioni (dall’1% al 2%).
Nello stesso periodo l’andamento del valore aggiunto in volume dell’industria in senso stretto e delle costruzioni risulta più accentuato rispetto alle stime precedenti, mentre per i servizi non si registrano modifiche sostanziali. Le stime delle unità di lavoro non hanno subito modifiche nel livello complessivo, ma sono state oggetto di una dettagliata riclassificazione – ha spiegato l’istituto – per attività economica.
Riviste al rialzo, dunque, anche le stime del 2008 e del 2009. Il Pil nel 2009 ha perso il 5,1% contro il 5,2% precedentemente stimato. Nel 2008 il Pil è diminuito dell’1,2% rispetto all’1,3% precedentemente stimato.