Il Donizetti Opera è un festival che sta al passo coi tempi. Profondamente ancorato al territorio in cui si svolge, orgogliosamente 2.0. A Bergamo sembrano aver trovato la formula giusta per coniugare mondo della lirica da una parte, cultura, turismo e marketing territoriale dall’altra: tutto nel nome del più illustre concittadino, Gaetano Donizetti.
Basta dare un’occhiata ai social del festival per capirel’effervescenza che ruota attorno alla manifestazione che quest’anno arriva alla quinta edizione con una programmazione più lunga rispetto al passato, primo termometro per misurarne ilsuccesso. È lo stesso direttore artistico, Francesco Micheli, a spendersi in prima persona, con ironia e leggerezza, a promuovere il festival internazionale che aprirà il 14 novembre con una serata di gala: nei clippini di promozione dà del tu al Maestro che, di volta in volta, diventa “il Tarantino della Val Brembana”, il “bocia”, il “fabbricatore di opere liriche”.
La città ringrazia tanto che l’amministrazione comunale qualche tempo fa ha proclamato Bergamo “Città di Gaetano Donizetti” rinnovando la segnaletica stradale. Anche il pubblico ringrazia, visto che l’edizione 2018 ha registrato un 30,1 % di presenze in più al festival, con una impennata degli stranieri melomani e dei giovani under 30.
Fino al primo dicembre nei tre fine settimana intorno al diesnatalis donizettiano (29 novembre) si susseguono appuntamenti in tanti luoghi della città: dai due teatri, Donizetti e Sociale, alle dimore storiche, dalla stazione della funicolare che porta alla Città Alta fino alla maratona musicale realizzata con SACBO all’Aeroporto di Milano Bergamo.
Si comincia il 14 novembre al Sociale: sul podio il direttore musicale del Festival Riccardo Frizza alla guida dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI in un programma dedicato alle musiche del compositore. Solisti il soprano Carmela Remigio, artista in residenza dell’edizione 2019 del Festival, e il baritono Alessandro Corbelli al suo debutto al Donizetti Opera, affiancati da altri “debuttanti” d’eccezione come il soprano Marta Torbidoni, il tenore Konu Kim e il baritono Florian Sempey.
La novità del 2019 è il Cantiere del Teatro Donizetti. Chiuso per restauri nell’estate 2017, il teatro, costruito nel 1791, si trova nel cuore della città bassa. Sarà pronto nel 2020 dopo 18 milioni di euro di investimenti (i donatori privati hanno contribuito per 9,5 milioni): intanto, proprio in questi giorni, il Cantiere del Teatro si ferma per ospitare il debutto mondiale della messa in scena dell’opera “L’Ange de Nisida”, lavoro francese di Donizetti che si credeva perduto dopo il (non) debutto nel 1839 e che invece è stato recuperato e ricostruito da Candida Mantica, ricercatrice calabrese con un dottorato alla Southhampton University, che ha lavorato per otto anni sui fogli manoscritti alla BibliothèqueNationale de France di Parigi.
“Il debutto mondiale di un’opera di Donizetti è esperienza indescrivibile – dice Micheli, qui anche nei panni di regista – Non ci sono parole per restituire cosa stiamo provando nel far nascere un’opera del nostro grande concittadino. In un’operazione così fuori dal comune, ho sentito il dovere di occuparmi della prima messa in scena: mi è sembrato importante dare vita all’opera che non è ancora nata, nel grembo del teatro dedicato al nostro maestro. Il cantiere del Donizetti sarà la sala parto di Ange, col palcoscenico collocato sulla platea ancora sgombra e il pubblico tutto intorno a questa fragile creatura, come una famiglia che accoglie trepidante un neonato”. L’Orchestra Donizetti Opera sarà diretta da Jean-Luc Tingaud, con il baritono Florian Sempey nel ruolo di Don Fernand d’Aragon, Federico Benetti in Le Moine, il tenore Konu Kim sarà Leone de Casaldi, il soprano russo Lidia Fridman vestirà i panni della Comtesse Sylvia de Linarès (Cantiere del Teatro Donizetti, 16 e 21 novembre, ore 20.30).
Sono altri due i titoli in cartellone al Teatro Sociale. Per il progetto #donizetti200 – la messa in scena ogni anno di un’opera del compositore che compie due secoli – è stato scelto il titolo del 1819 “Pietro il Grande kzar delle Russie” diretto da Rinaldo Alessandrini alla guida de Gli originali, nuova compagine orchestrale promossa dalla Fondazione Teatro Donizetti che eseguirà la partitura con strumenti storici. La regia è affidata a Ondadurto Teatro di Marco Paciotti e Lorenzo Pasquali, ideatori anche dei macchinari e delle scenografie. Il cast vocale vede nei panni di Pietro il baritono Roberto De Candia, anche lui al debutto al Donizetti Opera. Il ruolo di Caterina è affidato a Loriana Castellano, quello di Madama Fritz a Paola Gardina. Francisco Brito come Carlo Scavronski, e Ser Cuccupis invece Marco Filippo Romano (15 e 23 novembre, 1 dicembre).
Terzo titolo è uno dei capolavori più amati di Donizetti, “Lucrezia Borgia” (22, 24 e 30 novembre). L’esecuzione è affidata alla bacchetta di Riccardo Frizza (Carla Delfrate sarà sul podio il 30 novembre) che dirigerà l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. Nel ruolo del titolo il soprano Carmela Remigio e, nelle vesti di Gennaro, il tenore Xabier Anduaga; quindi Marko Mimica sarà Don Alfonso d’Este, Varduhi Abrahamyan sarà Maffio Orsini. Il nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti con la regia di Andrea Bernard, le scene e i costumi ideati rispettivamente da Alberto Beltrame e Elena Beccaro e luci di Marco Alba, è frutto di una coproduzione con Fondazione i Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Teatri di Piacenza e Fondazione Ravenna Manifestazioni.