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L’Ires premiale la pagano banche e assicurazioni: contributo da 400 milioni in Manovra

Per finanziare lo sconto sull’Ires, il Governo chiederà un nuovo contributo a banche e assicurazioni. Accordo in maggioranza, la misura presto in Parlamento

L’Ires premiale la pagano banche e assicurazioni: contributo da 400 milioni in Manovra

La pace fatta all’interno della maggioranza nel corso della riunione fiume di lunedì porta con sé un nuovo contributo, stavolta da 400 milioni di euro, a carico di banche e assicurazioni. Servirà a finanziare la cosiddetta Ires premiale, vale a dire la riduzione dell’Ires per le imprese che investono e creano posti di lavoro stabili.

Una notizia che ha colto di sorpresa l’intero comparto, che dopo le polemiche dei mesi scorsi, tutto si aspettava tranne che “essere tirato di nuovo in mezzo”. 

L’Ires premiale: che cos’è 

L’Ires è un’imposta sul reddito che viene pagata da 1,3 milioni di società ed enti. La sua aliquota è del 24 per cento, ma l’intenzione del Governo è quella di ridurla, applicando uno sconto di quattro punti percentuali a favore di chi reinveste gli utili in azienda. Per farlo però servono le coperture e da tempo si sa che la coperta è sempre più corta.

Da qui, l’idea: chiedere un ulteriore contributo alle banche e alle assicurazioni che da due anni a questa parte macinano utili da record per finanziare la misura.

Il contributo delle banche

Il contributo dovrebbe ammontare a 400 milioni di euro, una cifra contenuta, che si aggiunge ai 3,4 miliardi di euro in due anni che le banche dovranno versare attraverso un differimento di alcune detrazioni che riguardano i costi di svalutazione degli asset, cioè i beni e le risorse posseduti. 

La misura entrerà in Manovra nel corso della fase di conversione in Parlamento. “Aspettiamo la norma che il Mef sta preparando, pare che siano cifre modeste, ma sul principio non sono d’accordo, come non eravamo d’accordo in passato” ha detto il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli. 

La reazione delle banche

Secondo le indiscrezioni, i banchieri non avrebbero preso bene la notizia, arrivata già a cose fatte. Non tanto per la cifra, irrisoria, quanto per il metodo. Nessuno però commenta e tutti attendono il testo. 
“Esamino solo testi giuridici, che non ho visto e che non ci sono. Gli emendamenti che ci sono li abbiamo visti, altro non posso dire” ha detto Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, a chi gli chiedeva un commento sulla nuova misura.

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