X

L’inverno morde: come mantenere la nostra automobile in perfetta efficienza

Foto di Skica911 da Pixabay

Le gomme pronte a tradirci, la batteria che ci abbandona, i tergicristalli che smettono di fare il loro dovere. Per non parlare delle insidie, altrettanto micidiali se non di più, che il Generale Inverno è pronto a riservare alla nostra automobile. Come fronteggiarle? Come metterci al sicuro? La trappola numero uno si chiama distrazione. O meglio, imprevidenza. O, se vogliamo, trascuratezza. Poco giustificabile. Con le automobili moderne basta poco, molto meno di quello che accadeva solo vent’anni fa, per ridurre al minimo l’eventualità di un guasto o un inconveniente.

Vediamo allora come fare il nostro dovere, non solo nel doveroso rispetto dei criteri di prudenza nella guida (osservare il codice, non bere alcolici prima di metterci al volante, non usare il telefonino senza il vivavoce) ma anche per le poche ma indispensabili opere di manutenzione, anche fai-da-te, che con un impegno davvero limitato possono evitarci molti problemi.

Tagliandi: facciamoli così, non solo con la “casa madre”

Primo accorgimento: rispettare le scadenze e le modalità previste per i tagliandi periodici di controllo e manutenzione. Non solo perché il loro mancato rispetto fa decadere l’impegno contrattuale della garanzia biennale per la nostra auto e tutte le sue componenti, ma anche perché il tagliando, nelle auto di ultima generazione, ci mette “quasi” al sicuro. Quasi, perché qualche controlo periodico extra lo dobbiamo comunque fare.

Conviene sapere che con le nuove normative imposte dall’Europa non siamo più strettamente vincolati ad effettuare il tagliando in un’officina ufficiale della casa madre ma possiamo anche rivolgerci ad un’altra officina purché autorizzata, facendoci rilasciare la documentazione formale di quello che viene effettuato rispettando i dettami della casa costruttrice. Il nostro consiglio è comunque quello di far effettuare il tagliando direttamente nell’officina della casa madre almeno per i primi due anni, quelli della garanzia legale, per metterci al riparo da qualunque tipo di contestazione o anche di discussione in caso di guasto coperto dalla garanzia.

Ruote e gomme, la distrazione può costare cara

Veniamo al capitolo delle cose che possiamo fare anche da soli. Cominciammo dalle gomme, importantissime e insidiose. È bene controllare la pressione ogni 15 giorni e visto che ci siamo anche lo stato di usura. Per la pressione dobbiamo osservare minuziosamente i parametri che troviamo sul libretto di manutenzione, molto spesso stampati anche nella parte di carrozzeria nascosta dall’apertura della portiera del guidatore.

Una pressione scorretta crea grossi problemi comunque, a cominciare dalla errata sincronia con la funzione degli ammortizzatori. Se la pressione è troppo bassa le ruote faranno più attrito, consumeremo di più e terremo peggio la strada. Se troppo alta consumeremo irregolarmente i battistrada, gli ammortizzatori saranno più sollecitati, il comfort ne risentirà.

Come controllare correttamente la pressione? I parametri indicati si riferiscono a un controllo a freddo, prima di muovere la macchina. Condizione difficile, a meno di non essere dotati dell’attrezzatura e di misurare la pressione noi stessi. Altrimenti dobbiamo ricorrere al benzinaio o al meccanico. In ogni caso bisogna tenere conto della sovra-pressione da calore generato dal rotolamento: a gomme “calde” tariamo la pressione a uno o due decimi di bar in più rispetto a quanto indicato a freddo (ad esempio a 2.6 invece di 2.4).

Il controllo va fatto anche dopo aver portato l’auto dal gommista, ad esempio per la sostituzione delle gomme estive (o, come consigliabile, delle ruote intere) con le invernali o viceversa. Molti gommisti, anche quelli bravi, tendono a gonfiare le nostre gomme ad una pressione abbondante e uguale per tutte le auto e sia per le ruote anteriori che posteriori. Usciti dal gommista ricordiamoci in ogni caso di ritarare, consultando il libretto di istruzioni, l’eventuale sensore automatico di pressione che in questo caso viene indicata direttamente sul cruscotto: a quel punto penserà lui, automaticamente, a informarci se la pressione va ripristinata.

Quanto lo stato di usura ricordiamoci che lo spessore minimo del battistrada previsto dalle norme è di 1,6 millimetri, ma è bene cambiare il nostro pneumatico non appena si scende sotto i 2 millimetri.

Olio, un’incombenza rara, ma l’errore è in agguato

Un’auto recente e in buona salute non consuma olio, che va comunque controllato periodicamente proprio per testare lo stato del motore (se consuma più di un quarto di litro ogni mille chilometri qualcosa non va) e intervenire per tempo. In caso di rabbocco non va mai superata la quantità massima segnata dall’asticella e va usato un olio che non necessariamente deve essere della stessa marca dello stesso tipo di quello originale ma deve comunque avere le stesse identiche specifiche. Guardiamo l’etichetta.

L’olio motore può essere semi-sintetico (detto più correttamente a base sintetica) o totalmente sintetico, con una gradazione mostrata da un codice che indica il grado e le caratteristiche di viscosità: ad esempio 10W40 indica la viscosità di grado 10 (più fluido) in inverno (winter) che grazie alla tecnologia multi grado degli oli moderni diventa 40 a temperature esterne più elevate. Le auto più moderne tendono ad avere una viscosità tendenzialmente minore rispetto al passato per diminuire gli attriti e i consumi, fino ad arrivare a una gradazione 0W15 negli ultimi motori ibridi che rimangono spenti per una parte del nostro tragitto e dunque lavorano a temperature di esercizio un po’ più basse.

Liquido radiatore, la trappola del blu e dell’arancione

L’eventuale controllo e rabbocco del liquido radiatore va fatto rigorosamente a freddo (a, meno di emergenze come la sempre più rara ebollizione con fumo dal motore, che ci obbligano a chiamare il carro attrezzi) utilizzando l’apposita vaschetta di espansione che mostra i segni del minimo e del massimo.

Tutto facile? Sì, ma con due insidie. La prima è nota: mai utilizzare l’acqua del rubinetto. Solo per emergenza possiamo utilizzare l’acqua demineralizzata per il ferro da stiro. La seconda insidia, meno nota, riguarda la tipologia del liquido radiatore, che può essere verde-blu o arancione. Guardiamo il colore del liquido contenuto nella nostra vaschetta d’espansione e utilizziamo il liquido specifico per radiatori dello stesso colore. Il blu è il più usato nei motori di concezione più vecchia, con una prevalenza di parti in ghisa, l’arancione indica un liquido a base organica più adatto ai moderni motori con prevalenza di parti in lega. Mai mescolare i due liquidi.

Altri liquidi da tenere d’occhio, anche quelli seminascosti

il liquido lavavetri è essenziale, specie in inverno, per la salute del parabrezza, selle sue spazzole (che vanno sostituite al primo cenno di deterioramento) e per la nostra sicurezza. Guai, anche qui ad usare l’acqua del rubinetto. E non va bene, neanche d’emergenza, l’acqua demineralizzata, che in inverno tenderà a gelare. Un buon liquido per vaschette del lavavetri è composto da una miscela di acqua demineralizzata, detergente e anticongelante. Non costa pochissimo e si consuma alla svelta, ma risparmiare non conviene.

Non fermiamoci qui, ma facciamo attenzione anche a due altri liquidi che raramente godono delle nostre attenzioni: il liquido idraulico dei freni e l’olio del cambio. Possiamo controllare il liquido dei freni con grande facilità osservando il piccolo serbatoio trasparente nel vano motore. Se il livello è tra il minimo il massimo tutto è a posto. Se è al minimo o sotto il minimo potrebbe esserci qualche pericolosa perdita nell’impianto: rabbocchiamolo con il liquido idraulico specifico (nulla ha a che fare né con l’olio motore né con il liquido del radiatore) e corriamo dal meccanico per una verifica approfondita.

Per controllare l’olio del cambio abbiamo bisogno di un’officina attrezzata, a meno di non avere competenze e attrezzature specifiche. Ma anche qui possiamo cavarcela con un controllo visivo piuttosto facile: osserviamo il fondo della nostra macchina in corrispondenza del motore e dell’albero di trasmissione (in caso delle trazioni posteriori o delle 4 × 4). Se non compare alcun trafilaggio e il pavimento del garage non ha macchie d’olio, tutto dovrebbe essere a posto. Ci penserà il meccanico a controllare ed eventualmente sostituire anche l’olio del cambio alle scadenze programmate in occasione del tagliando.

Starter d’emergenza, un super “powerbank” che ci salva

La batteria, si sa, può essere fonte di problemi. Perché vecchia (si mantiene in buona salute normalmente per cinque anni), perché si scarica quando lasciamo l’auto ferma per più di un mese (specie se al freddo) o se abbiamo un antifurto satellitare o qualche altro dispositivo che drena energia anche a macchina ferma. O più banalmente se abbiamo dimenticato accese le luci di emergenza o di parcheggio.

Chiamare l’elettrauto? Ricorrere ad un’altra automobile con i cavi elettrici che fanno da ponte tra le due batterie? La soluzione migliore è quella di dotarsi di un cosiddetto “starter”, una batteria supplementare di emergenza simile al cosiddetto powerbank che usiamo abitualmente per i telefonini, ma più grande e potente. Costa meno di 100 euro pesa comunque poco. Lo possiamo tenere tranquillamente nel portabagagli. In quasi tutti i casi, a meno che la batteria non sia davvero a zero, ci consente di riavviare il motore e di risolvere il problema. O magari di risolverlo a qualcun altro meno previdente di noi.

Related Post
Categories: News