Comanda l’Inter! La vittoria di Cagliari vale il primo posto in classifica in solitaria, seppur in attesa della risposta del Napoli di oggi. Risultato comunque straordinario, tanto più alla luce di uno scopre che, dopo 14 partite, vede i nerazzurri ancora imbattuti. Numeri eccellenti anche in virtù di un bomber come Icardi, ancora una volta decisivo: il capitano attraversa il classico “momento Re Mida”, solo che invece che in oro lui trasforma tutto in gol. Sul 3-1 della Sardegna Arena c’è la sua firma (doppia) ma ridurre l’Inter al solo Icardi sarebbe sbagliato. Oltre a lui c’è una difesa solida (Handanovic compreso, anche ieri decisivo), un duo di trequartisti come Candreva e Perisic che sforna assist a ripetizione, un allenatore come Spalletti che azzecca praticamente tutto quello che fa. E così i nerazzurri, pur senza brillare dal punto di vista del gioco, sanno sempre cosa fare e una volta gestita la sfuriata degli avversari finiscono per colpirli dove fa più male. È stato così anche ieri quando Icardi, servito da Candreva, ha freddato Rafael con un tocco ravvicinato (29’), vanificando così gli sforzi di un Cagliari partito fortissimo e fermato sullo 0-0 solo da Handanovic, grandissimo su Pavoletti. Nella ripresa Brozovic ha arrotondato con un bel destro dalla distanza, poi, dopo che i rossoblu erano rientrati in partita grazie a un gol dello stesso Pavoletti (71’), ecco il solito Icardi a ribadire in rete una mischia (decisiva la verifica del Var) e a chiudere ogni discorso. Un 3-1 che vale il primato in classifica e l’ennesimo mattoncino su una stagione sin qui straordinaria. “Abbiamo giocato una partita da squadra forte, riuscendo a gestire al meglio le difficoltà iniziali – l’analisi di Spalletti. – Col passare dei minuti ci siamo rimessi a posto e proprio nella sofferenza abbiamo dimostrato di essere un grande gruppo. Ho deciso che offrirò una cena a tutta la squadra, nessuno escluso”.
Oggi invece sarà la volta del Milan, atteso dalla partita casalinga contro il Torino (ore 15). Qui non ci si giocano punti pesanti per l’alta classifica eppure la tensione è altissima: i rossoneri non possono più permettersi errori, altrimenti, oltre a mettere a rischio pure la zona Europa League, si riaprirebbe ufficialmente il faldone della crisi. Il calendario poi parla chiaro: le prossime quattro partite (Torino, Benevento, Bologna, Verona) vanno vinte per cominciare a scalare una classifica che si è fatta preoccupante e che vede la squadra di Montella lontanissima dalla zona Champions, obiettivo minimo indicato in estate. Il 5-1 di giovedì sull’Austria Vienna fa pensare a un gruppo in crescita, ora però bisogna confermarsi anche in campionato. “La squadra sta bene, da adesso abbiamo la possibilità di giocare con la testa libera e concentrarci solo sul campionato, con settimane tipo e tempo per lavorare – l’analisi del tecnico rossonero. – Contro il Toro dobbiamo assolutamente vincere, anche se sappiamo che non sarà facile. Sappiamo che in campo può succedere di tutto ma voglio essere positivo”. Montella sa bene di essere in discussione, del resto le sue scelte (22 formazioni diverse in altrettante partite stagionali) non sono sempre lineari. Oggi per esempio sono in molti a chiedergli di confermare l’assetto a due punte visto in Europa, lui però sembra orientato a tornare al 3-4-2-1 con Donnarumma in porta, Zapata, Bonucci e Romagnoli in difesa, Borini, Kessie, Biglia e Rodriguez a centrocampo, Suso e Bonaventura alle spalle dell’unica punta Kalinic. Classico 4-3-3 invece per Mihajlovic, che risponderà con Sirigu tra i pali, De Silvestri, N’Kolou, Lyanco e Ansaldi nel reparto arretrato, Obi, Rincon e Baselli in mediana, Iago Falque, Belotti e Ljajic nel tridente offensivo.