L’Inter scappa, il Napoli riprende la corsa, il Milan crolla. Eccolo qui, in estrema sintesi, il sabato di Serie A, in attesa di una domenica che regalerà un big match come Fiorentina-Juventus (ore 20.45, partita confermata nonostante l’alluvione che ha messo in ginocchio Firenze), ma anche un Roma-Lecce decisamente interessante (ore 18). Inzaghi scappa e solo Allegri può stargli dietro, visto che Garcia è in ritardo e Pioli, al momento, è letteralmente in ginocchio.
Atalanta – Inter 1-2, Inzaghi: “I ragazzi sono stati bravissimi! Pavard? Temo che lo perderemo per un po’…”
Prova di forza maiuscola quella dell’Inter, capace di scollinare un duro ostacolo come l’Atalanta e mantenere la vetta, a prescindere da ciò che farà la Juventus. Ancora una volta i nerazzurri di Inzaghi hanno mostrato grandi capacità di adattamento alle partite, riuscendo a gestire l’aggressività iniziale dei bergamaschi per poi colpirli al momento giusto. Che è arrivato a pochi minuti dall’intervallo, quando Calhanoglu ha mandato in porta Darmian, costringendo Musso all’uscita disperata e all’inevitabile rigore, trasformato con freddezza dallo stesso centrocampista turco (40’). Poco prima Inzaghi aveva perso Pavard per infortunio al ginocchio (si attendono gli esami, ma la sensazione è che resterà ai box per un po’ di tempo) e stava seguendo il match con crescente preoccupazione, ma il gol nel finale di primo tempo lo ha rasserenato parecchio. Nella ripresa la sua squadra ha potuto giocare con maggior serenità riuscendo a colpire ancora la Dea, questa volta grazie a uno splendido tiro a giro del solito Lautaro (57’), sempre più leader di questa Inter. I giochi sembravano fatti, ma al 61’ Scamacca ha riaperto tutto sfruttando un pallone rubato da Lookman a Dimarco, forse con un fallo: non secondo arbitro e Var, che hanno convalidato e “regalato” un finale bollente. L’Atalanta ci ha provato con Hateboer e Scamacca, l’Inter ha risposto con Sanchez, peraltro capace di far espellere Toloi per doppia ammonizione e spegnere un po’ le velleità di rimonta.
“Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, i ragazzi sono stati bravissimi – ha esultato Inzaghi -. Abbiamo tenuto benissimo il campo, l’Atalanta ci ha messo pressione nei primi 20 minuti, poi siamo saliti in cattedra. Dopo il 2-0 eravamo in controllo, peccato per il gol subito che li ha riportati in gara, ma abbiamo fatto una bellissima partita. Vincere su un campo difficilissimo come questo è un bel segnale, però non siamo nemmeno a un terzo di campionato: ora ci sarà una partita importantissima in Champions, poi un altro match prima della sosta. Pavard? È l’unica nota negativa della serata, nello scontro con Lookman la rotula è uscita e poi rientrata. Il ragazzo è tranquillo, i dottori com’è giusto si prendono del tempo in questi casi, però a parere mio lo perderemo per un po’ di tempo”.
Milan – Udinese 0-1, Pioli amaro: “Prestazione non all’altezza, giusti i fischi verso di me”
L’Inter gode, anche perché il Milan è crollato clamorosamente sotto i colpi dell’Udinese. L’1-0 finale è figlio di un rigore di Pereyra (62’, fallo di Adli su Ebosele), ma anche e soprattutto di una partita orribile, nella quale sono mancate idee di gioco, spunti individuali e personalità. Un cocktail micidiale contro qualsiasi avversario, anche il più in difficoltà: basti pensare che i friulani, oltre a essere appena stati eliminati dalla Coppa Italia, non avevano ancora vinto una partita in campionato. Ieri sera però sono apparsi più sereni e compatti sin dall’inizio, anche perché il 4-4-2 scelto da Pioli (Giroud e Jovic punte centrali, Leao e Musah sulle fasce) si è arenato quasi subito, prigioniero di una manovra lenta e prevedibile, scossa solo dai tiri dalla distanza di Calabria e dello stesso Musah. Ben più pericolosa l’Udinese con Pereyra, sprecone su un assist involontario di Florenzi, prima di rifarsi con il rigore sopraccitato. Lì il Milan, già cambiato da Pioli con gli ingressi di Okafor e Adli al posto degli impresentabili Jovic e Krunic, ha capito di essere davvero nei guai, ma questo non è bastato per rimettere in piedi la partita, tanto che le occasioni migliori (Giroud, Okafor e Florenzi) sono arrivate in pieno recupero, figlie solo ed esclusivamente della forza della disperazione. I fischi assordanti di San Siro certificano la crisi, in attesa che il Psg ci dica se è solo passeggera oppure irreversibile.
“Non abbiamo fatto la partita che potevamo e volevamo fare, più è andata avanti e più abbiamo perso lucidità e qualità – l’analisi amara di Pioli -. In altre situazioni in cui non erano arrivati i punti le prestazioni c’erano state, questa volta no. Ci preoccupano sia i risultati sia la prestazione, non è andata come doveva, sapevamo che poteva essere una sfida pericolosa e rognosa, ma non può essere una scusante. È stata una prestazione non all’altezza, ora dobbiamo subito invertire la rotta. Parliamoci chiaro: dobbiamo fare meglio. I fischi dei tifosi sono giusti, specialmente quelli al mio indirizzo. Tutto dipende dai risultati, fino a pochi giorni fa nessuno parlava di problemi in società o di Pioli lasciato da solo. Io mi concentro sul livello di gioco che deve crescere e migliorare, per il resto non ho molto altro da dire. Il Psg? Dopo una delusione così è meglio preparare una partita del genere, dobbiamo affrontarla e abbiamo un solo risultato. Servirà una grande gara sotto tutti i punti di vista”.
Salernitana – Napoli 0-2, Garcia elogia Raspadori: “Ha tanta qualità, il suo problema è Osimhen…”
Torna a sorridere invece il Napoli di Garcia, uscito vittorioso dal derby di Salerno e tornato al quarto posto con 21 punti. Successo importantissimo per gli azzurri, che non potevano proprio permettersi un passo falso contro l’ultima in classifica, anche se viziato da un episodio decisamente discutibile. Il gol dello 0-1 di Raspadori (13’), infatti, è viziato da un fuorigioco di Olivera, solo che il Var non ha potuto annullarlo per questioni di protocollo: la Salernitana aveva toccato la palla, dando il via a una nuova azione e impedendo l’intervento in quella appena precedente. Storture di un regolamento cervellotico, difficilmente comprensibile dai tifosi che vedono annullare gol per centimetri e convalidarne altri per cavilli, ad ogni modo però il Napoli ha legittimato il vantaggio creando diverse occasioni, fermate da Ochoa (Raspadori e Zielinski) oppure dal palo dell’Arechi (Politano). Nel finale poi Elmas ha trovato il raddoppio con una splendida azione personale (82’), chiudendo ogni discorso e regalando a Garcia tre punti molto pesanti.
“Abbiamo iniziato bene, è la prima volta che segniamo nei primi 15’, era un nostro obiettivo – il commento del tecnico azzurro -. Poi siamo un po’ calati, ma non abbiamo concesso niente. Nel secondo tempo siamo ripartiti con qualità, movimenti giusti e gioco di prima, potevamo fare meglio, ma anche Ochoa e il palo ci han messo del loro. Alla fine poi abbiamo fatto il secondo gol che ha chiuso la gara, sono contento per Elmas. Raspadori? Ho visto in questo giocatore tanta qualità, ha senso del gol, un bel tiro, viene incontro, sa giocare con la squadra, è un falso nove, un trequartista ed è un polivalente: i suoi “problemi” sono Osimhen e il 4-3-3…”.
Fiorentina – Juventus (ore 20.45, Dazn)
Dopo le emozioni del sabato è tempo di concentrarsi sulle partite odierne, a cominciare da quella di Firenze. Un big match in piena regola per la Juventus, specialmente dopo i risultati del sabato, che la costringono a vincere per non perdere di vista l’Inter, ma anche per aumentare il vantaggio sul Milan. Tre punti darebbero una scossa fortissima al sogno Scudetto, tanto più che tra due giornate ci sarà lo scontro diretto con i nerazzurri: arrivarci “attaccati” in classifica avrebbe un valore, farlo perdendo terreno un altro completamente diverso. Di fronte poi ci sarà una Fiorentina motivatissima (non è un mistero che i viola sentano questa sfida come nessun’altra), e pure molto arrabbiata per gli ultimi risultati, che hanno un po’ ridimensionato le ambizioni del gruppo. Due vittorie con Empoli e Lazio, infatti, avrebbero trasformato la gara odierna in un vero e proprio scontro diretto, ma anche così la posta in palio resta decisamente alta. La partita poi sarà un confronto tra filosofie opposte: da una parte il “giochismo” di Italiano, sempre a caccia del gol in più sull’avversario, dall’altra il “risultatismo” di Allegri, improntato solo ed esclusivamente alla ricerca della vittoria.
La ricetta di Allegri: “La Fiorentina è una rivale per il quarto posto, dovremo essere granitici”
“Posso solo dire che affrontiamo una squadra molto forte che considero un’avversaria per la corsa alla zona Champions – il pensiero di Allegri -. Bisogna fare una partita di grande rispetto, la Fiorentina viene da due sconfitte e poi gioca in casa con la Juventus. Per avere una buona difesa all’interno della partita serve che tutti diano una mano, a partire dagli attaccanti che devono correre altrimenti ci abbassiamo: se fai una buona difesa fai un buon attacco, se fai un buon attacco fai una buona difesa. Noi lavoriamo tutti i giorni per crescere e costruire una squadra solida e granitica. Dobbiamo migliorare la percentuale realizzativa, su questo bisogna migliorare nella precisione e nell’efficacia di squadra, ma la nostra forza deve essere quella della compattezza da qui a fine stagione”.
Fiorentina – Juventus, le formazioni: Allegri sceglie la coppia Kean-Chiesa, Vlahovic in panchina
Scelte pressoché obbligate per Allegri in difesa e a centrocampo, mentre in attacco torna a esserci abbondanza. Il tecnico, infatti, dovrà nuovamente rinunciare a Danilo e fare i conti con l’assenza di Weah, che va ad aggiungersi a quelle “assodate” di Fagioli e Pogba, davanti invece potrà finalmente contare su tutte e quattro le punte, anche se con differenti stati di forma. Il 3-5-2 bianconero vedrà così Szczesny in porta, Gatti, Bremer e Rugani in difesa, McKennie, Miretti, Locatelli, Rabiot e Kostic a centrocampo, Kean e Chiesa in attacco. 4-2-3-1 d’ordinanza per Italiano, che risponderà con Terracciano tra i pali, Parisi, Milenkovic, Martinez Quarta e Biraghi nel reparto arretrato, Arthur e Duncan in mediana, Nico Gonzalez, Bonaventura e Brekalo (favorito su Ikoné) alle spalle dell’unica punta Beltran, preferito nuovamente a Nzola.
Roma – Lecce (ore 18, Dazn)
Sfida ad alta tensione anche all’Olimpico, dove la Roma di Mourinho non può far altro che vincere. Fallire contro il Lecce, infatti, avrebbe effetti pesantissimi sulla stagione giallorossa, già piuttosto lontana dalle aspettative iniziali. Lo Special One sa di non poter più sbagliare se vuole riavvicinare la zona europea e dare un senso al campionato, oltretutto a una settimana dal derby con la Lazio (attualmente distante 2 punti) dunque deve ritrovare la vittoria al più presto. La sconfitta di Milano ha aperto nuovamente il dibattito sul suo calcio, non tanto per l’1-0 finale, quanto per le modalità con cui è avvenuto. La Roma ha scelto di fare una partita pensando solo ed esclusivamente a difendersi, senza avere uno straccio di idea in fase offensiva: troppo poco, anche al netto delle pesanti assenze. Il resto lo hanno fatto le solite dichiarazioni contro arbitri e Lega Calcio, a cui il popolo giallorosso, però, sta dando sempre meno peso. Urgono risposte in campo e Mou, da vecchio lupo di mare, è pronto a darle, Lecce (fresco di eliminazione in Coppa Italia) permettendo.
Mourinho punge ancora la Lega: “Chi fa i calendari sembra sceso col paracadute”
“Noi parliamo del calendario dall’inizio del campionato, non per la prima volta dopo il ko con l’Inter – ha esordito Mourinho in conferenza stampa -. Io capisco che nel calcio c’è tanta gente che è arrivata con il paracadute, non è il loro mondo, vengono per status, per politica, per un bell’abito. A questo tipo di persone, che vanno rispettate per il loro status, non vale la pena rispondere, non sanno cosa sia giocare due giorni dopo o cosa fa la differenza, oppure lo sanno e fanno finta di non saperlo e questo è più grave. Io dico che se mancano cinque titolari all’Inter ce ne sono altri cinque, così come al Milan, alla Juve, all’Atalanta e alla Fiorentina, mentre noi non ce li abbiamo. Anche con il Lecce saremo senza Paredes perché squalificato, poi avremo metà Dybala e un terzo di Renato Sanches, ma cercheremo di vincere perché ora siamo più vicini alla Champions”.
Roma – Lecce, le formazioni: Mou ritrova la coppia Lukaku-Dybala, Renato Sanches in panchina
Mourinho perde Paredes per squalifica, ma ritrova Dybala e Renato Sanches, anche se ancora lontani dalla condizione migliore. L’idea è di far fare a entrambi il “tagliando” in vista del derby di domenica prossima, ancor più importante del solito viste le difficoltà di classifica di tutte e due, ma solo la Joya partirà dall’inizio, mentre il portoghese dovrebbe subentrare a gara in corso. Lo Special One si affiderà così a un 3-5-2 con Rui Patricio in porta, Mancini, Llorente e Ndicka in difesa, Karsdorp, Bove, Cristante, Aouar e Zalewski a centrocampo, Dybala e Lukaku in attacco. Classico 4-3-3 invece per il Lecce di D’Aversa, che tenterà il colpaccio con Falcone tra i pali, Gendrey, Pongracic, Baschirotto e Gallo nel reparto arretrato, Rafia, Ramadani e Gonzalez in mediana, Almqvist, Krstovic e Strefezza nel tridente offensivo.