Lo scudetto torna a essere un affare tra Inter e Napoli. Le vittorie su Udinese e Milan mantengono vive le speranze di entrambe, mentre l’Atalanta, sconfitta a Firenze (1-0, gol di Kean) e scivolata a meno 9, farà bene a guardarsi le spalle e a difendere il piazzamento Champions. Corsa altrettanto avvincente quella al quarto posto, con ben cinque squadre in altrettanti punti: stasera la Lazio, impegnata nel posticipo contro il Torino (ore 20.45), proverà ad accorciare ulteriormente la classifica, mentre il Milan, a meno di clamorosi colpi di scena, non fa più parte della contesa, essendo sprofondato a 9 punti dal Bologna.
Napoli – Milan 2-1: azzurri avanti con Politano e Lukaku, i rossoneri si svegliano troppo tardi
Il Napoli resta in scia all’Inter e tiene vive le speranze scudetto. È questo il titolo che emerge dalla notte del Maradona, una sorta di finale sia per la corsa al titolo degli azzurri che per quella al quarto posto dei rossoneri. Ha vinto Conte e questo fa sì che il duello con l’Inter resti accesissimo, mentre Conceiçao sprofonda a meno 9 dal Bologna, avversario proprio del Napoli nel prossimo weekend di campionato.
Partita ricca di emozioni sin dai primissimi secondi di gioco, tra due squadre che si sono divise equamente il dominio (un tempo a testa), non il risultato: quello, come spesso accade, se l’è preso Conte, lasciando il Milan a interrogarsi sul perché dell’ennesimo approccio fallimentare. Al Napoli sono bastati 62 secondi per fare male al Diavolo con Politano, lesto ad approfittare di una dormita di Theo Hernandez e Pavlovic e battere Maignan con il sinistro. Un gol a freddo che ha scombussolato i rossoneri, esaltando invece là squadra di Conte, che al 19’ ha colpito ancora con Lukaku, bravo e fortunato nel bucare la porta del francese nonostante un tiro strozzato. Milan completamente in balia degli azzurri, almeno fino all’intervallo. La prima mossa di Conceiçao è stata quella di inserire Leao al posto di Bondo e il Diavolo ha cominciato a macinare occasioni. Al 55’ il portoghese ha calciato a lato di destro, al 60’ Gimenez, appena entrato, ha avuto lo spazio per calciare col sinistro, ma il tiro è terminato alto. Al 69’ il messicano ha avuto l’opportunità di accorciare le distanze dal dischetto, dopo il fallo di Billing su Theo Hernandez, ma Meret lo ha ipnotizzato parando il rigore e facendo esplodere il Maradona. Che però ha dovuto soffrire fino all’ultimo secondo, perché all’84’ Jovic ha riaperto i giochi con un gol di rapina, trasformando il finale in un assedio a tinte rossonere. Ma il risultato non è più cambiato e Napoli ha potuto esultare a pieni polmoni, consapevole di aver vinto una partita delicatissima, forse addirittura fondamentale per le sue ambizioni.
Conte: “L’Inter è una corazzata, ma ci crediamo. Ora gestiamo bene Bologna e poi vediamo…”
“Dopo un primo tempo molto bello, praticamente dominato, abbiamo iniziato bene anche la ripresa ma poi era quasi inevitabile calare alla distanza, vista la situazione in cui siamo trovati – ha sottolineato Conte -. Dovevamo giocare 4-4-2 con Raspadori al fianco di Lukaku e McTominay largo a sinistra, ma all’ultimo si è fatto male quindi ho dovuto forzare con Anguissa, reduce da un problema agli adduttori, e Neres, che non giocava da tempo. Mi sono preso dei rischi, queste sono giornate in cui odi essere allenatore: prepari la partita in un certo modo e invece devi trovare velocemente soluzioni ai problemi. Una giornata molto faticosa, ho un forte mal di testa e infatti mi son fatto dare la tachipirina dal medico, ma sono contento. Questi tre punti ci lasciano in scia all’Inter e tengono a distanza la quinta in classifica, perché non bisogna dimenticare che l’obiettivo a inizio anno era tornare in Europa. Siamo lì, dopo 8 mesi di lavoro sarebbe folle non credere a qualcosa di straordinario. Abbiamo dato una risposta importante, non era facile giocare con l’Inter andata a +6 e contro una signora squadra come il Milan. Davanti abbiamo una corazzata come i nerazzurri, ora dobbiamo gestire bene il prossimo turno perché Bologna è un campo ostico, poi vedremo cosa accade…”.
Conceiçao: “Non cerco scuse ma in tre mesi qui è successo di tutto”
“Da quando sono qua, tre mesi più o meno, non ho mai trovato scuse, ma qui è successo davvero di tutto – ha spiegato Conceiçao -. Il dottore mi ha chiamato per dirmi che Loftus-Cheek doveva essere operato, Thiaw ha avuto problemi intestinali e Leao sentiva un po’ di fatica alla coscia. Dovevamo fare molto di più nel primo tempo, ma alla prima palla hanno fatto questo gol. In questo momento succedono queste piccole cose, ma non mi voglio aggrappare alla sfortuna anche se è stata una giornata nera. La reazione nel secondo tempo è stata molto positiva, il Napoli non ha più creato niente e credo che il risultato giusto sarebbe stato il pareggio. Ci è mancato qualcosina, ma io ho molta fiducia, nel gruppo l’ambiente è sano e non voglio cambiarlo. Mercoledì abbiamo una partita importante… Il rigore? Ci sono tre giocatori che si allenano per calciarli, Pulisic l’ha lasciato a Gimenez che non segna da un po’ e a quel punto non sta a me decidere. Questo però vuol dire che lo spogliatoio è unito, c’è frustrazione perché secondo me non meritavamo questo epilogo”.
Inter – Udinese 2-1: Inzaghi sorride con Arnautovic e Frattesi, poi Sommer lo salva nel finale
Altro che passeggiata. L’Inter ha sì battuto l’Udinese, ma al termine di una partita tirata e sofferta, che avrebbe anche potuto terminare con un risultato diverso. La notizia migliore, a conti fatti, è la vittoria, eppure i nerazzurri dovranno trarre insegnamento in vista delle prossime otto giornate: non esistono gare “facili” e la concentrazione dev’essere sempre al massimo. L’Inter, indebolita dalle assenze di Lautaro, Dumfries e Bastoni, è entrata in campo consapevole dell’importanza dei tre punti, dominando di fatto il primo tempo.
La prima occasione è arrivata dopo soli 42 secondi con Calhanoglu (destro dal limite sull’esterno della rete), poi è toccato a Frattesi spaventare Okoye con un palo esterno da pochi passi. Il gol era nell’aria ed è diventato realtà al 12’ grazie ad Arnautovic, autore di un bel sinistro su assist di Dimarco, dopo un’azione partita da destra con Thuram e conclusa sulla fascia opposta. Udinese in bambola e poco prima della mezz’ora ecco il raddoppio nerazzurro, questa volta con Frattesi, in buca con un piatto destro ravvicinato. Sembrava tutto facile, invece nel secondo tempo le cose sono cambiate, perché l’Udinese è scesa in campo con maggiore coraggio, mentre l’Inter ha abbassato ritmo e concentrazione.
I nerazzurri, forse confusi dalla girandola di cambi (fuori Arnautovic, Dimarco, Frattesi e Calhanoglu, dentro Correa, Bisseck, Barella e Asllani), hanno iniziato a perdere le distanze è i friulani ne hanno approfittato trovando il gol con Solet, bravissimo a battere Sommer con un destro dalla distanza dopo una cavalcata solitaria (72’). Match improvvisamente riaperto e San Siro gelato, anche perché due minuti dopo Lucca, dimenticato dalla difesa interista, ha sfiorato il 2-2 con un bel colpo di testa salvato solo da un grande intervento di Sommer. Preludio a un finale al cardiopalma, che ha visto l’Inter soffrire oltre ogni ragionevole aspettativa, tanto da provocare l’espulsione di Inzaghi e, soprattutto, rischiare una clamorosa palla-gol per l’Udinese, a un passo dal pari con il solito Solet (altra paratissima di Sommer).
Inzaghi: “Avevamo iniziato bene, ma dopo il gol di Solet abbiamo perso lucidità”
“Rischiavano di non vincere una partita dopo aver fatto un grandissimo primo tempo, in cui sicuramente avremmo meritato più dei due gol – l’analisi di Inzaghi -. Poi nella ripresa non abbiamo approcciato bene, però avevamo rischiato poco o niente. Dopo il gol di Solet, invece, abbiamo perso lucidità e distanze e smesso di giocare. La mia espulsione? È giusta perché ho sbagliato, mi sono arrabbiato su un fallo subito da Correa e da lì è arrivato il calcio d’angolo e l’occasione di Solet. A volte l’adrenalina gioca brutti scherzi, sono stato espulso e non ci sarò la prossima partita col Parma. Mi fa piacere condividere con voi le difficoltà, ma mi avrebbe fatto piacere condividere anche l’ottimo primo tempo che avete visto, da grande squadra. L’Udinese ha messo in difficoltà tante squadre, nel calcio ci sono anche gli avversari. Il mio futuro? Io sto bene all’Inter, mi sento apprezzato dalla società e sto molto bene con i giocatori. Come abbiamo fatto ogni stagione, alla fine vedremo il da farsi, ma c’è grande sintonia”.
Lazio – Torino (ore 20.45, Dazn)
Superare il disastro di Bologna e ripartire. Questo è l’obiettivo dichiarato, sancito da una sorta di patto nello spogliatoio subito dopo il ritorno dei nazionali, sotto lo sguardo del Ds Fabiani. Ogni partita deve essere affrontata come una finale, sia in campionato che in Europa League, e non è ammesso alcun errore o distrazione. Contro il Torino, la Lazio è chiamata a tornare alla vittoria all’Olimpico, un’impresa che è riuscita solo due volte nelle ultime sette partite in campionato, l’ultima delle quali il 9 febbraio contro il Monza.
Giovedì sono stati effettuati gli esami medici per Castellanos, che sta lavorando per riuscire a rientrare nel derby del 13 aprile. Anche stavolta, dunque, Baroni dovrà scegliere il sostituto: sarà Noslin, che ha passato le ultime due settimane a Formello, a differenza di Dia, reduce dalle fatiche con il Senegal. A centrocampo ci sarà spazio per Dele-Bashiru, mentre in difesa si rivedrà Luca Pellegrini al posto dell’infortunato Tavares, che dovrebbe rientrare contro l’Atalanta. Le ultime settimane hanno dato l’impressione che la Lazio stia attraversando un momento di flessione. Nonostante ciò, la squadra è riuscita a conquistare due vittorie cruciali, per giunta in pieno recupero, sia a Plzen che a San Siro contro il Milan, ma queste restano le sole nelle ultime otto partite (inclusa l’eliminazione dalla Coppa Italia contro l’Inter). Un aspetto fondamentale sarà la gestione del doppio impegno, con la speranza che la Lazio possa arrivare fino alla finale di Europa League: in match di andata contro il Bodo Glimt in Norvegia, tanto per fare un esempio, è fissato tre giorni prima del derby… Certo, alcuni problemi possono essere considerati un privilegio, ma la stanchezza fisica e mentale va messa in conto, soprattutto in una battaglia così serrata per la qualificazione alla prossima Champions League.
Lazio – Torino, le probabili formazioni
Lazio (4-2-3-1): Provedel; Hysaj, Gila, Romagnoli, Marusic; Guendouzi, Rovella; Tchaouna, Pedro, Zaccagni; Noslin
In panchina: Mandas, Furlanetto, Gigot, Provstgaard, Tavares, Lazzari, Basic, Dele-Bashiru, Isaksen, Belahyane, Dia
Allenatore: Baroni
Indisponibili: Patric, Ibrahimovic, Castellanos
Squalificati: Vecino
Torino (4-2-3-1): Milinkovic-Savic; Walukiewicz, Maripan, Coco, Biraghi; Ricci, Casadei; Lazaro, Vlasic, Elmas; Adams
In panchina: Paleari, Donnarumma, Masina, Sosa, Gineitis, Linetty, Pedersen, Dembelé, Ilic, Tameze, Karamoh, Sanabria
Allenatore: Vanoli
Indisponibili: Zapata, Schuurs, Savva, Ilkhan, Njie, Salama
Squalificati: Nessuno