Il ruggito dell’Inter. I nerazzurri si prendono il derby di Milano e volano in testa alla classifica in solitaria, per giunta a punteggio pieno. Decisivo un gran sinistro di Guarin a metà ripresa, che regala a Mancini un successo pesantissimo e lascia a Mihajlovic l’amarezza tipica della sconfitta. Promossa l’Inter, rimandato il Milan: parlare di una bocciatura, infatti, sarebbe fin troppo eccessivo.
La stracittadina di San Siro ha vissuto sul filo dell’equilibro, con due squadre capaci di sfidarsi a viso aperto e a ritmi ben più alti del (triste) recente passato. Partite così si decidono con gli episodi o con le prodezze individuali e mentre i solisti rossoneri non sono riusciti a trovare il guizzo vincente, quelli nerazzurri hanno saputo sfruttare l’occasione giusta.
“Siamo solo a inizio stagione e manca ancora molto per essere al top – le parole di Mancini. – Comunque era importante vincere anche se non si può ancora guardare la classifica. Tra 10, 12 o forse 15 partite si capiranno i veri valori del campionato, noi dobbiamo migliorare e farci trovare pronti”.
Ha scelto il low profile il tecnico di Jesi, consapevole che il cammino verso la gloria è ancora lunghissimo. Certo però che l’Inter convince sempre di più. I nuovi acquisti funzionano bene (promosso Felipe Melo, da rivedere Perisic), la panchina è lunga e le mosse tattiche si stanno rivelando azzeccate.
Il Mancio, costretto a rinunciare a Miranda, sceglie di puntare su Medel in difesa, ispirandosi dunque a quanto già avviene nella nazionale cilena (seppur in una linea a tre), lancia Felipe Melo in mediana con Kondogbia e Guarin ai lati, chiede a Perisic di giocare da trequartista per non snaturare il lavoro fatto sin qui, si affida alle certezze Icardi e Jovetic in attacco.
Novità anche in casa Milan, soprattutto a centrocampo: Mihajlovic lascia in panchina De Jong, affida la cabina di regia a Montolivo in una linea a tre con Bonaventura e Kucka, a supporto di un tridente d’attacco in cui Honda agisce alle spalle di Bacca e Luiz Adriano.
E’ proprio il Milan ad avere la prima palla gol: Murillo regala palla a Bacca, il colombiano serve il compagno di reparto nello spazio ma Handanovic mura alla grande (3’). L’Inter reagisce con un tiro dalla distanza di Jovetic, i rossoneri ci riprovano ancora con Luiz Adriano. La partita è bella e intensa, le squadre si affrontano con intelligenza e qualità divertendo gli 80 mila di San Siro.
Sul finire del primo tempo l’Inter ha altre due occasioni importanti: Jovetic sfiora l’incrocio dalla distanza (39’), Icardi viene stoppato alla grande da Diego Lopez (46’). La ripresa prosegue sotto il segno dell’equilibrio, nell’attesa che qualcuno degli attori decida di ergersi a protagonista. Il ruolo se le prende Guarin, che infila la porta rossonera dalla distanza con un sinistro da applausi (58’).
Mihajlovic decide di calare la carta Balotelli e la mossa, seppur con qualche perplessità (perché fuori Bacca e non Honda), rischia di pagare non poco. Supermario entra motivatissimo e sfiora il pareggio in due occasioni, prima con un gran destro da fuori area che si stampa sul palo (78’), poi con una punizione che costringe Handanovic alla parata più difficile della serata (82’). E’ questo l’ultimo brivido di un derby all’altezza della Scala del calcio, che finisce dunque per tingersi di nerazzurro.
“C’è delusione perché non meritavamo di perdere – il pensiero di Mihajlovic. – E’ chiaro che il risultato sia la cosa più importante, questa sera però ho ritrovato la mia squadra e sono convinto che giocando così arriveranno diverse vittorie”.
Intanto però il Milan naviga nelle torbide acque di metà classifica, a meno 6 dall’Inter capolista e con diverse squadre di livello davanti (su tutte Roma, Lazio e Fiorentina). Siamo solo alla terza giornata, d’accordo, intanto però l’alba del campionato si tinge di nerazzurro. E questo, pur con tutte le varianti del caso, può già significare qualcosa di importante.