Missione compiuta! L’Inter batte il Bologna con un convincente 2-1 e rilancia la sua candidatura per il terzo posto: quest’oggi Mancini potrà guardare Roma e Fiorentina con maggiore serenità. Buona partita quella di ieri sera, molto più di quanto non dica il risultato finale. I nerazzurri hanno confermato i progressi mostrati contro Juve (in Coppa Italia) e Palermo e ora possono pensare alla sfida dell’Olimpico (sabato prossimo) con ritrovata fiducia. Da San Siro però non ci sono solo buone notizie: Icardi si è infortunato (distorsione al ginocchio, oggi gli esami) e Palacio, diffidato, è stato ammonito. Problemi in vista per Mancini, costretto a giocarsi lo “spareggio” Champions in casa della Roma senza due dei suoi uomini migliori, a questo però si penserà solo nelle prossime ore: adesso infatti è il caso di godersi la vittoria sul Bologna, la seconda consecutiva dopo quella di domenica scorsa col Palermo. “Sono soddisfatto per la partita anche se nel finale ci siamo complicati le cose da soli – il commento del tecnico nerazzurro. – Era molto importante riuscire a vincere, i punti a disposizione sono tanti e può ancora succedere di tutto”. L’Inter è tornata a credere al terzo posto, d’altronde i segnali che arrivano da qualche gara sono positivi. Anche ieri i nerazzurri hanno mostrato una condizione fisica in crescita, oltre che una voglia di far punti che non si vedeva da diversi mesi. Per sbloccare il match col Bologna però ci sono voluti 72’: la supremazia tecnica e territoriale, infatti, non riusciva proprio a tradursi in gol. Poi però è salita in cattedra la coppia Perisic-D’Ambrosio, il primo con la rete dell’1-0 (colpo di testa ravvicinato su assist del terzino), il secondo con la zampata del raddoppio (76’, sempre sugli sviluppi di un corner). Il gol di Brienza (90’) ha fatto tremare San Siro per qualche minuto di troppo ma non ha cambiato la sostanza: l’Inter vince e si prende così 3 punti fondamentali per la corsa alla Champions.
Oggi invece i riflettori si sposteranno sulla sponda rossonera del Naviglio, con il Milan atteso dal Chievo nel match d’apertura della domenica (ore 12.30). Una partita importante per la classifica ma soprattutto per Mihajlovic, nuovamente sulla graticola dopo la sconfitta col Sassuolo, che ha di fatto chiuso le porte al sogno terzo posto. La settimana appena trascorsa ha visto tornare in bilico il tecnico serbo e l’incontro di venerdì con Berlusconi, se possibile, ha addirittura aumentato le polemiche. Colpa di una frase pronunciata da Sinisa a un tifoso (“non so se resto”), emblematica della precarietà del rapporto col presidente. “Ho semplicemente dato una risposta normale – ha ribattuto il diretto interessato. – So di avere un contratto fino al 2017 ma so anche che contano di più i risultati, esattamente come per ogni allenatore. Il mio rapporto con Berlusconi è ottimo, non capisco perché si debba sempre creare casino”. La partita di Verona potrà smorzare le voci o alimentarle ulteriormente, tutto dipenderà dal risultato. La sconfitta di Reggio Emilia infatti ha gettato sconforto sull’ambiente, mettendo fine a una striscia positiva che durava da 9 gare e, a meno di miracoli, al sogno Champions. “E’ bastata una giornata storta per passare da un estremo all’altro – ha sbuffato Mihajlovic. – Col Sassuolo avevamo cominciato bene, poi abbiamo preso gol e ci siamo sfilacciati. Ho detto ai ragazzi che questo non deve succedere, dobbiamo evitare di ripetere gli stessi sbagli”. Al Bentegodi vedremo un Milan diverso, “colpa” delle brutte prestazioni di Balotelli e Menez che hanno indotto il tecnico a lasciare il 4-4-2 in virtù del 4-3-3. Honda e Bonaventura si sposteranno sulla linea di Bacca, con Poli titolare in mediana assieme a Kucka e Bertolacci, a protezione della difesa composta da Abate, Alex, Romagnoli e Antonelli. Maran, abbastanza tranquillo visti i 34 punti in classifica (8 in più sul Frosinone terzultimo), proverà il colpaccio con il solito 4-3-1-2: Bizzarri tra i pali, Cacciatore, Dainelli, Cesar e Gobbi nel reparto arretrato, Rigoni, Radovanovic e Castro a centrocampo, Birsa sulla trequarti alle spalle della coppia d’attacco Meggiorini-Pellissier.