Operazione aggancio. L’Inter vuole rispondere alla Juventus, vittoriosa mercoledì contro la Sampdoria, e riprendersi la la vetta della classifica, seppur in condivisione. La partita con il Genoa (ore 18) diventa così fondamentale per tante ragioni, anche perché sarà l’ultima prima della sosta natalizia: passarla con 3 punti renderebbe tutto più dolce, viceversa c’è il rischio di rovinarsi addirittura le feste. Di fronte poi c’è un avversario in grande difficoltà, per nulla rigenerato dalla cura Thiago Motta, la cui unica vittoria risale al 26 ottobre contro il Brescia: da allora tre pareggi e quattro sconfitte in sette partite, l’ultima nel derby di sabato scorso. Messa così sembrerebbe una passeggiata, se non fosse che l’Inter arriva a questo impegno più rabberciata che mai.
Da almeno due mesi parliamo di una squadra in emergenza, ora però agli infortuni di Barella, Sensi, Sanchez, Gagliardini e Asamoah si sono aggiunte le squalifiche di Brozovic e Lautaro, costringendo Conte ad attingere addirittura dalla Primavera. “Abbiamo la coperta ancor più corta del solito ma sono fiducioso perché in queste condizioni sappiamo dare il meglio – ha glissato il tecnico. – Con il Genoa giochiamo la partita più importante dell’anno, stiamo costruendo qualcosa di grande e chiudere il 2019 in vetta agganciati alla Juve avrebbe un valore notevole. Il nostro cammino è appena iniziato, tra tante difficoltà: noi non dobbiamo vincere per forza, dobbiamo costruire un progetto per poter durare, essere credibili e vincere”. In effetti, dopo aver corso tanto, sarebbe un peccato chiudere l’anno male, tanto più che la sosta coincide con l’apertura del mercato.
La società sta lavorando per dare a Conte i rinforzi richiesti (Kulusevski o De Paul per l’attacco, Vidal a centrocampo e Marcos Alonso sugli esterni, più eventualmente un difensore se dovesse partire Godin), il resto però tocca a lui, con la consapevolezza che stare in cima al campionato può invogliare la proprietà a investire. E allora sotto con il Genoa, che il tecnico affronterà con un 3-5-2 quantomai d’emergenza con Handanovic in porta, Godin, De Vrij e Skriniar in difesa, D’Ambrosio, Vecino, Borja Valero, Agoumé e Lazaro a centrocampo, Lukaku ed Esposito in attacco. Sistema di gioco simile anche per Thiago Motta, bisognoso di punti per migliorare una classifica che lo vede tristemente al penultimo posto. Questa di San Siro non è certamente l’occasione più facile ma il tecnico ci proverà con Radu tra i pali, Biraschi, Romero e Criscito nel reparto arretrato, Ghiglione, Radovanovic, Schone, Cassata e Ankersen in mediana, alle spalle della coppia offensiva composta da Agudelo e Pinamonti.
Nel frattempo la Roma continua a vincere, tanto da insinuarsi prepotentemente nella parte alta della classifica. Il netto successo di Firenze significa vacanze al quarto posto, ma anche, se non soprattutto, una bella ipoteca sulla zona Champions, oltre che un messaggio forte e chiaro alle prime della classe: il 12 gennaio, dopo la sosta e il Torino, ci sarà Roma-Juventus all’Olimpico, e chissà che lo scudetto non possa trovare una pretendente in più. I risultati dei giallorossi (7 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta nelle ultime 9) autorizzano discorsi di questo tipo, del resto proprio come per i cugini laziali, anche perché confermano un trend assolutamente positivo, figlio di una fase difensiva solida e di una offensiva altrettanto efficace.
“Non so se sia riduttivo parlare solo di quarto posto, per me ciò che conta è la prossima partita – ha ammiccato Fonseca. – Devo dire che sono molto soddisfatto, abbiamo preparato bene la gara mettendo in campo tutto quello che avevamo studiato. Non era facile contro la Fiorentina, avevano fatto bene contro le grandi come Inter, Juventus e Atalanta. Abbiamo fatto una bellissima partita, ci sono degli aspetti da migliorare ma devo dire che l’evoluzione della squadra è buona, i giocatori sono fiduciosi e convinti dell’idea, questo mi rende contento”. In effetti la sensazione è di una Roma compatta con il suo tecnico, ormai convinta che, attraverso il suo calcio, si possano ottenere ottimi risultati. Il dato di fatto è che tutti stanno beneficiando di questo 4-2-3-1 atipico, nel quale Dzeko, oltre a segnare, svolge il ruolo di vero e proprio regista offensivo, come dimostrano i due assist di ieri.
Il bosniaco è stato il grande protagonista della partita del Franchi, anzitutto sbloccandola al 19’ su una grande giocata dell’asse Pellegrini-Zaniolo, dopodiché propiziando il terzo e il quarto gol dei suoi, prima aprendo per Lorenzo (73’) e poi per Nicolò (88’). In mezzo una grande punizione di Kolarov (21’) e una zampata di Badelj (34’) che sembrava poter riaprire i giochi, prima che la Fiorentina fosse costretta ad arrendersi alla superiorità degli avversari. L’altra faccia della medaglia della serata sono proprio i viola, costretti a fare i conti con l’ennesima sconfitta e una classifica che comincia a fare paura: ora la zona retrocessione, peraltro con una partita in più, è a soli 4 punti. E come era nell’aria, per Vincenzo Montella è arrivato l’esonero.