L’Inter cala il poker e si prende il secondo posto. Il 4-0 di Ferrara vale il controsorpasso su Atalanta e Lazio, ma soprattutto un meno 6 dalla Juventus (7 considerando gli scontri diretti a sfavore) che, almeno a livello matematico, tiene aperto il campionato.
Il vantaggio bianconero, a sole cinque giornate dalla fine, resta comunque piuttosto importante, ma la prossima giornata (Juve-Lazio e Roma-Inter) potrebbe ancora dire qualcosa: la sensazione è che il titolo si deciderà in questo weekend. Ad ogni modo i nerazzurri sono tornati lì e questo, alla luce di quanto accaduto nelle ultime settimane, apre tutta una serie di considerazioni, sia sui loro rimpianti (quanto pesano i punti persi con Sassuolo e Bologna!) che sugli errori della Juve, incapace di azzannare uno scudetto che sembrava ormai suo.
“Per noi era importante dare un segnale di continuità, di convinzione, di voglia e determinazione: queste partite, sulla carta, possono sembrare scontate o facili, ma sappiamo che non lo sono… – il commento di Conte – Siamo scesi in campo con la voglia di mettere l’ipoteca finale per il posto in Champions, rimetterci al secondo posto e avvicinare chi sta davanti, anche se è ancora lontano. Sono 6 punti, ma i segnali migliori questa squadra li dà a livello mentale, nonostante quei passi falsi commessi che potremmo pagare caro”.
Che l’Inter fosse strafavorita non c’erano dubbi, anche perché la Spal è ormai rassegnata alla retrocessione in B. Ma visto quanto accaduto con Sassuolo e Bologna, era meglio non dare nulla per scontato, tanto più che all’appello mancava un certo Lukaku, non proprio uno qualsiasi. Conte però dopo il lockdown ha ritrovato Sanchez e il cileno, in attesa di conoscere il proprio futuro (“valuteremo con l’allenatore, tenendo però presente che è del Manchester United”, le parole di Marotta nel prepartita), ha messo in mostra tutto il suo repertorio, nel tentativo di cancellare le delusioni della prima parte di stagione.
“Purtroppo Alexis si è fatto male, ma per fortuna abbiamo avuto una grande risposta da Lautaro e Lukaku – ha proseguito il tecnico nerazzurro – Ora inizia a stare bene, per il futuro è giusto parlare prima con la società, di certo c’è che adesso è totalmente ritrovato, si vede che ha entusiasmo, fame e voglia di giocare. Sono contento per lui, ora che sta bene è un’arma in più”.
Il Niño Maravilla è stato decisivo su due dei quattro gol interisti: assist a Candreva per l’1-0 (37’) e colpo di testa a battere Letica per il 3-0 (60’). In mezzo il raddoppio di Biraghi (55’), prima che Gagliardini chiudesse la contesa con il tap-in facile facile (anche se, visto il precedente col Sassuolo, non è il caso di dirlo troppo forte…) del poker nerazzurro.
Da segnalare anche un episodio di moviola, con Strefezza abbattuto da Handanovic in chiusura di primo tempo, col risultato fermo sullo 0-1. L’arbitro Giua, dopo essersi consultato coi colleghi al Var, non ha concesso il rigore perché il pallone, al momento del contatto, era già fuori dalla disponibilità dello spallino: decisione che, con un punteggio finale diverso, avrebbe fatto molto discutere…
Ora un giorno di pausa, poi, come detto in precedenza, sotto con la 34esima, per un weekend che si preannuncia più decisivo che mai. Verona-Atalanta (sabato alle 17.15), ma soprattutto Roma-Inter (domenica alle 21.45) e Juventus-Lazio (lunedì alle 21.45): incroci pericolosissimi, che molto probabilmente indirizzeranno la corsa al titolo una volta per tutte. Ai bianconeri servono 9 punti nelle prossime cinque partite per essere matematicamente campioni e questo solo se i nerazzurri dovessero fare bottino pieno, altrimenti ne basterebbero addirittura meno. Messa così non sembrerebbe esserci più storia, ma visti i chiari di luna di questo pazzo campionato, è meglio non dirlo troppo forte…