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L’Inter stende l’Atalanta e prenota lo scudetto, il Napoli frena, Juve e Lazio sprofondano

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Chiamatela pure mini-fuga. La domenica di campionato, ribattezzata da alcuni come “scudetto day”, sorride all’Inter di Inzaghi, capace di espugnare Bergamo (dunque di escludere, almeno per ora, l’Atalanta dalla corsa) e guadagnare pure due punti sul Napoli, fermato sul pareggio dal Venezia. Se non è un trionfo poco ci manca, perché se è vero che il +3 non basta a definire proprio nullo, lo è anche che il messaggio alla concorrenza è arrivato forte e chiaro. Ma la domenica appena trascorsa rischia di lasciare strascichi anche sulla corsa al quarto posto, attualmente occupato dal Bologna: i rossoblu hanno sotterrato la malcapitata Lazio con un clamoroso 5-0, poi si sono gustati il tracollo della Juve a Firenze (3-0). Thiago Motta resta al suo posto, ma la situazione è preoccupante. Cambiare allenatore, del resto, non è una medicina esatta, però a volte funziona: guardare la Roma di Ranieri, rientrata ufficialmente nella corsa grazie al successo sul Cagliari (1-0), per credere.

Atalanta – Inter 0-2: Inzaghi scappa a +3 sul Napoli, bergamaschi a meno 6

Vittoria importantissima per l’Inter di Inzaghi, che vale l’allungo sul Napoli (in una domenica, almeno sulla carta, sfavorevole) e una spallata, forse decisiva, all’Atalanta di Gasperini. Il match di Bergamo, proprio come da previsioni, ha regalato momenti di grande intensità, con i campioni in carica più bravi e concreti nelle fasi decisive. L’Inter è partita subito forte, sfiorando il gol dopo appena 7’ con Thuram, fermato dal palo a tu per tu con Carnesecchi. La prima occasione per l’Atalanta, invece, è arrivata al 18’ con un colpo di testa di Pasalic, salvato da un ottimo Sommer. L’equilibrio è perdurato per tutto il primo tempo, poi, a inizio secondo (dopo 6’ di sosta forzata per il malore di un tifoso sugli spalti), l’Inter ha colpito: calcio d’angolo di Calhanoglu e zuccata decisiva di Carlos Augusto (54’). Gasperini ha cercato di rivitalizzare i suoi con i cambi (dentro Ruggeri e De Ketelaere), ma la squadra di Inzaghi ha mantenuto il sangue freddo, impedendo all’avversario di esprimere le sue qualità migliori. Gasp ha provato il tutto per tutto inserendo anche Maldini e Samardzic, ma il tentativo di all-in è stato stoppato sul nascere dall’espulsione di Ederson, capace di prendere due gialli consecutivi per proteste e applausi ironici (81’). La rimonta, a quel punto, è diventata quasi impossibile e l’Inter, da squadra esperta qual è, le ha dato il colpo di grazia qualche istante dopo con Lautaro, glaciale nel battere Carnesecchi e firmare il definitivo 0-2 (87’). C’è stato ancora il tempo per le espulsioni di Gasperini (proteste) e Bastoni (doppio giallo), piccole macchie su una grande serata destinata, forse, a incidere tantissimo sui destini del campionato.

Inzaghi: “In giro sento tante chiacchiere, ma noi vogliamo solo vincere più partite possibili”

“Da allenatore sono molto soddisfatto soprattutto della prestazione – il commento soddisfatto di Inzaghi -. Abbiamo fatto una grande gara, anche se nelle ultime settimane abbiamo ricevuto molte critiche. In giro si parla tanto del fatto che potremmo non vincere nulla ma noi non ascoltiamo, siamo venuti a Bergamo con grande personalità e abbiamo vinto meritatamente. Avremmo anche potuto chiuderla prima, ho rivisto il gol annullato a Lautaro e per me era regolare. Abbiamo fatto una grande gara, l’Atalanta è una grande squadra e noi le abbiamo concesso veramente poco. Eravamo alla fine di un ciclo di partite interminabile, ne avevo 6 o 7 a curarsi sui lettini ma sono molto soddisfatto, ai ragazzi non posso chiedere di più. Con questo spirito possiamo fare cose importanti, vogliamo giocare più partite possibili. Sento tanti dibattiti sul fatto che l’Inter potrebbe non vincere nulla, ma questo è lo sport. Siamo contenti di giocare tante partite, adesso ci sarà la sosta e poi ricominceremo”.

Gasperini: “Partita rovinata dall’arbitro, non usciamo ridimensionati”

“L’espulsione ha rovinato il finale di partita ed è un peccato per tutti – ha puntualizzato Gasperini -. C’erano altri venti minuti da giocare ad alta intensità, l’arbitro ha esagerato nella valutazione. Ederson è un giocatore corretto, ha sbagliato nell’applauso ma non era un episodio da giallo, a volte si sorvola su parole e gesti ben peggiori rispetto a questa. Noi contro l’Inter subiamo molto spesso gol da situazioni da fermo, evidentemente sono più forti di noi su questo aspetto. Il match però aveva ancora tanto da dare, è stato assurdo rovinare una partita così bella. Mancano nove partite e dobbiamo ritrovare la forza di giocarle al meglio, ma non usciamo ridimensionati. Abbiamo giocato con coraggio contro una delle squadre più forti al mondo e avuto anche qualche occasione più di loro, fatta eccezione per il palo di Thuram. Se non guardiamo il risultato, dobbiamo essere orgogliosi di queste prestazioni”.

Fiorentina – Juventus 3-0: I bianconeri crollano ancora, ma Giuntoli conferma Motta

Disastro bianconero! La notte da sogno della Fiorentina, in estasi dopo il 3-0 sulla rivale di sempre, si contrappone all’incubo della Juventus, uscita con le ossa rotte anche dal Franchi e sorpassata in classifica dal Bologna. La notizia, a questo punto, è il non-esonero di Thiago Motta, confermato pubblicamente da Giuntoli nel post-partita. È evidente però che la sosta dovrà servire per ritrovare un po’ di mordente, altrimenti cambiare guida tecnica sarà inevitabile. Troppo molle la Juve vista ieri per non preoccupare in chiave quarto posto, obiettivo imprescindibile e, al momento, a serio rischio. Non appena messa sotto pressione, la squadra di Motta è sembrata del tutto priva di energie psicofisiche, proprio come domenica scorsa contro l’Atalanta. Già nei primi minuti si intuisce il copione della partita: la Juventus gestisce il possesso palla senza creare pericoli concreti, mentre la Fiorentina è aggressiva, ben organizzata in fase difensiva e rapida nelle verticalizzazioni. Un lancio lungo costringe Di Gregorio a uscire e anticipare Kean, con la difesa bianconera che appare disorientata. Al 15’ la Fiorentina passa in vantaggio con Gosens, lesto ad approfittare di un errore di Veiga e segnare con un sinistro ravvicinato. Il raddoppio arriva appena tre minuti dopo, con Mandragora che firma il 2-0 con un tiro incrociato su assist di Fagioli. In meno di venti minuti la Juventus è già sotto di due gol, totalmente in balia di un avversario tonico e motivatissimo, nonostante le fatiche europee di giovedì scorso. Le cose non cambiano neanche nella ripresa, anzi al 54’ la Fiorentina, approfittando degli spazi in contropiede, trova il 3-0 con Gudmundsson, autore di uno splendido gol dalla distanza.

La partita, di fatto, è finita lì, perché i viola hanno giustamente pensato a gestire le forze, mentre la Juve non è mai riuscita a impensierire seriamente De Gea. Situazione da allarme rosso, proprio come una classifica che comincia ad assumere contorni preoccupanti. Dopo la sosta ci sarà la gara casalinga contro il Genoa e Thiago Motta dovrà vincerla per forza, altrimenti continuare con lui diventerebbe quasi impossibile, perfino per chi l’ha scelto.

Giuntoli: “Dispiaciuti del momento, ma convinti di poterne uscire con Thiago Motta”

“In questi momenti delicati dobbiamo stare uniti – ha precisato Giuntoli -. Siamo molto dispiaciuti per le due ultime gare sotto livello, ma siamo convinti di uscirne tutti insieme sempre con Thiago Motta. Dai momenti di difficoltà si esce tutti insieme, il progetto è iniziato da lontano abbassando i salari e svecchiando la rosa. Dobbiamo pensare al nostro obiettivo primario di entrare in Champions che è ancora alla nostra portata. Cercheremo di analizzare in maniera lucida quello che è successo nelle ultime due settimane, ma ci vuole equilibrio, non si può passare dalle stelle alle stalle. Dopo la gara col Verona i media ci davano in corsa per lo scudetto… Dobbiamo avere equilibrio in campo e fuori, eravamo la migliore difesa del campionato e poi abbiamo preso 7 gol in due gare. Dopo una partita sbagliata finora la squadra aveva fatto sempre quella dopo giusta, è la prima volta che si inceppa per due di fila. In queste situazioni dobbiamo toccare tutti i temi: a livello tattico ci penserà il mister, come pure a livello psicologico. Tutti insieme gli dobbiamo dare una grande mano per ritrovare l’equilibrio di cui abbiamo bisogno”.

Venezia – Napoli 0-0: Conte stecca in laguna e scende a -3 dall’Inter

Impantanato e…staccato. Il Napoli si ferma in laguna, raccogliendo il quinto pareggio nelle ultime sette partite e perdendo l’opportunità di sfruttare lo scontro diretto di Bergamo: gli azzurri, anzi, hanno concluso una domenica che sembrava favorevole perdendo ulteriore terreno dall’Inter, ora avanti di 3 punti. Al Penzo, gli uomini di Conte hanno giocato un ottimo primo tempo, sbattendo però sul palo e su un Radu in stato di grazia, autore di almeno quattro grandi parate. Anche il Venezia ha avuto le sue occasioni (con Perez e il salvataggio sulla linea di Rrahmani su Fila), poi nella ripresa è riuscito a contenere gli azzurri, trovando comunque il modo di essere pericolosi con Nicolussi Caviglia. La classifica resta deludente, ma il pareggio mantiene vive le speranze di salvezza, anche se Di Francesco dovrà iniziare a vincere a partire dalla sfida contro il Bologna post sosta.

Oristanio parte in panchina dopo l’influenza, e nel 3-5-2 di Di Francesco, l’attacco è formato da Fila e Maric. Conte recupera Anguissa, ma conferma l’11 con Gilmour al fianco di Lobotka e Lukaku-Raspadori in avanti. Il primo tempo è ricco di emozioni: al 5’ Raspadori colpisce il palo, mentre al 13’ Meret salva su Fila. Radu è protagonista assoluto, respingendo due colpi di testa di McTominay e salvando su Lukaku e Di Lorenzo. Al 42’ il Venezia ha una doppia occasione con Perez e Fila, ma Meret e Rrahmani salvano Conte dalla beffa. Nella ripresa il Napoli cerca di chiudere il Venezia nella propria metà campo, ma senza riuscire a impensierire Radu come in precedenza: il tecnico tenta di rompere l’equilibrio con i cambi, ma con scarsi risultati. All’82’ Gytkjaer manca l’appuntamento con il tiro-cross di Zerbin, mentre al 93’ Simeone sfiora il gol su cross di Okafor. L’ultima chance è però per il Venezia con Nicolussi Caviglia, ma Meret respinge. Il Penzo festeggia, mentre il Napoli si lecca le ferite, sprecando l’ennesima occasione per mettere paura all’Inter.

Conte: “Meritavamo di vincere, ma il campo non era bagnato e la palla non scorreva”

“A livello di partita non penso che ci abbiano messo in difficoltà, il Napoli ha fatto il suo su un campo difficile contro una squadra in salute – il pensiero di Conte -. Chi ha giocato contro di loro ha sempre faticato, ma quando hai tante occasioni devi fare gol. Le occasioni loro sono nostre disattenzioni, quello che non deve mai accadere è il contropiede che abbiamo preso nel finale, abbiamo rischiato di portare a casa una sconfitta che in questo momento del campionato sarebbe stata diversa rispetto a un pareggio. La partita l’abbiamo fatta, non so per quale motivo il campo non era stato bagnato e la palla non scorreva. Forse era la prima volta che succede una cosa del genere quest’anno, ho chiesto a Eusebio se fosse una loro scelta ma mi ha detto di no. A noi non sposta niente, dobbiamo guardare a noi stessi e dare tutto come abbiamo fatto qui, poi alla fine vedremo i prodotti dei nostri sforzi. Sono stato sempre critico quando c’era da esserlo come a Como, ma questa volta no, è una partita che meritavamo di vincere ma un pareggio ci sta. Però il cervello deve restare sempre acceso…”.

Bologna – Lazio 5-0: l’estasi rossoblu vale il quarto posto, tracollo biancoceleste

Un trionfo da quarto posto. Il Bologna dimostra di essere ampiamente in corsa per un piazzamento Champions, a prescindere dal crollo della Juve: la facilità con cui ha sconfitto la Lazio (5-0), infatti, è un chiaro avvertimento per tutte le altre. Per Baroni invece si tratta di un clamoroso flop, non giustificabile neanche dalla stanchezza post Europa: gli impegni ravvicinati logorano, d’accordo, ma Fiorentina e Roma dimostrano che possono essere gestiti in ben altra maniera. La squadra di Italiano concede pochissimo e, quando può, attacca con grande efficacia. Il gol che apre le danze arriva al 16’, frutto di una splendida azione nata da Miranda e rifinita da Odgaard, perfetto nell’inserimento alle spalle di Gila per l’1-0 rossoblu. Il vantaggio non placa gli ardori bolognesi, tanto che Provedel è costretto agli straordinari per respingere un sinistro a giro di Orsolini.

All’intervallo Baroni lascia negli spogliatoi Isaksen, uno dei meno negativi nel reparto offensivo della Lazio, e inserisce Pedro. Ma è proprio l’inizio della ripresa a risultare fatale per i biancocelesti: al 48’ Ndoye serve Orsolini, che con un magnifico tocco sotto batte Provedel. Non c’è neppure il tempo di riprendere il gioco che il Bologna segna ancora con Ndoye e così la Lazio, in meno di 100 secondi, si ritrova sotto di tre gol. A certificare la giornataccia biancoceleste il palo di Zaccagni, preludio a un tracollo francamente ingiustificabile: al 74’ Castro realizza il quarto gol e all’84’ Fabbian serve il pokerissimo su assist di un indemoniato Miranda. Il 5-0 finale certifica le ambizioni europee di Italiano, mentre a Baroni non resta che interrogarsi sui perché di un momento così negativo, come dimostra l’unica vittoria raccolta nelle ultime cinque giornate di campionato.

Baroni: “Siamo arrivati corti e con poche energie contro un grande Bologna”

Siamo arrivati a questa partita corti, con poche energie, dopo una mattinata passata a parlare con chi aveva poche forze – il commento amaro di Baroni -. La squadra ha fatto un buon primo tempo, poi prendere secondo e terzo gol in pochi minuti ci ha tolto energie mentali. Quando trovi un avversario così diventa difficile arginarlo. Un allenatore quando perde così cerca sempre le motivazioni, ma io in questo momento vedo anche che abbiamo trovato un avversario che andava il doppio di noi, in più non siamo nemmeno stati fortunati. Ripeto, c’è stato troppo Bologna. Io vado sempre davanti alla mia squadra e anche stavolta ho accompagnato la squadra dai nostri tifosi, assumendomi la responsabilità. Ci hanno chiesto di dare il massimo da qui alla fine ed è quello che faremo. I nostri tifosi non ci faranno mai mancare il loro sostegno e con una sconfitta di questa entità mi sembrava corretto metterci la faccia”.

Roma – Cagliari 1-0: Dovbyk riporta Ranieri in piena corsa Champions

La Roma risponde presente nella lotta serrata per un posto in Europa. La squadra di Ranieri batte il Cagliari 1-0 e accorcia le distanze in classifica, portandosi a -2 dalla Lazio sesta e a soli 4 punti dalla zona Champions. Costretto a fare a meno dell’influenzato Pellegrini, il tecnico giallorosso schiera Soulé e Baldanzi dietro a Dovbyk, Saelemaekers a destra e Rensch in difesa. Nicola, invece, risponde con Prati in regia, Zortea e Obert sugli esterni e Viola alle spalle di Piccoli. Subito alta e aggressiva, la Roma inizia con maggiore determinazione nei duelli a centrocampo e prende il controllo del possesso palla. Caprile sventa un cross da sinistra, poi la difesa sarda respinge una conclusione di Soulé e il primo tempo si chiude senza particolari emozioni.

Nella ripresa la musica cambia, anche per merito di un Cagliari decisamente pericoloso: un destro di Deiola finisce largo, poi Svilar compie un grande intervento su una deviazione ravvicinata di Piccoli su cross di Zortea. Occasioni che danno fiducia ai sardi, ma a passare è la Roma con Dovbyk, che prima si divora il vantaggio a tu per tu con Caprile, poi lo trova in mischia sugli sviluppi di un corner (62’). La zampata dell’ucraino rompe l’equilibrio e dà il via alla girandola di cambi, con Ranieri che inserisce Dybala, El Shaarawy e Cristante al posto di Soulé, Baldanzi e Kone. Le mosse passerebbero abbastanza inosservate, se non fosse che la Joya, dieci minuti dopo il suo ingresso, deve abbandonare il campo per infortunio. Una bella tegola per i giallorossi, perché se è vero che la rosa offre diverse alternative, lo è anche che l’argentino resta il leader tecnico per eccellenza della squadra. Perderlo proprio ora che la classifica è tornata interessante sarebbe un bel problema, ma nel caso Ranieri non si fascerà certo la testa: considerando le difficoltà risolte da novembre a oggi, infatti, questa sarebbe davvero un’inezia.

Ranieri: “Ci siamo rialzati dopo l’Europa League! Dybala? Speriamo non sia nulla di grave”

“Ai ragazzi avevo chiesto di rialzarci dopo l’Europa League – ha spiegato Ranieri -. Dovevamo fare una gara di grinta, di impegno e di volontà. Il campionato nel girone di ritorno ha un’altra marcia, anche le altre gare hanno dimostrato che non è facile vincere. Quando sono arrivato ho pensato solo a mettere l’elmetto, a lavorare e a chiedere il massimo ai ragazzi. La squadra era senza autostima e aveva il pubblico contro, ora i tifosi ci sostengono e questo ci aiuta ed è meraviglioso. Dobbiamo continuare così perché non saranno solo rose e fiori nelle prossime gare, ma con questo pubblico potremo superare ogni scoglio. Dybala? Ha sentito dolore dietro e si è fermato. Non dovrebbe essere nulla al ginocchio, ma farà tutti gli esami di rito per verificare, speriamo non sia successo nulla. Dovbyk? È un ragazzo che ha bisogno d’affetto e comprensione, io e la squadra gli diamo tutto questo. Non deve vivere solo per il gol, deve trovarsi al posto giusto nel momento giusto e provarci. Sono contento per lui, era importante si sbloccasse”.

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