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L’Inter stende il Toro e balza al secondo posto: la Juve è costretta a rincorrere. Per Milan e Roma trasferte insidiose

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L’Inter resta in scia, ora tocca alle altre. L’anticipo di San Siro sorride ai nerazzurri, che grazie al successo sul Torino salgono al secondo posto in classifica a soli due punti dal Napoli di Conte. Il risultato sorride, la prestazione molto meno: la squadra di Inzaghi, nonostante la superiorità numerica per oltre 70 minuti, ha comunque incassato due gol, confermandosi lontana dagli standard della scorsa stagione. Ad ogni modo i 3 punti sono arrivati e la pressione si sposta su Juventus e Milan, chiamate a rispondere con CagliariFiorentina, senza dimenticare Lazio e Roma, obbligate a battere Empoli e Monza per non perdere terreno dalla zona Europa, anche in virtù delle vittorie di Atalanta (5-1 sul malcapitato Genoa) e Udinese (1-0 contro il Lecce).

Inter – Torino 3-2: Thuram trascinatore con una tripletta, ma il Toro (in 10) spaventa Inzaghi 

L’Inter chiude il mini-ciclo d’inizio autunno con un’altra vittoria, la terza consecutiva dopo quelle con Udinese e Stella Rossa, salendo al secondo posto e, soprattutto, archiviando le scorie del derby. Scenario complessivamente buono, eppure nell’ambiente nerazzurro serpeggia un pizzico di preoccupazione per i troppi gol subiti, figli di un atteggiamento un po’ troppo leggero. Non può essere un caso che anche ieri, nonostante un Torino ridotto in 10 dal 20’ (espulso Maripan per un fallaccio su Thuram), la squadra di Inzaghi abbia incassato due reti, esattamente come a Udine. In Champions invece la porta di Sommer è ancora inviolata, a testimonianza che la soglia d’attenzione, evidentemente, è molto più alta.

Nel complesso l’Inter ha meritato la vittoria, costringendo il Toro a una partita di grande sofferenza, acuita dall’espulsione dello sciagurato Maripan: il fallo su Thuram è da rosso diretto, con l’aggravante di essere arrivato dopo appena 20 minuti di gara. Poco dopo l’attaccante francese ha sbloccato il risultato con un bel colpo di testa (25’), ripetendosi con un’azione piuttosto simile al 35’. Il copione sembrava ormai scritto, invece ecco la dormita di Bisseck a propiziare il gol di Zapata e a riaprire la partita (36’). Scenario che si è ripetuto anche nel secondo tempo, con Thuram a chiudere la sua splendida serata con una tripletta (60’, anche se poi è stato costretto a uscire per un problema fisico) e il Toro a rientrare in corsa all’86’ grazie a un rigore di Vlasic, propiziato da un fallo di Calhanoglu su Masina.

La notte di San Siro, purtroppo, non ha regalato solo emozioni positive: da segnalare c’è l’infortunio di Zapata, uscito in barella dopo una brutta torsione del ginocchio sinistro. A fare la diagnosi ci penseranno gli esami odierni, ma la scena ha ricordato quanto accaduto a Bremer pochi giorni fa, nella speranza che stavolta le cose possano andare diversamente.

Inzaghi: “Bella reazione dopo il derby, ma bisogna migliorare nei dettagli”

“Dovevamo reagire dopo il derby e abbiamo vinto tutte e tre le gare con merito, alla squadra non posso dire nulla – ha commentato Inzaghi -. Certo, ci sono alcune cose da migliorare, dei dettagli, una gara come questa non doveva finire così, specialmente per quanto creato. Però vedendo una squadra che fa dei match così dopo il ko con il Milan posso dire solo una cosa ai miei, ossia ‘bravi’. In questo momento paghiamo ogni singola disattenzione, alla vigilia siamo stati molto sul campo per sistemare i dettagli e non lasciare nulla al caso. Stiamo pagando più del dovuto in alcuni match, ma posso dire che i ragazzi ci mettono tutto. Le condizioni di Thuram però non mi fanno stare tranquillo: ha preso un colpo sul tendine a fine primo tempo. Mi ha chiesto il cambio, poi l’ho visto sul lettino con la borsa del ghiaccio nello spogliatoio. Vedremo cosa diranno i medici, io sono un po’ preoccupato”

Juventus – Cagliari (ore 12:30, Dazn)

Ad aprire la domenica di Serie A saranno Juventus e Cagliari, impegnate nel lunch match dello Stadium. I bianconeri, reduci dalla splendida vittoria di Lipsia, vogliono confermarsi anche in campionato e proseguire il trend positivo che dura da inizio stagione, anche sfruttando l’onda lunga di un entusiasmo sempre più contagioso. Gli elogi, dopo il successo in Germania, sono stati tantissimi e hanno riguardato in primis Thiago Motta, artefice di un evidente cambio di mentalità rispetto al passato.

Non esiste controprova, quel che è certo è che per ritrovare una Juve così gagliarda in campo europeo bisogna andare indietro di molti anni e il merito è anzitutto suo, oltre che di alcuni giocatori finalmente tornati agli standard richiesti. Vlahovic, subissato di critiche per un inizio di stagione sottotono, s’è rifatto con quattro gol tra Genova e Lipsia, Conceiçao, rimasto ai box nel primo scorcio per un guaio fisico, ha già fatto la differenza con reti e giocate da urlo, per non parlare di Kalulu e Fagioli, entrambi finiti nel dimenticatoio (seppur per questioni molto diverse) e tornati grandi protagonisti. A rovinare un po’ il clima ci si sono messi gli infortuni di Nico Gonzalez e, soprattutto, Bremer, quest’ultimo fuori fino a fine stagione per la rottura del menisco. Thiago Motta dovrà così far di necessità-virtù almeno fino a gennaio, quando Giuntoli, salvo ripensamenti, acquisterà un rinforzo in difesa, di certo però l’assenza del brasiliano peserà parecchio nell’economia di un reparto praticamente perfetto. 

Thiago Motta: “L’assenza di Bremer pesa, ma tutti daranno qualcosa in più”

“Gleison è un giocatore importante per noi, mi dispiace tanto per il ragazzo anche umanamente parlando – ha ribadito Thiago Motta -. Adesso tutti noi daremo qualcosa in più, lui si sarebbe preso le responsabilità per dare una mano ai suoi compagni. Deve stare tranquillo e calmo, noi nel frattempo dobbiamo fare bene e aspettarlo. Questa contro il Cagliari sarà una partita diversa rispetto alla Champions, loro vengono da una bella vittoria e si difendono molto bene, Piccoli è in forma, Luvumbo è molto veloce, Viola si è confermato in ottime condizioni. Per questo noi dovremo fare bene il nostro lavoro, tutti possono giocare e stanno molto bene, chi entrerà domani darà qualcosa in più anche per la squadra. Non esistono vice di nessuno, sono tutti giocatori forti e la differenza la si fa soltanto se si lavora sempre ad alto livello. Pogba? Sarà la società a prendere una decisione non appena arriverà la comunicazione dal TAS. È stato un grande giocatore, è molto tempo che non gioca, ma ora sono concentrato sulla partita e non mi preoccupo di questa situazione”.

Juventus – Cagliari, le probabili formazioni

Juventus (4-2-3-1): Di Gregorio; Savona, Gatti, Kalulu, Cambiaso; Fagioli, McKennie; Conceiçao, Koopmeiners, Yildiz; Vlahovic

In panchina: Perin, Pinsoglio, Danilo, Rouhi, Cabal, Thuram, Locatelli, Douglas Luiz, Mbangula

Allenatore: Thiago Motta

Indisponibili: Milik, Adzic, Weah, Bremer, Nico Gonzalez

Squalificati: Pogba (fino a marzo 2025)

Cagliari (4-2-3-1): Scuffet; Zappa, Mina, Luperto, Obert; Makoumbou, Adopo; Zortea, Viola, Luvumbo; Piccoli

In panchina: Sherri, Ciocci, Kingstone, Augello, Palomino, Azzi, Prati, Felici, Gaetano, Deiola, Marin

Allenatore: Nicola

Indisponibili: Wieteska, Jankto, Pavoletti, Lapadula

Squalificati: nessuno

Fiorentina – Milan (ore 20:45, Dazn)

Il big match della domenica sarà quello di Firenze, dove il Milan andrà a caccia della terza vittoria consecutiva dopo quelle con Inter e Lecce. Per i rossoneri, a dire il vero, la posta in palio sembra ancora più alta: un successo sancirebbe la definitiva rinascita del progetto Fonseca, mentre un passo falso, complice la sosta per le Nazionali, riporterebbe le nubi sopra Milanello. Le premesse per far bene ci sono tutte, visto che anche a Leverkusen, pur perdendo, il Diavolo ha mostrato progressi di gioco interessanti, oltre che uno spirito reattivo difficilmente immaginabile fino a un paio di settimane fa. La trasferta del Franchi, insomma, assume i contorni della controprova, tanto più che di fronte ci sarà un avversario insidioso, in grado di creare problemi nonostante un inizio di stagione al di sotto delle aspettative. La Viola, sin qui, ha vinto solamente contro la Lazio, limitando gli unici altri sorrisi alle sfide di Conference League: un po’ poco considerando la qualità della rosa, certamente superiore ai 7 punti raccolti in classifica.

Il Milan, invece, dopo gli stenti delle prime giornate ha trovato nuova linfa, regalandosi una vittoria nel derby che mancava da due anni. L’iniezione di entusiasmo ha dato i suoi frutti, tanto che ora, attorno a Fonseca, si respira un’aria positiva. Il tecnico ha avuto il merito di lanciare la coppia Morata-Abraham, mossa che sembrava un azzardo e che invece si è rivelata molto positiva nell’economia del gioco, sia offensivo che difensivo. Lo spagnolo, infatti, “lega” bene i reparti, inoltre porta una leadership che fa bene a tutta la squadra come si è visto pure a Leverkusen, nonostante una sconfitta che brucia ancora.

Fonseca: “Stiamo crescendo, ma il Milan che voglio è ancora lontano”

“Il gruppo era deluso e arrabbiato dopo Leverkusen, ma ho sentito delle buone sensazioni in questi giorni – ha spiegato Fonseca -. La squadra ha lavorato bene e vogliamo vincere, pur sapendo che è sempre dura giocare a Firenze perché hanno una bella squadra, ma siamo pronti per fare una buona prestazione. Anche dopo le vittorie con Lecce e Inter ho sempre detto che il gruppo sta migliorando, ma che abbiamo ancora molto da lavorare. Il vero Milan non è ancora vicino, dobbiamo fare di più perché voglio una squadra vicina a quello che abbiamo fatto nel secondo tempo di Leverkusen. Tutte le gare sono diverse e il modo di giocare è differente, la cosa importante è che la squadra sia in crescita, la continuità in questo momento è importante. Turnover? Se la squadra sta bene ed è in crescita, l’importante è ottenere il massimo dai giocatori che abbiamo, non perché non abbia fiducia negli altri: Lotfus-Cheek e Chukwueze, per esempio, hanno fatto bene quando sono entrati, ora però dobbiamo insistere su una base che supporti la crescita della squadra”.

Fiorentina – Milan, le probabili formazioni

Fiorentina (3-4-2-1): De Gea; Martinez Quarta, Comuzzo, Ranieri; Dodo, Cataldi, Bove, Gosens; Colpani, Gudmundsson; Kean

In panchina: Terracciano, Martinelli, Kayode, Biraghi, Moreno, Parisi, Richardson, Adli, Sottil, Kouamé, Beltran, Ikoné

Allenatore: Palladino

Indisponibili: Pongracic, Mandragora

Squalificati: nessuno

Milan (4-2-3-1): Maignan; Emerson Royal, Gabbia, Tomori, Theo Hernandez; Fofana, Reijnders; Pulisic, Morata, Leao; Abraham

In panchina: Torriani, Raveyre, Terracciano, Pavlovic, Thiaw, Jimenez, Musah, Zeroli, Chukwueze, Okafor, Camarda

Allenatore: Fonseca

Indisponibili: Florenzi, Sportiello, Bennacer, Calabria, Loftus-Cheek, Jovic

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Squalificati: Bartesaghi

Lazio – Empoli (ore 15, Dazn), Monza – Roma (ore 18, Dazn e Sky)

A completare il quadro domenicale, oltre a Bologna-Parma (ore 15, Dazn), le sfide delle due romane, impegnate rispettivamente contro Empoli e Monza. La Lazio di Baroni, sin qui, è una delle rivelazioni del torneo, almeno ripensando alle inquietudini estive della piazza, ma l’Empoli di D’Aversa lo è ancora di più. Nessuno, infatti, avrebbe potuto immaginarlo al settimo posto in classifica, ancora imbattuto (nonostante abbia affrontato Roma, Bologna, Juventus e Fiorentina) e con solamente due gol subiti. Di contro ci sono i soli cinque segnati, numeri opposti rispetto ai biancocelesti, fortissimi in fase offensiva (dodici), decisamente meno in quella difensiva (dieci). Lazio-Empoli, insomma, mette di fronte due stili opposti di fare calcio, il che rende la sfida davvero interessante. Monza-Roma, invece, è un match tra due squadre in difficoltà e costrette a fare punti, pena rendere la sosta davvero grigia. Il discorso, per evidenti motivi, vale soprattutto per i giallorossi, reduci dalla sconfitta di Boras contro l’Elfsborg che ha rigettato l’ambiente tra le polemiche. I tifosi al seguito hanno pesantemente contestato i giocatori, ma sotto accusa è finito anche Juric, sia per le scelte in campo (vedi il maxi-turnover) che alcune dichiarazioni poco gradite alla piazza (“la squadra ha fatto cose positive, non sono deluso”). Urge una reazione immediata, tanto più che i risultati in campionato non sono poi così male (due vittorie su due con Udinese e Venezia): un successo a Monza proietterebbe la Roma tra le prime della classe, consentendo al suo allenatore di passare la sosta in un clima decisamente meno avvelenato.

Baroni in silenzio, Juric: “L’obiettivo resta la Champions, a Monza è come una finale”

“L’obiettivo principale resta la Champions, però dobbiamo crescere tutti per essere capaci di competere con gli altri – il pensiero di Juric -. Noi siamo partiti con un po’ di ritardo, ma nelle ultime due gare abbiamo fatto sei punti e abbiamo la grande occasione per finire bene questo ciclo a Monza. I due successi ottenuti in campionato non erano scontati, fare il terzo sarebbe un altro passo che ci permetterebbe di avvicinarci alla parte alta della classifica. Con il Monza è come una piccola finale, vincere sarebbe stupendo. Giovedì volevo far giocare tutti e vedere se i nuovi arrivati quest’anno fossero pronti, se ci potessimo contare, quale fosse la loro capacità di reazione. Abbiamo fatto una gara con tante buone cose, ma dobbiamo lavorare meglio in tante altre”.

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