L’Atalanta riapre il campionato, l’Inter lo richiude. Il turno di Santo Stefano sembrava poter rimettere in discussione le gerarchie al vertice o quantomeno modificarle, alla fine però ha addirittura finito per aumentare il vantaggio dei bianconeri sugli azzurri. Tutto merito di Lautaro Martinez e del suo gol al 91’, che ha dato la vittoria ai nerazzurri e, di conseguenza, portato la Juve a +9 sul Napoli.
E dire che l’Atalanta di Gasperini aveva fatto un bell’assist alla squadra di Ancelotti, fermando la capolista con un pirotecnico pareggio: impresa riuscita solo al Genoa nell’ormai lontano 20 ottobre e che poteva ridurre il gap scudetto, a patto però che i partenopei espugnassero San Siro. Impresa non riuscita, anzi: dal tempio del calcio milanese è uscita una vittoria nerazzurra che fa rumore e non solo per il gol già citato del “Toro” argentino.
L’arbitraggio di Mazzoleni, già ampiamente contestato alla vigilia da De Laurentiis (da qui la replica piccata di Allegri), ha prodotto le espulsioni di Koulibaly (80’) e Insigne (94’), con conseguente tsunami di polemiche. A far infuriare il Napoli gli ulultati di una parte di San Siro, evidentemente rivolti al difensore senegalese: un atto ignobile che, secondo Ancelotti, ha esasperato il nervosismo del colosso azzurro, esploso poi con degli applausi polemici verso l’arbitro che ne hanno provocato l’espulsione.
“Il giocatore non era lucido per gli ululati ricevuti, abbiamo chiesto tre volte la sospensione della partita – ha tuonato il tecnico – Vorrei capire quando si può sospendere il match: dopo 4-5 annunci? Altrimenti ci fermeremo da soli e non ci importa se perderemo a tavolino. Noi siamo pronti”.
In tutto ciò c’è anche stata una partita e quella ha vissuto sul filo dell’equilibrio per tutti i 95’, tanto che il Napoli, due minuti prima di perderla, avrebbe anche potuto vincerla. Il salvataggio di Asamoah sul tiro a botta sicura di Zielinski ha negato agli azzurri tre punti pesantissimi, che invece sono finiti all’Inter nell’azione successiva: palla di Keita a centro area, velo di Vecino e sassata di prima intenzione di Martinez a fulminare l’impotente Meret, per il delirio interista.
“E’ stata una gara bellissima, entrambe meritavano di vincere – il commento di Spalletti. – Se Asamoah non ci avesse messo la testa sarebbe potuta finire diversamente, ad ogni modo sono contento per Lautaro che ha saputo farsi trovare pronto”.
A sorridere assieme all’Inter, dunque, è la Juventus, capace di vincere anche quando…non riesce a vincere. Il suo pareggio a Bergamo è frutto di una grande Atalanta, capace di affrontare la capolista senza alcun tipo di timore reverenziale. La squadra di Gasperini ha avuto la bravura e il coraggio di guardare negli occhi l’avversario dal primo all’ultimo minuto, oltre che la fortuna di trovare un Bentancur ingenuo, capace di farsi espellere per un doppio giallo evitabile e di lasciare così i suoi in inferiorità numerica.
Alla luce di tutto ciò però il pari va letto positivamente per la Juve: non molti, per non dire nessuno, sarebbero in grado di uscire indenni da Bergamo in una situazione simile. E dire che la partita s’era messa subito bene con il clamoroso autogol di Djimsiti (2’) ad aprire le danze bianconere e un grande Berisha a impedire il raddoppio a Bentancur, seppur con l’aiuto della traversa.
Ma col passare dei minuti l’Atalanta ha preso metri, trovando poi un grande Zapata: l’1-1 è frutto di potenza (24’, duello stravinto con Bonucci) e precisione, il 2-1 di un senso del gol da vero bomber d’area (56’). A quel punto la Juve, in 10 da pochi minuti per l’espulsione di Bentancur, ha davvero temuto di perdere l’imbattibilità in campionato ma per sua fortuna ha potuto giocarsi la carta Ronaldo, inizialmente in panchina per una scelta ampiamente annunciata da Allegri.
Il portoghese, subentrato al 65’, ci ha messo 13 minuti a trovare la rete del 2-2 con un colpo di testa ravvicinato (78’), regalando ai suoi un punto prezioso e a sé stesso il 12esimo gol in Serie A. Oltre che un ulteriore pezzo di scudetto, ovviamente in coabitazione con Lautaro Martinez.