Ora è ufficiale: l’Inter è quarta. La squadra di Conte, fino a pochi giorni fa in lotta per lo scudetto, conferma il suo momento negativo pareggiando anche a Verona, per giunta facendosi raggiungere nel finale. Ancora una volta, dunque, i nerazzurri buttano punti a partita in corso: un paradosso, visto che la condizione fisica, al netto di infortuni e gare ravvicinate, sembra essere l’ultimo dei problemi. Il vero guaio sembrerebbe essere mentale, quasi come se l’allontanarsi dalla Juve, invece che aumentare le motivazioni, le avesse azzerate, col risultato di non riuscire più a reggere dal punto di vista nervoso.
Ora il rischio è grosso, perché se è vero che alla matematica qualificazione in Champions mancano solo 8 punti, lo è anche che arrivare quarti, proprio come un anno fa con Spalletti, creerebbe non pochi problemi a Conte, il cui valore aggiunto, al momento, va quantomeno riconsiderato.
“Noi stiamo lavorando bene con questo gruppo e credo che si veda – la replica del tecnico nerazzurro – Abbiamo perso punti stupidi per strada, altrimenti staremmo parlando di un’altra classifica. Se devo dire qualcosa dal punto di vista tecnico, a fine stagione farò le mie considerazioni col club e se dovrò dire qualcosa lo dirò a loro. A tutti piacerebbe vincere, bisogna capire quanto si è vicini o quanto si è lontani: c’è chi la pensa in un modo e magari altri pensano altro”.
Partita a più volti quella del Bentegodi, iniziata nettamente sotto il segno dell’Hellas. Basti pensare che gli uomini di Juric sono passati in vantaggio dopo appena 2’ con Lazovic, bravissimo nel dribblare Skriniar (in versione bella statuina) e freddare Handanovic sul suo palo. Un inizio shock, da cui l’Inter ha faticato a riprendersi, come dimostra il palo colpito da Veloso pochi minuti dopo. Poi però i nerazzurri, più con i nervi che con le gambe, hanno alzato pressione e baricentro, costringendo il Verona a ridurre i giri e a difendersi nella propria trequarti.
Uno scenario che è proseguito a inizio ripresa e infatti ecco il ribaltone Inter, con Candreva grande protagonista. L’ex laziale prima ha trovato il pareggio ribadendo in gol un palo di Lukaku (49’), poi ha propiziato l’autorete di Dimarco (55’) con un insidioso tiro-cross, regalando ai suoi un prezioso 2-1. Che però non è durato, un po’ per lo spirito indomito del Verona, un po’ per una gestione degli uomini quantomeno discutibile (vedi Borja Valero, tenuto in campo ben oltre la riserva), un po’ per la sostituzione forzata di Lukaku, costretto a uscire per un problema fisico (oggi se ne saprà di più).
E così i gialloblù hanno trovato il pareggio con Veloso, questa volta preciso nel battere a rete alle spalle di Handanovic, per un 2-2 finale che fa sorridere Juric, autore di un campionato strepitoso a prescindere dall’Europa League, ma non Conte, costretto a rimuginare sugli ennesimi punti buttati. Con i 2 di ieri siamo a 20 persi in rimonta: uno score incompatibile col sogno scudetto, inaccettabile per chi, a inizio stagione, aveva promesso di mettere da parte la “pazza Inter”.