Non è uno spareggio ma ci assomiglia parecchio. Lazio-Milan (ore 18), oltre a essere il big match di questa 13esima giornata, è anche una sorta di passepartout per il quarto posto, l’ultimo utile per entrare in Champions. Concetto già abbastanza chiaro nei giorni scorsi e reso ancor più evidente dai risultati di Inter e Roma: i primi, vittoriosi sul Frosinone, sembrano destinati a un campionato di vertice, i secondi, sconfitta a Udine, non sono (al momento) in grado di puntare alla Champions. Insomma, Lazio e Milan si contendono un piazzamento importante e se è vero che nulla può essere decisivo a fine novembre, lo è anche che vincere farebbe la differenza e non solo per questioni di classifica. I biancocelesti non hanno ancora fatto punti negli scontri diretti, i rossoneri, dopo aver faticosamente scollinato un periodo di crisi, non vogliono ritornarci: insomma, il match dell’Olimpico non vuole perderlo proprio nessuno. Sulla carta, a differenza di quanto si sarebbe detto in estate, è la Lazio a partire favorita e non solo per il fatto di giocare in casa. Le assenze del Milan tra infortuni (Romagnoli, Biglia, Bonaventura, Musacchio e Caldara) e squalifiche (Higuain) sono pesantissime mentre i biancocelesti, Lucas Leiva a parte, possono contare su una rosa pressoché al completo.
“Avrei preferito affrontarli al meglio a patto che lo stesso valesse anche per noi – ha ribattuto Inzaghi. – Il Milan ha comunque giocatori importanti e il fatto di aver perso gli altri scontri diretti non mi preoccupa: si è trattato di errori individuali, siamo all’altezza di sfide così”. Vigilia ancor più tesa quella di Gattuso, costretto a preparare il match con più giocatori in infermeria che in campo. Battute a parte, la situazione è critica e resterà tale almeno fino a gennaio, quando il mercato, Uefa permettendo, tapperà i buchi. “Stiamo cercando di capire se abbiamo sbagliato qualcosa ma non siamo degli scappati di casa – ha “ringhiato” Gattuso. – Ad ogni modo non voglio alibi o scuse, è da tanto tempo che non vedevo i ragazzi allenarsi così bene, sono convinto faranno una grande prestazione”. Parola al campo dunque, che ci farà vedere due moduli speculari: 3-4-2-1 per entrambi i tecnici, seppur con le dovute differenze. Molto più collaudato quello laziale che vedrà Strakosha in porta, Luiz Felipe, Acerbi e Radu in difesa, Marusic, Parolo, Badelj e Lulic a centrocampo, Milinkovic-Savic e Luis Alberto alle spalle dell’unica punta Immobile, decisamente più sperimentale quello milanista, composto da Donnarumma tra i pali, Abate, Zapata e Rodriguez nel reparto arretrato, Calabria, Bakayoko, Kessie e Laxalt in mediana, Calhanoglu e Suso sulla trequarti, Cutrone in attacco.
Comunque vada all’Olimpico per l’Inter sarà una domenica di festa: il 3-0 sul Frosinone, infatti, le permette di tornare a puntare chi sta davanti. Successo rotondo e mai in discussione quello dei nerazzurri, oltretutto firmato da chi finora, per motivi diversi, era rimasto ai margini del gruppo. Keita Balde e Lautaro Martinez aspettavano da tempo una chance così e non se la sono certo fatta scappare: il primo ha realizzato addirittura una doppietta, il secondo il gol del 2-0 che, di fatto, ha chiuso la partita. Assieme a loro grandi prove anche di Politano e Asamoah, a conferma che l’Inter di Bergamo è stata solo un incidente: i prossimi test saranno molto più probanti (Tottenham, Roma e Juventus, tutti in trasferta) ma intanto la risposta è arrivata, eccome se è arrivata. “Abbiamo avuto una reazione importante – le parole soddisfatte di Spalletti. – Dovevamo reagire alla sconfitta con l’Atalanta e lo abbiamo fatto bene, ho visto una squadra frizzante che ha giocato un buon calcio. Dobbiamo essere sempre presenti per onorare al meglio la maglia”.
Decisamente più negativo invece il sabato della Roma, che per la terza volta di fila manca la vittoria al ritorno da una sosta. Il ko di Udine fa male a classifica e morale e rischia di complicare tantissimo la corsa al quarto posto, unico obiettivo plausibile per chi continua a mostrare più bassi che alti. L’1-0 della Dacia Arena, oltre al gran gol di De Paul (54’), ha messo in mostra i soliti limiti di una Roma qualitativamente ottima, eppure incapace di conquistarsi i punti. “Non è possibile dominare una partita per 60’ e poi prendere gol sugli sviluppi di una rimessa laterale – ha sospirato Di Francesco. – Gli episodi ci girano contro ma noi dobbiamo crederci di più, mi aspettavo un’altra prestazione, ecco perché sono avvelenato”. I giallorossi hanno le spalle al muro: continuando così, infatti, rischiano seriamente di non qualificarsi per la prossima Champions, fallendo, di fatto, la stagione. Real Madrid e Inter arrivano dunque in un momento delicatissimo, quello in cui non si può più sbagliare.