Ci ha sperato, ci ha creduto, ma anche stavolta l’Inter ha dovuto rimandare l’appuntamento con una vittoria che manca ormai dal 3 dicembre (5-0 a San Siro contro il Chievo). Da allora sette gare (cinque di campionato e due di Coppa Italia) senza successi. L’ultima della serie contro la Fiorentina, che ha riacciuffato l’Inter al 91′ con la zampata di Simeone, dopo che Icardi a inizio ripresa aveva portato avanti i nerazzurri.
Gli uomini di Spalletti hanno sofferto per gran parte della gara, la Fiorentina ha sbagliato tanto, eppure sull’1-0 Borja Valero ha avuto sulla testa il match point per chiudere la partita. Da lì in avanti è stata quasi esclusivamente Fiorentina, con un paio di grandi parate di Handanovic e tanti errori di mira, fino al gol della liberazione del Cholito Simeone, che in una settimana dopo il Milan castiga anche l’altra milanese.
Spalletti non può essere felice, ma dalla sua analisi emergono tutte le difficoltà del momento: “Non siamo stati fortunati durante la settimana: Nagatomo ha accusato qualche linea di febbre, Ranocchia ha giocato con un problema al fianco. Poi la squadra, in alcuni momenti, ha perso qualche pallone semplice. A volte ci manca la forza necessaria, il giusto spirito nei duelli. Siamo un po’ in difficoltà in questo momento, abbiamo subito 4-5 ripartenze perdendo dei palloni banali in mezzo al campo. Vero, siamo riusciti a passare in vantaggio, ma la Fiorentina ha meritato il pareggio”.
Inevitabile, quindi, pensare al mercato. Quel mercato per il quale Suning ha chiuso i cordoni della borsa. Ecco allora che, alla domanda sulla necessità di ampliare la rosa, Spalletti ha perso la pazienza in diretta tv: “Ma non ce la faccio più, fate come vi pare…non so più cosa dire. Non parlo, perché poi sono io che devo andare negli spogliatoi a dire ai ragazzi che sono scarsi. Che devo fare? Giudicate voi, io penso a lavorare. Ovviamente qualche difficoltà oggettiva c’è, inutile nasconderlo. È sotto tutti gli occhi che ci manca un centrale, non c’è bisogno di indagare e analizzare ogni mia sillaba! Lo sa anche mia madre che ha 80 anni: da inizio stagione ci manca un difensore, non serve fare centomila volte la stessa domanda”.
Soddisfatto della prestazione ma non del risultato Stefano Pioli, che come una settimana fa contro il Milan anche contro la sua ex squadra sperava di portare a casa qualcosa di più: “Avremmo meritato di andare in vantaggio per quanto creato. Se non sblocchi la partita, alla prima disattenzione si paga. Il fatto di aver reagito è un grande segnale. Abbiamo raccolto poco ma siamo cresciuti tanto. Nelle ultime partite conta capire quanto si è creato e quanto si è subito. Siamo in netto vantaggio contro squadre sulla carta superiori a noi. Non siamo precisi nella finalizzazione, è quello il tassello che ci manca per vincere contro squadre importanti”.
Il Milan, dopo aver chiuso l’anno con la vittoria sull’Inter in Coppa Italia e il pareggio in rimonta di Firenze, vuole iniziare il 2018 con un successo. Per farlo, dovrà battere il Crotone di Zenga a San Siro (lo score degli ultimi sei incontri casalinghi non sorride particolarmente ai rossoneri, che hanno raccolto soltanto una vittoria contro il Bologna, mentre nelle altre cinque gare sono arrivati due pareggi e tre sconfitte), imperativo categorico rimarcato a chiare lettere da Gattuso nella conferenza stampa della vigilia: “Per noi non ci sono partite abbordabili – ha detto -. Ci siamo preparati bene, sarà una gara dura. Non dobbiamo pensare ai bagagli e alle valigie, dobbiamo pensare solo a fare i tre punti”.
Perchè Gattuso sa bene che le cose non stanno andando come sperato, ma sa anche c’è il tempo per migliorare e per dare un senso alla stagione: “La classifica non è bella, però siamo in semifinale di Coppa Italia e ai sedicesimi di Europa League. Dobbiamo arrivare al meglio a queste partite, senza trascurare il campionato che è ancora lungo. Siamo in lotta per l’Europa League e finchè la matematica non ci condanna dobbiamo credere anche alla Champions. In questo momento devo pensare a vincere qualche partita in più e migliorare la classifica. I ragazzi devono avere la consapevolezza che siamo solidi, che siamo un gruppo unito che sa cosa fare”.
Per farlo, però, nessun ricorso al mercato. Dopo i 230 milioni spesi in estate la società vuole valorizzare e far rendere al meglio chi c’è già, senza rincorrere inutili sogni: “Il mercato non mi crea problemi – ha detto Gattuso – perché penso e sono sicuro che non faremo nulla. Nessun giocatore ha chiesto di andare via, la società sa che io sono a posto così. Il regalo più bello sarebbe non perdere giocatori per infortuni, non mi aspetto nulla se non mettere i miei giocatori nelle migliori condizioni fisiche e mentali. Jankto e Dembelé per dare fiato a Kessie? Sono giocatori forti ma con Fassone, Mirabelli e David Han Li non sono mai usciti questi nomi da parte mia”.