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L’Inter fa poker e va in testa: cade il Napoli, avanza l’Atalanta

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Sorpasso compiuto. L’Inter liquida il Cagliari con un poker che non ammette repliche e si prende il primo posto in classifica a spese del Milan, chiudendo così al meglio una rimonta iniziata il 21 novembre (3-1 sul Napoli) e proseguita, inarrestabile, fino a ieri. Ma la domenica perfetta dei nerazzurri non finisce qui: la sconfitta del Napoli contro l’Empoli, infatti, permette di allungare anche sulla quarta, visto che ora, dopo il successo di Verona, al terzo posto c’è l’Atalanta, in una classifica che vede addirittura 4 squadre in altrettanti punti. È chiaro però che l’Inter è quella messa meglio e non solo per il primato: la qualità tecnica della rosa, unita alla ritrovata fame di vittoria, è un mix che può portare al secondo scudetto consecutivo.

Ieri sera se n’è avuta l’ennesima dimostrazione, non per il valore del Cagliari, che partiva con pochissime chance di uscire indenne da San Siro, quanto per la cattiveria mostrata sul campo, quasi l’avversario fosse ancora il Real Madrid di Ancelotti e non la squadra di Mazzarri. Non è un dettaglio da poco, perché le altre big, pur essendo superiori a quasi tutti gli altri, non riescono a mantenere una simile costanza, proprio come la stessa Inter nelle prime giornate di campionato.

Da diverse settimane però Inzaghi ha svoltato anzitutto sul profilo mentale e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ieri i nerazzurri hanno dovuto aspettare 29’ per scardinare la porta di Cragno, ma dopo il colpo di testa di Lautaro hanno letteralmente devastato il Cagliari, quasi il sorpasso sul Milan non fosse sufficiente a placare la fame nerazzurra. Il raddoppio, dopo che lo stesso Lautaro aveva fallito un rigore (ci risiamo!) sul finire del primo tempo, è arrivato a inizio ripresa con Sanchez, autore di uno splendido destro al volo (50’), dopodiché sono arrivati anche il terzo e il quarto gol, rispettivamente con Calhanoglu (66’, gran tiro dalla distanza) e Lautaro (68’), certificando la festa di un’Inter tornata di nuovo al comando del campionato.

“I ragazzi sono stati bravissimi, avevo chiesto attenzione e concentrazione, era una partita particolare perché le altre squadre che fanno le coppe hanno faticato tutte – le parole di Inzaghi – Quando ho accettato l’Inter pensavo di non avere solo Hakimi, durante gli Europei è capitato Eriksen, poi Lukaku: ho dovuto cambiare, ma ho la fortuna di avere una grande società alle spalle. Abbiamo cercato giocatori funzionali che ci potessero aiutare, abbiamo fatto un grande cammino in Europa. Fino a Natale l’obiettivo era quello: gli ottavi di finale di Champions. Ora sotto con il campionato, avevamo un distacco, l’abbiamo ricucito”.

VERONA-ATALANTA 1-2

Domenica di festa anche per l’Atalanta, che vince a Verona e sale al terzo posto in classifica, a soli tre punti dal primo. Una bella dimostrazione di forza per i nerazzurri, capaci di ottenere il sesto successo consecutivo lontano da Bergamo (record assoluto per il club), per giunta a soli 3 giorni dalla disfatta europea col Villarreal. Gasperini temeva potesse esserci qualche strascico e l’inizio, in effetti, lasciava presagire proprio questo, con l’Hellas in vantaggio grazie al solito Simeone (22’) e la Dea, ribaltata dal tecnico con una dose massiccia di turnover (fuori Zapata, Ilicic, e lo squalificato Malinovskyi, dentro Muriel, Pasalic e il redivivo Miranchuk), incapace di trovare sbocchi nell’ armatura di Tudor.

Al minuto 37 però la svolta firmata proprio dal russo, alla prima da titolare dopo mesi in panchina, capace di trovare la fondamentale rete del pareggio. Già, perché l’Atalanta ha ripreso coraggio e nella ripresa, attorno all’ora di gioco (62’), ha colpito ancora con Koopmeiners, anche fortunato nel trovare la deviazione vincente (e assolutamente decisiva) di Tameze, per il gol del definito 1-2.

“È stata una partita che mi ha dato grande soddisfazione, contro una squadra tosta e bellissima, i ragazzi sono stati straordinari e hanno vinto con merito nonostante un grande equilibrio – ha esultato Gasperini – Ora non guardiamo più quelle che ci stanno dietro, ma solo a chi ci sta davanti…”.

NAPOLI-EMPOLI 0-1

Non è un’auto candidatura ufficiale per lo scudetto, ma poco ci manca, anche perché ormai sono in tanti a pensare che l’Atalanta abbia tutto per provarci sul serio. Del resto, il Milan fatica e il Napoli è addirittura in caduta libera, come dimostra la sconfitta di ieri con l’Empoli, la seconda consecutiva dopo quella ad opera proprio dei bergamaschi. Questa fa particolarmente male, perché arrivata in una domenica che doveva servire da trampolino di lancio in vista di domenica prossima, quando a San Siro ci sarà lo scontro diretto col Milan, e che invece s’è rivelata quantomai scivolosa, facendo registrare un brutto risveglio dai sogni di gloria.

In realtà gli azzurri hanno creato tantissimo e con un pizzico di fortuna in più avrebbero probabilmente vinto la partita, però non hanno più la solidità di un tempo, quando totalizzavano clean sheet in serie. Il gol di Cutrone (70’, colpo di testa dopo un rimpallo fortunoso con Anguissa) è indice di un periodo storto, ma la squadra di Spalletti è rimasta comunque a secco in zona gol, un po’ per sfortuna (traversa di Elmas e palo di Petagna), molto per imprecisione. E poi c’è il solito problema infortuni, visto che ieri si è fermato anche Zielinski, costringendo il tecnico a inventarsi il centrocampo di sana pianta, senza contare che uno come Osimhen manca sempre di più.

“Non siamo stati molto bravi ad avere qualità nell’andare a far male quando sono capitate le situazioni in cui gli abbiamo chiusi in area di rigore – l’analisi sconsolata di Spalletti – In molti stanno stringendo i denti, ci sarebbe voluto un episodio ma purtroppo non è arrivato. Ora penseremo alla sfida col Milan, la considero una grande opportunità perché può rimettere le cose a posto”.

SASSUOLO-LAZIO 2-1

Brutta battuta d’arresto anche per la Lazio, che a Reggio Emilia rimedia la terza sconfitta nelle ultime 5 partite, dando così l’addio, a meno di clamorosi colpi di scena, al sogno Champions. Partita a due volti quella del Mapei Stadium, con i biancocelesti subito in vantaggio grazie a Zaccagni (6’), ma incapaci di segnare il secondo gol e chiudere così la contesa. E così il Sassuolo, dopo aver sbattuto contro il palo e le mani di Strakosha, è riuscito a rimettersi in piedi nel secondo tempo, prima con una splendida rete di Berardi (63’), poi con la botta di Raspadori (69’), lasciando la Lazio a interrogarsi, per l’ennesima volta, sui perché di una sconfitta.

“A volte la sfortuna ce la cerchiamo da soli, il gol del 2-1 l’abbiamo preso con un nostro difensore nell’area opposta – ha sbottato Sarri – Ci sono delle situazioni in cui siamo fragili e poco logici, dobbiamo imparare a essere più cattivi, anche se dal punto di vista dell’impegno ho poco da dire, anzi abbiamo subito gol proprio per un eccesso di partecipazione”.

ROMA-SPEZIA ORE 20.45

La 17esima giornata si chiuderà questa sera con Roma-Spezia, in un match delicatissimo per entrambe. I giallorossi, dopo il doppio ko con Bologna e Inter, non possono più sbagliare, specialmente ora che potrebbero agganciare la Juve e rilanciarsi, di fatto, nella corsa alle posizioni europee, ma anche i liguri hanno i loro problemi, impantanati come sono in piena bagarre salvezza. Per Mourinho si tratta della terzultima battaglia prima della sosta natalizia, nella quale spera di rinforzarsi sul mercato in vista del 2022.

“Approfitto per dire ancora una volta che io non sono dispiaciuto del nostro mercato estivo perché è stato di reazione ai nostri problemi, non è che il club non voleva darmi un calciatore di centrocampo che io avevo chiesto – ha puntualizzato lo Special One – È chiaro che mi dispiace perché voglio sempre la miglior rosa possibile per competere, ma ho capito subito le difficoltà che c’erano. Se a gennaio è possibile fare qualcosa lo faremo, ma non sarà sicuramente un investimento grosso”.

Il tecnico giallorosso, per battere l’amico Thiago Motta, si affiderà all’ormai consueto 3-5-2, al netto delle squalifiche di Zaniolo e Mancini, con Rui Patricio in porta, Kumbulla, Smalling e Ibanez in difesa, Karsdorp, Mkhitaryan, Cristante, Veretout e Vina a centrocampo, Mayoral e Abraham in attacco. Stesso sistema di gioco anche per lo Spezia, che tenterà l’impresa con Provedel tra i pali, Amian, Erlic e Nikolaou nel reparto arretrato, Gyasi, Kovalenko, Sala, Maggiore e Reca in mediana, Verde e Manaj coppia offensiva.

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