Ora è ufficiale, l’Inter è in fuga. Il successo sul Parma fa sì che i punti sul Milan diventino 6, quelli su Juventus e Atalanta addirittura 10: ai bianconeri manca ancora una partita, d’accordo, ma è indubbio che Conte abbia dato una bella accelerata alla sua classifica, riducendo in maniera importante il tragitto che porta allo scudetto. Il 2-1 del Tardini non passerà alla storia per lo spettacolo offerto, come del resto gran parte delle gare disputate in stagione, ma la forza dei nerazzurri, paradossalmente, è proprio quella di riuscire quasi sempre a vincere, anche nelle giornate in cui altre si fermerebbero. I grandi del calcio italiano ripetono spesso che gli scudetti si vincono sui campi di provincia, nelle cosiddette partite sporche, e l’Inter è di sicuro la squadra che sa farlo meglio.
Poi però ci sono anche le qualità, perché non si arriva alla venticinquesima giornata con l’attacco più prolifico del campionato (62) e la seconda miglior difesa (25): meglio, in termini di gol subiti, ha fatto solo la Juventus con 20, che però ha segnato ben 14 gol in meno. Conte sembra ormai aver trovato un meccanismo ideale e pazienza se lo spettacolo non è di quelli da stropicciarsi gli occhi. Lui, del resto, era stato preso per vincere e la missione, mai come ora, sembra davvero a portata di mano. Battere il Parma veniva dato quasi per scontato, invece è stato più difficile del previsto, sia per l’ottima prova dei ducali, disperati al punto giusto per provare a evitare la retrocessione, che per le prestazioni sottotono di alcuni giocatori chiave, in particolare a centrocampo, dove Brozovic, Perisic e Hakimi hanno faticato non poco.
Nel primo tempo anche Lukaku e Sanchez erano andati fuori giri, tanto che il Parma aveva addirittura sfiorato il vantaggio con Kurtic, fermato solo da un grande Handanovic. I nerazzurri invece si erano limitati a un paio di sgroppate interessanti di Hakimi e a un tap-in mancato di Skriniar, dopodiché avevano finito col sottomettersi ai ritmi dei padroni di casa. Nella ripresa però ecco il risveglio degli attaccanti e, di conseguenza, la vittoria del match. Al 54’ Sanchez sfruttava un rimpallo fortunoso tra Lukaku e Brugman e batteva Sepe, seppur con il brivido derivato da un quasi-salvataggio di Gagliolo: quasi, appunto, perché la Goal Line Technology segnalava inequivocabilmente l’ingresso in porta del pallone.
La rete costringeva il Parma ad allargare le maglie in cerca del pareggio e l’Inter ne approfittava appena 8’ dopo, quando Lukaku partiva in campo aperto in stile NFL per poi servire di nuovo Sanchez, che questa volta scaraventava direttamente in porta per il 2-0 neroblu (62’). Sembrava fatta, tanto che Conte cominciava già a pensare all’Atalanta togliendo Eriksen per Vidal, ma i ducali avevano ancora qualcosa da dire, trovando il gol del 2-1 con Hernani (71’). Il match però restava aperto solo a livello di risultato, perché l’Inter, di fatto, portava a casa la vittoria senza rischiare più nulla, consolidando così il primo posto in classifica.
“Penso che non sia stata una partita sporca, entrambe le squadre hanno giocato e noi abbiamo avuto le occasioni per arrotondare il punteggio – il commento di Conte – Fuga scudetto? Siamo in una buonissima posizione, rispetto all’anno scorso siamo davanti a tutti. C’è stato un miglioramento ma mancano 13 giornate, in Serie A ogni partita è una battaglia. Si possono lasciare punti contro tutti, abbiamo 13 finali da giocare e vogliamo giocarcela facendo del nostro meglio”.
La matematica gli dà ragione, tanto più in campionato inevitabilmente condizionato dal Covid, che continua a colpire indisturbato da un anno abbondante (ieri la Juve, tanto per restare in tema, ha visto la positività di Bentancur). È innegabile però che l’Inter stia dimostrando di essere la più forte, con una costanza che nessuno riesce ad avere. Il tempo di abbandonarsi ai caroselli non è ancora arrivato, ma dopo ieri c’è la quasi-certezza che questo scudetto possa perderlo soltanto lei.