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L’Inter espugna Bologna e torna prima. Prova Chievo per il Milan

CAMPIONATO DELLE MILANESI – Vincendo a Bologna (0-1 con gol di Icardi), i nerazzurri tornano in testa alla classifica almeno per una notte, ma il gioco latita e l’arbitro espelle Felipe Melo e Mancini – Il convalescente Milan cerca invece continuità ospitando il temibile Chievo dell’ex Paloschi: torna De Jong, confermati Donnarumma e Cerci

L’Inter espugna Bologna e torna prima. Prova Chievo per il Milan

Gioca male ma vince. E, cosa ancor più importante, è di nuovo in cima alla classifica. L’Inter versione 2015/16 non sta certo incantando per il gioco espresso e, forse, non lo farà mai. Intanto però continua a conquistare punti pesanti e questa, Boniperti docet, è senza dubbio la cosa più importante. Certo, il successo di Bologna lascia inalterate tutte le perplessità emerse sin qui: i gol continuano ad arrivare col contagocce e anche la tenuta nervosa (seconda partita consecutiva finita in 10, la terza da inizio campionato) non è propriamente impeccabile. 

Ci sono però anche cose positive da segnalare, su tutte il ritorno al gol di Icardi e la tenuta difensiva, quella sì quasi perfetta. Anche ieri, nonostante mezzora abbondante in inferiorità numerica (espulsi Felipe Melo e Mancini), i nerazzurri hanno rischiato poco concedendo una sola, grande, occasione a tempo praticamente scaduto. Il risultato è l’ennesimo 1-0, sufficiente però per ritrovare i tre punti e balzare in vetta alla classifica, anche se in attesa di tutte le altre. 

“Dobbiamo fare molto meglio di così – ha però ammesso Roberto Mancini. – Nel primo tempo non avevamo intensità, nel secondo invece siamo andati bene. Sono contento per il gol di Icardi e per l’assist di Ljajic, mi dispiace invece per l’espulsione: quella di Melo non c’era e anch’io non penso di aver detto nulla di particolare. Il calcio non è il basket, non si possono buttare fuori i giocatori per falli del genere. Evidentemente Banti è sfortunato con noi: già con la Fiorentina, da giudice di porta, ci aveva fischiato contro un rigore dopo 2 minuti”. 

Polemiche discutibili quelle del tecnico nerazzurro: il riferimento ai viola non ci sta (il penalty c’era) e anche ieri, pur se con un pizzico di fiscalità, l’arbitro non ha fatto altro che applicare il regolamento, estraendo il secondo giallo per Melo dopo un fallo tattico (61’). Anche perché, proprio come a Palermo, l’Inter ha finito per giocare meglio in 10 che in 11. Dopo un primo tempo brutto e inconcludente, i nerazzurri hanno alzato ritmi e baricentro: poca roba ma comunque sufficiente per impensierire il Bologna. 

Squadra in grande difficoltà quella di Rossi, come del resto testimoniano le 8 sconfitte in 10 gare: numeri da retrocessione, non a caso il nome di Donadoni continua a circolare con insistenza. L’episodio clou al 67’: lancio di Brozovic per Ljajic, buco clamoroso di Ferrari, assist vincente per Icardi, quasi incredulo di trovarsi finalmente una palla facile facile da spingere in rete. “In 10 giornate ho avuto 4 palloni e ho fatto 3 gol – il commento semi stizzito dell’argentino dopo il match. – Sono sempre felice di segnare, credo di avere una buona media”. 

Ogni frecciata al gioco di Mancini non sembra puramente casuale… Sugli scudi Icardi ma anche Handanovic: sua infatti la paratissima che ha impedito a Destro (comunque colpevole) di trovare la rete del pareggio in pieno recupero. Sarebbero state critiche a non finire, invece così, pur con tutti i limiti del caso, l’Inter è di nuovo padrona dei giochi.

Questa sera invece tocca al Milan, che a San Siro contro il Chievo cercherà la seconda vittoria consecutiva dopo quella col Sassuolo. Partita delicatissima per i rossoneri, ancora convalescenti nonostante i tre punti di domenica. Un successo scaccerebbe definitivamente i fantasmi, viceversa un risultato negativo (pareggio compreso) riporterebbe la squadra sull’orlo del baratro. Lo sa bene Mihajlovic, consapevole dell’importanza del momento e deciso a svoltare una volta per tutte. “Abbiamo bisogno di continuità, la classifica è ancora corta. 

Bisogna ritrovare fiducia e scacciar via la paura, il Chievo è una squadra ostica ma noi saremo all’altezza della situazione. Se credo al terzo posto? Certo che sì, se ci pensa la Juve che è dietro non vedo perché non possiamo farlo anche noi”. Per cercare la seconda vittoria consecutiva il tecnico si affiderà al 4-3-3 di domenica, ormai modulo prediletto a discapito del 4-3-1-2 pensato in estate. 

“L’assenza prolungata di Menez ci complica le cose, abbiamo capito che avevamo poco equilibrio e che il 4-3-3 poteva aiutarci. Purtroppo continuiamo a subire gol ma ora rischiamo molto meno di prima. Poi, quando avrò tutti a disposizione, potremo anche ripensarci”. Questa sera, rispetto a domenica, ci saranno alcuni cambi di formazione un po’ dappertutto ma non in porta, dove giocherà ancora il giovanissimo Donnarumma. Davanti a lui linea a 4 con Abate, Zapata, Romagnoli e De Sciglio (favorito su Antonelli), a centrocampo De Jong prenderà il posto di Montolivo (Kucka e Bertolacci ai suoi lati), in attacco tridente confermato con Cerci, Bacca e Bonaventura. 

Il Chievo di Maran, ancora arrabbiato dopo la sconfitta col Napoli, proverà a dar fastidio con il classico 4-3-1-2: Bizzarri in porta, Cacciatore, Gamberini, Cesar e Gobbi in difesa, Castro, Rigoni e Radovanovic a centrocampo, Birsa sulla trequarti alle spalle di Meggiorini e Paloschi.

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