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L’Inter diventa americana: ora è di proprietà del fondo Oaktree perché il cinese Zhang non ha restituito il prestito

L’Inter ha un nuovo padrone perché alle 24 di ieri il cinese Zhang non è stato in grado di restituire il prestito al fondo americano. Il bilancio tra luci e ombre del Presidente uscente

L’Inter diventa americana: ora è di proprietà del fondo Oaktree perché il cinese Zhang non ha restituito il prestito

Adesso non ci sono più dubbi: l’Inter ha un nuovo padrone! Dalla mezzanotte il club di Viale Liberazione è scivolato dalle mani di Suning a quelle di Oaktree Capital Management, fondo americano specializzato in strategie di investimento alternative. Galeotto il prestito da 275 milioni (salito a 385 con gli interessi) stipulato nel 2021 e mai restituito: in pegno c’erano le azioni della società e la tagliola è scattata allo scoccare della dead line. Si chiude così l’era Zhang dopo 8 anni di luci e ombre: le prime hanno riguardato soprattutto il campo, visti i sette trofei (due scudetti, tre Coppe Italia, due Supercoppe Italiane) che fanno di Steven il secondo presidente più vincente del club assieme ad Angelo Moratti (il primo è Massimo), le seconde si riferiscono ai conti economici e ai continui saliscendi dalla Cina, vero motivo di questo addio tutt’altro che condiviso.

La nota ufficiale di Oaktree

“Dal 22 maggio 2024, i fondi gestiti da Oaktree Capital Management LP sono proprietari di FC Internazionale Milano. Ciò fa seguito al mancato rimborso del prestito triennale concesso da Oaktree alle holding dell’Inter, scaduto il 21 maggio 2024 con un saldo complessivo di circa 395 milioni di euro”.

Queste le parole con cui, attraverso un comunicato, il fondo Usa ha annunciato ufficialmente di aver proceduto all’escussione delle quote dell’Inter in mano a Suning e di essere dunque diventato il nuovo proprietario del club.

“Nel maggio 2021, con l’Inter che si avviava a registrare perdite finanziarie record per l’esercizio finanziario 2020/2021 – continua la nota – Oaktree ha fornito alle holding dell’Inter le risorse necessarie per stabilizzare la situazione finanziaria del club e continuare così ad operare, garantendo anche il pagamento di giocatori e dipendenti. Nei tre anni trascorsi dall’intervento di emergenza di Oaktree, l’Inter ha vinto la sua ottava e nona Coppa Italia, si è assicurata la sesta, settima e ottava Supercoppa, e ha guadagnato il 20esimo scudetto e la storica seconda stella, oltre ad aver raggiunto la finale di Uefa Champions League per la prima volta dal 2010. Oaktree è dedicato a conseguire il miglior risultato per la prosperità a lungo termine dell’Inter, con un focus iniziale sulla stabilità operativa e finanziaria del club e i suoi stakeholder”.

“Oaktree ha un grandissimo rispetto per la storia dell’Inter, la passione dei giocatori, la lealtà degli interisti; ha inoltre grande considerazione per il significativo ruolo del club nei confronti della città di Milano, dell’Italia e della comunità sportiva globale. Oaktree intende lavorare a stretto contatto con l’attuale team di gestione dell’Inter, con i partner, con la lega e con gli organi di governo dello sport per garantire che il Club sia posizionato per il successo dentro e fuori dal campo, concentrandosi su una gestione e una governance solide con una visione di crescita sostenibile e di successo”.

A stretto giro è arrivato anche il commento di Alejandro Cano, Managing Director e Co-Head Europa per la strategia Global Opportunities di Oaktree: “Come nuova proprietà conosciamo la nostra grande responsabilità nei confronti della comunità e dell’eredità storica dell’Inter. Siamo impegnati per il successo a lungo termine dei Nerazzurri e riteniamo che le nostre ambizioni per il Club si uniscano a quelle dei suoi appassionati tifosi in Italia e nel mondo. Il nostro obiettivo iniziale è la stabilità operativa e finanziaria del Club. Abbiamo grande rispetto per il gruppo dirigente dell’Inter e non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con loro per dare una leadership forte al Club. Conquistare la seconda stella è stato un momento cruciale per il Club e il nostro obiettivo è continuare il successo ottenuto sul campo con un percorso di crescita e successo di lungo periodo“. Oaktree e il gruppo dirigente dell’Inter saranno in contatto con i principali stakeholder del Club nelle prossime settimane al fine di assicurare una transizione ordinata e senza ostacoli.

Oaktree Capital Management: ecco chi è il nuovo proprietario dell’Inter

Il nuovo proprietario dell’Inter, come tutti sanno, è una società statunitense di gestione patrimoniale (fondo) specializzata in strategie di investimento alternative. Fondata nel 1995 a Los Angeles e quotata alla Borsa di New York, ha sedi in tutto il mondo e conta oltre mille dipendenti. La specialità della casa è la cosiddetta strategia del credito dall’approccio “opportunistico”, ovvero investimenti soprattutto in infrastrutture, debiti e prestiti consolidati. Le figure principali sono Howard Marks e Bruce Karsh, tra i fondatori del fondo. Secondo i dati di settembre 2022, la società gestisce 163 miliardi di dollari e la sua clientela comprende 73 dei 100 maggiori piani pensionistici statunitensi, nonché fondi pubblici, fondazioni, società societarie e assicurative, fondi di dotazione e fondi sovrani. Per quanto riguarda gli investimenti nel calcio, oltre all’Inter, Oaktree nel 2020 ha acquisito il 100% delle azioni dei francesi del Caen, squadra di Ligue 2, insieme al produttore audiovisivo Pierre-Antoine Capton. Steven Kaplan, uno dei co-fondatori, è co-proprietario dello Swansea e azionista di minoranza dei Memphis Grizzlies nella NBA.

Oaktree entra nell’Inter: che conti troverà?

Cominciamo subito col dire che il fondo farà un affare, ma non esattamente a costo zero. Se è vero, infatti, che riscuoterà il 99,6% delle azioni del club per soli 275 milioni (il prestito del 2021, salito a 385 con gli interessi), lo è anche che erediterà un bond da 415 milioni emesso nel febbraio 2022, a sua volta per coprire quello di 375 stipulato per coprire i “buchi” di Moratti e Thohir.

La situazione patrimoniale del club, insomma, va rimessa a posto, ma è anche vero che l’ottimo lavoro della triade Marotta-Antonello-Ausilio ha sensibilmente abbassato le spese gestionali. Il bilancio 2023/24 verrà approvato solo il 30 giugno, ma le stime parlano di un passivo di -50: il break even è ancora lontano, ma se si guarda al recente passato (-102,4 nel 2019/20, -246 nel 2020/21, -140 nel 2021/22, -85 nel 2022/23, per un totale di -623,4 in cinque anni) si nota come le spese siano diminuite parecchio, peraltro con ottimi risultati sportivi a corredo. Oaktree, inoltre, dovrà versare un indennizzo a Suning quantificato tra i 150 e i 300 milioni, per via di un atto disciplinato dalla legislazione del Lussemburgo e basato sul concetto del “Fair Market Value”. L’appropriazione dei beni dati in pegno da parte del creditore, infatti, deve essere obbligatoriamente preceduto da una stima “all’equo valore di mercato”: laddove il loro valore risultasse superiore all’ammontare del credito (ed è il caso dell’Inter), quest’ultimo dovrà rimborsare la parte eccedente.

Futuro Inter: scenari societari e tecnici nell’immediato futuro

Passiamo ora a ciò che più interessa i tifosi, ovvero cos’accadrà all’Inter calcistica. Certezze assolute, per evidenti motivi, non ce ne sono, ma possiamo già dire che il progetto tecnico non subirà violenti scossoni. La dirigenza attuale sarà confermata almeno per i prossimi mesi, in attesa di capire quali saranno le mosse del Fondo. Un manager che ben conosce Oaktree, citato dal Corriere della Sera, conferma che Marotta e Antonello avranno ampia autonomia, ovviamente nel rispetto di alcuni paletti finanziari. Il Fondo punterà poi a mantenere la competitività sportiva del club, fondamentale per non perdere appeal di fronte ai potenziali acquirenti.

I tifosi, insomma, non dovrebbero preoccuparsi troppo, perché i Fondi (come si è visto con Elliot al Milan) non fanno spese pazze, ma nemmeno affossano le loro creature: il lavoro di Marotta e Ausilio sarà così fondamentale, perché toccherà a loro (come prima, del resto) amministrare al meglio le risorse a disposizione. Nel discorso rientrano anche i rinnovi di contratto, destinati a procedere come deciso in precedenza: Inzaghi e Barella firmeranno presto e anche su Lautaro, il più oneroso di tutti, si respira ottimismo. Il tanto temuto smantellamento (o instabilità, per citare le parole di Zhang) non ci sarà, il resto si vedrà solo con il tempo, anche se è abbastanza evidente che le valutazioni subiranno dei cambiamenti. Il caso Maldini, licenziato in tronco un anno dopo lo scudetto, insegna come i fondi guardino soprattutto ai numeri, non certo alla storia o ai rapporti umani, dunque la “famiglia Inter” (Marotta dixit) potrebbe non rivelarsi più tale.

(Ultimo aggiornamento: ore 15.15 di mercoledì 22 maggio).

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