Chi per continuare a vincere, chi per iniziare a farlo. Il sabato di campionato ci regala anticipi a tutte le ore e l’obiettivo, fatalmente, si sposta verso la parte alta della classifica. Il primo in ordine cronologico (ore 15) sarà Crotone-Inter, poi, dopo l’aperitivo delle 18 (Fiorentina-Bologna), sarà tempo di cenare con Roma-Verona (ore 20.45). Sulla carta nerazzurri e giallorossi non dovrebbero avere troppi problemi, il campo però ci ha insegnato come nulla vada dato per certo, tanto più con squadre ancora in costruzione e dunque più inclini a cadere nelle trappole. La curiosità sta soprattutto nel vedere a che punto sono i lavori in corso e il discorso, pur se con premesse differenti, vale per entrambe.
L’Inter sin qui ha tenuto un cammino pressoché perfetto: 3 vittorie in altrettante partite, 8 gol fatti e uno solo subito. Percorso netto dunque, che è valso un primato in classifica a punteggio pieno ancora troppo parziale per significare qualcosa, eppure indicativo di una virata decisa rispetto al recente passato. Ora però bisogna proseguire su questa strada, senza farsi distrarre dai complimenti della critica o dall’entusiasmo dei tifosi. “Non dobbiamo commettere l’errore di sentirci superiori al Crotone o di essere presuntuosi – ha ammonito Spalletti. – Per diventare grandi bisogna giocare al massimo tutte le partite, ogni punto è importante ed è fondamentale scendere in campo per portare a casa il risultato. Conosco bene Nicola, mi aspetto impegno, attenzione e voglia da parte di tutti”. Messaggio forte e chiaro quello del tecnico nerazzurro, che non ha nessuna intenzione di fermarsi proprio ora che la strada giusta sembra essere stata intrapresa.
Due i dubbi che Spalletti si porta nella “pancia” dello Scida, a centrocampo e sulla trequarti. L’imminente turno infrasettimanale infatti induce a progettare un minimo di turnover, ecco perché Borja Valero potrebbe partire dalla panchina. Il 4-2-3-1 nerazzurro vedrà Handanovic in porta, D’Ambrosio, Miranda, Skriniar e Dalbert in difesa, Gagliardini e Vecino a centrocampo, Candreva, Joao Mario (in ballottaggio con Brozovic) e Perisic sulla trequarti alle spalle dell’unica punta Icardi.
Nicola, ancora a secco di vittorie in questo campionato, proverà il colpaccio con il classico 4-4-2 con Cordaz tra i pali, Sampirisi, Ceccherini, Cabrera e Martella nel reparto arretrato, Rohden, Barberis, Mandragora e Stoian in mediana, Trotta e Budimir in attacco.
In serata, come detto in precedenza, toccherà invece alla Roma e qui non c’è pericolo di cali di tensione, anzi: il clima sulla sponda giallorossa del Tevere è già piuttosto infuocato. La sconfitta con l’Inter pre-sosta aveva acceso un campanello d’allarme, il pareggio sofferto con l’Atletico Madrid non ha fatto altro che farlo suonare ancora più forte. Dopo il match sono arrivate le dichiarazioni piccate di Dzeko (“là davanti sono troppo solo, ho capito che sarà una stagione difficile”) e il dibattito sulla reale consistenza del progetto Di Francesco è letteralmente esploso. “Non mi sono piaciute le sue parole – ha replicato senza mezzi termini il tecnico. – Deve capire che bisogna sacrificarsi, so io come gestire la tattica e il suo ruolo. Ora pensiamo al Verona, sappiamo di essere superiori ma dovremo stare attenti a non sottovalutarlo: viene da una bruttissima sconfitta e avrà grande voglia di rivalsa”.
Se per l’Inter il turnover è un’opzione per la Roma, reduce dalle fatiche europee, è praticamente obbligatorio. Di Francesco dovrebbe lasciar fuori Bruno Peres, De Rossi, Perotti e uno tra Strootman e Nainggolan, con l’olandese maggior indiziato al riposo rispetto al belga. Il 4-3-3 giallorosso vedrà dunque Alisson in porta, Florenzi, Manolas, Juan Jesus e Kolarov in difesa, Nainggolan, Gonalons e Pellegrini a centrocampo, Defrel, Dzeko ed El Shaarawy in attacco. Pecchia, già traballante dopo lo 0-5 con la Fiorentina di domenica scorsa, risponderà con lo stesso sistema con Nicolas tra i pali, Caceres, Heurtaux, Ferrari e Souprayen nel reparto arretrato, Zuculini, Buchel e Bessa in mediana, Romulo, Pazzini e Verde nel tridente offensivo.