E al quarto tentativo Mancini fa centro. L’Inter vince a Verona e il tecnico di Jesi trova il primo successo della sua avventura nerazzurra (bis). Tre punti fondamentali quelli del Bentegodi, per la classifica (ora il terzo posto dista 6 punti) e per il morale. Perché dopo il tonfo della scorsa settimana contro l’Udinese, un altro passo falso sarebbe stato fatale per le ambizioni nerazzurre. Invece l’Inter ha saputo segnare, soffrire e gestire la partita: una prestazione da squadra, peraltro contro un avversario in serie positiva da 5 giornate.
“La vittoria era importante, ci permette di avvicinarci in classifica e di prendere un po’ di confidenza – le parole di Mancini. – Sono soddisfatto anche perché non abbiamo preso gol e perché i ragazzi eseguono bene ciò che facciamo in allenamento. Ora ci aspetta la Lazio, altro match da vincere per crescere ancora”. Poi arriverà la sosta natalizia e, subito dopo, il mercato di gennaio. Da cui il Mancio si aspetta molto, come sottolineato anche ieri sera.
“Al momento il 4-3-1-2 è uno dei pochi moduli che possiamo fare – il suo pensiero. – Resto però convinto che avere delle ali offensive renda una squadra molto più pericolosa e competitiva…”. Niente Balotelli insomma (peraltro ieri la Curva nerazzurra ha ripetutamente espresso il proprio dissenso sulla possibile operazione), sì a un esterno “pesante” tipo Cerci o Lavezzi, tanto per intenderci. Staremo a vedere, intanto il tecnico di Jesi deve trovare i risultati con gli uomini a disposizione.
Il 4-3-1-2 di ieri sera ha visto D’Ambrosio al posto di Dodò e la coppia Icardi-Palacio là davanti, supportata da un Kovacic finalmente convincente. E’ stato proprio il croato a sbloccare la partita dopo che Handanovic, qualche minuto prima, era stato strepitoso su un colpo di testa di Paloschi. Gol sbagliato gol subito, la più antica legge del calcio ha colpito ancora, seppur per grosse responsabilità della difesa clivense che ha lasciato il 10 nerazzurro libero di battere Bizzarri con un destro ravvicinato.
Là è venuta fuori la capacità di soffrire, finora sconosciuta. Il Chievo ha sì sfiorato il pari con Meggiorini (ancora bravissimo Handanovic) e Sardo (traversa) ma l’Inter ha retto bene il campo, rendendosi più volte pericolosa. E quando Ranocchia, in apertura di secondo tempo (56’), ha incrociato con un sinistro al volo da attaccante, si è capito che poteva essere la serata giusta. La certezza è arrivata al 73’: Botta, appena entrato per l’assalto finale, si è fatto espellere per proteste.
E così l’ultimo quarto d’ora è scivolato liscio verso una vittoria importantissima, forse persino fondamentale. Il terzo posto resta lontano ma non irraggiungibile. E domenica prossima il calendario offrirà il match contro la Lazio, attualmente sul gradino più basso del podio assieme alle genovesi. La ruota insomma può ancora girare, a Mancini il compito di pilotarla nel verso giusto.