Avanti verso i rispettivi obiettivi. Inter e Juventus archiviano il sabato di A con due vittorie importanti, che potrebbero pesare parecchio sia in chiave scudetto che Champions. I successi su Cagliari (3-1) e Lecce (2 1) non determinano nulla, ma mettono tanta pressione sulle spalle delle inseguitrici. Il Napoli di Conte anzitutto, costretto a battere l’Empoli per restare in scia a Inzaghi, ma anche Atalanta, Bologna, Lazio, Roma e Fiorentina, alle prese con una corsa Europa sempre più avvincente. Atalanta-Bologna (ore 12.30), poi, è un vero e proprio spareggio, così come il derby della Capitale (20.45): nulla di interlocutorio, insomma, perché dopo questa giornata la classifica sarà certamente diversa.
Inter – Cagliari 3-1: i nerazzurri fanno il loro dovere e scappano a +6 sul Napoli
Massimo risultato col minimo sforzo. Missione compiuta per l’Inter, che blinda il primo posto almeno per un’altra giornata, risparmiando anche qualche energia in vista della sfida col Bayern Monaco di mercoledì. L’Inter ha provato a indirizzare subito il match sui binari giusti e ha avuto una grande chance dopo appena 8 minuti con Lautaro, ma il suo sinistro ha colpito solo l’esterno della rete. I nerazzurri hanno avuto però la pazienza di aspettare ancora qualche minuto e al 13’ sono passati in vantaggio con Arnautovic, bravo a battere Caprile con un gran sinistro sotto la traversa. Il Cagliari non si è demoralizzato e, anzi, dopo l’1-0 ha iniziato a crescere. Al 25’ Piccoli ha avuto un’enorme occasione per pareggiare a tu per tu con Sommer, ma l’ha sprecata, esaltando il portiere svizzero. E la più antica legge del calcio ha colpito subito dopo: invenzione di Arnautovic per Lautaro e pallonetto morbido alle spalle del portiere rossoblu, per il raddoppio interista (26’).
In apertura di ripresa, il Cagliari ha accorciato subito le distanze con Piccoli di testa (48’), ma questa volta l’Inter non ha ripetuto l’errore di Parma e ha immediatamente cercato di ristabilire le distanze. Caprile ha negato il gol a Dimarco, ma pochi secondi dopo s’è dovuto arrendere allo stacco imperioso di Bisseck, bravissimo a svettare su Mina e a trovare il 3-1 (55’). Nel finale i ragazzi di Nicola hanno provato l’arrembaggio, approfittando di un calo fisico dell’Inter. L’occasione più grande è capitata ancora a Piccoli, che ha raccolto un assist di Luvumbo e ha calciato a botta sicura, ma De Vrij ha salvato sulla linea. È stato l’ultimo brivido per Inzaghi, che ora potrà concentrare tutte le energie sulla sfida di mercoledì contro il Bayern Monaco.
Inzaghi: “Tenevamo tanto a questa gara, mercoledì non dovremo gestire nulla”
“Tenevamo tanto a questa gara, abbiamo fatto bene – ha esultato Inzaghi -. Dopo la distrazione del 2-1 la squadra è rimasta concentrata. C’è tanta fatica dietro il nostro percorso ma siamo orgogliosi, a oggi abbiamo fatto 49 partite mentre l’anno scorso siamo arrivati a 48 in tutta la stagione. Andremo avanti cercando di alternare i giocatori più importanti, non abbiamo altra scelta. Abbiamo tanta fiducia in vista di mercoledì, giochiamo con una squadra fortissima. Non ci sarà nulla da gestire nonostante la vittoria dell’andata, loro sono tra i 3-4 più forti al mondo, servirà una grande prestazione per andare in semifinale. Kompany ha detto che abbiamo festeggiato troppo? No, mi sono complimentato con la squadra nello spogliatoio e ho detto che era solo il primo tempo, non ho visto queste grandi esultanze”.
Juventus – Lecce 2-1: Tudor sale al terzo posto nonostante la sofferenza finale
Sabato di festa anche per la Juventus, salita al terzo posto grazie al 2-1 sul Lecce, ovviamente in attesa di Atalanta-Bologna di oggi. A caccia di punti pesanti per la zona Champions, Tudor ha schierato Koopmeiners titolare insieme a Yildiz alle spalle di Vlahovic, confermando Nico Gonzalez e McKennie sulle corsie. Scelte vincenti, perché è stato proprio l’olandese a sbloccare la partita dopo appena 2’, battendo Falcone con un bel sinistro su assist di Vlahovic. Il Lecce ha risposto subito con Krstovic, che ha colpito il palo di destro e ha poi impegnato Di Gregorio dopo un errore in uscita di Nico Gonzalez. Dall’altra parte, Vlahovic ha sprecato una buona occasione calciando alto dopo un’incursione di Yildiz. Padrona del centrocampo, la Juve ha continuato a spingere sfiorando il gol con Veiga, Locatelli e McKennie. Il raddoppio è poi arrivato al 33’ con Yildiz, al termine di una splendida azione di prima sull’asse Thuram Vlahovic, finalizzata al meglio dal turco. Sembrava il preludio a un secondo tempo tranquillo e sereno, e in parte è stato così. La spinta bianconera è però calata, quasi la Signora preferisse gestire il 2-0 piuttosto che cercare il terzo gol. Intorno all’ora di gioco, con la squadra un po’ sulle gambe, Tudor ha inserito Cambiaso, Weah, Kolo Muani e Conceiçao al posto di McKennie, Koopmeiners, Vlahovic e Nico Gonzalez. Le sostituzioni non hanno però dato la spinta sperata e il finale si è acceso: dopo un sinistro di Cambiaso neutralizzato da Falcone, Baschirotto ha riaperto la gara di testa all’87’ sugli sviluppi di un calcio piazzato. Nei minuti di recupero Helgason ha sfiorato il pareggio, facendo tremare lo Stadium. Che alla fine ha potuto esultare, per tre punti fondamentali nella corsa Champions.
Tudor: “Buona partita, ma abbiamo finito male e i cambi non mi sono piaciuti”
“I cambi non mi sono piaciuti – ha dichiarato Tudor senza giri di parole -. L’ho detto anche nello spogliatoio, con 5 sostituzioni si cambia mezza squadra e bisogna essere pronti. Capisco tutto perché sono stato giocatore anche io, ma bisogna crescere in fretta. Comunque non dobbiamo essere scontenti, ma prenderla come una lezione. A Koopmeiners serviva un gol, ha fatto una bella gara, vedo una gamba diversa da prima e anche la testa, è sulla buona strada. Vlahovic ha fatto una gara di sacrificio, gli è mancato solo il gol: di solito li fa, questa volta purtroppo è andata così. Dal punto di vista psicologico sono arrivato in un brutto momento, su quello fisico dipende dalle richiese di un allenatore. Per il calcio che piace a me, con ritmo, ci vuole una preparazione fisica particolare, poi si può vincere in tanti modi e ognuno sceglie il suo. Futuro? Rispondo sempre uguale: sto bene, sono felice di allenare la Juventus e mi preparo per il prossimo allenamento”.
Lazio – Roma (ore 20.45, Dazn)
Un derby che pesa come un macigno. La sfida tra Lazio e Roma numero 201 della storia (164 in Serie A) vale doppio: da un lato la supremazia cittadina, importantissima anche in un’amichevole, dall’altra i punti in classifica, per quello che è diventato uno scontro Champions del tutto inatteso. In pochi, infatti, pensavano che le due romane potessero arrivare al derby di ritorno staccate di soli due punti, visto e considerato che il vantaggio laziale, a un certo momento della stagione, era arrivato a ben 16 lunghezze. Poi però i ruoli si sono invertiti: i biancocelesti hanno iniziato a perdere quota e i giallorossi, complice lo straordinario lavoro di Ranieri, si sono avvicinati pericolosamente, fino all’aggancio di due settimane fa.
L’ultimo weekend ha rimesso Baroni davanti, ma le cose possono ancora cambiare. Ad aggiungere ulteriore pepe alla sfida ci si metterà anche Atalanta-Bologna, di scena alle 12.30: Lazio e Roma scenderanno in campo sapendo già il risultato, il che aumenterà il carico di pressione. Difficile prevedere l’andamento del match, perché i fattori sono davvero tanti. Baroni gioca in casa e questo ha sempre il suo peso, ma è reduce dalla brutta sconfitta di Bodo che ha tolto entusiasmo ed energie, mentre Ranieri ha potuto preparare la partita al meglio, senza distrazioni di alcun tipo. Nella mente della Lazio potrebbe pesare l’Europa League, visto e considerato che giovedì prossimo ci sarà la gara di ritorno, così come il precedente dell’andata, quando fu sconfitta nonostante i favori del pronostico, dando il là alla rimonta giallorossa. Va anche detto che i biancocelesti ci hanno abituato a reazioni importanti, non ultima quella di domenica scorsa a Bergamo, così come che la Roma ha grandi difficoltà negli scontri diretti, come si è visto, almeno in parte, anche contro la Juventus. Gara imprevedibile, insomma, con una sola certezza: il treno per la Champions passa da qui e solo una delle due riuscirà a stargli dietro.
Baroni: “Mai visto un derby così vicino a una gara di coppa, ma niente alibi”
“Non credo che storicamente ci sia mai stato un derby così vicino a una partita di coppa – ha polemizzato Baroni -. Non fa niente, una partita così si può giocare anche dopo un’altra gara, è talmente straordinaria che ci sarà tutta l’energia immaginabile, i tifosi ci aiuteranno ancora di più. Se faccio un’analisi nelle ultime 15 partite la Roma ha sei punti in più dell’Inter, ha la miglior difesa e il miglior attacco. In questo momento sono i più bravi di tutti, ma noi saremo lì con la determinazione per batterli. L’entusiasmo e la gioia non devono mai mancare nel calcio e in una mia squadra, bisogna sentire il dolore fisico quando si perdono le partite. Giovedì ho detto che vedremo un’altra partita rispetto a quella in Norvegia, non è un alibi, ma lì le condizioni erano sfavorevoli a noi. Sono convinto che, al di là del poco tempo, avremo tutte le energie per disputare la partita”.
Ranieri: “Sarà il mio ultimo derby, faremo di tutto per vincerlo”
“Difficile dire quali siano i reali valori – ha ammesso Ranieri -. La Roma ha passato determinate vicissitudini, la Lazio non era stata presa in considerazione da nessuno, Baroni sembrava un gran ripiego, invece sta facendo un grande campionato e sta meritando quella che è la classifica. Noi stiamo facendo tutto in rincorsa, sono le ultime 7 partite e spingeremo il massimo, dobbiamo dare tutto e poi raccoglieremo quello che siamo stati capaci di fare. Sappiamo che la Lazio gioca un calcio corale, verticale, dove spingono in molti, siamo consapevoli di ciò che ci aspetta. Io quando sono arrivato ho sempre detto che metto la squadra in campo per cercare di vincerla e lo farò anche domenica, poi questo non significa che ci riusciremo. L’ambizione è fare il massimo, a me piace fare le cose sottovoce ma con la voglia di voler fare il massimo. Poi starà anche alla Lazio vedere quello che è in grado di fare… Se è il mio ultimo derby come allenatore? Sì, ho detto che smetto. Vieira al mio posto? Non ne parlo…”.
Lazio – Roma, le probabili formazioni
Lazio (4-2-3-1): Provedel; Marusic, Gila, Romagnoli, Pellegrini; Guendouzi, Rovella; Isaksen, Dia, Zaccagni; Castellanos
In panchina: Mandas, Furlanetto, Gigot, Provstgaard, Hysaj, Lazzari, Basic, Vecino, Dele-Bashiru, Tchaouna, Belahyane, Pedro, Noslin
Allenatore: Baroni
Indisponibili: Patric, Ibrahimovic, Tavares
Squalificati: Nessuno
Roma (3-4-2-1): Svilar; Mancini, Hummels, Ndicka; Saelemaekers, Koné, Paredes, Angelino; Soulé, Pellegrini; Dovbyk
In panchina: Gollini, De Marzi, Celik, Nelsson, Rensch, Cristante, Baldanzi, El Shaarawy, Pisilli, Sangaré, Gourna-Douath, Salah-Eddine, Shomurodov
Allenatore: Ranieri
Indisponibili: Abdulhamid, Dybala
Squalificati: Nessuno
Atalanta – Bologna (ore 12.30, Dazn)
Il big match che non t’aspetti andrà in scena al Gewiss Stadium, tra un’Atalanta sorprendentemente in crisi e il lanciatissimo Bologna. Fino a tre settimane fa, infatti, si parlava della Dea in chiave scudetto, poi sono arrivate le brutte sconfitte con Inter, Fiorentina e Lazio, tutte senza segnare neanche un gol e i nerazzurri si sono ritrovati addirittura coinvolti nella corsa Champions. Il pericolo di essere risucchiati dalle inseguitrici è evidente, tanto che oggi, per la prima volta dopo mesi, la squadra di Gasperini scenderà in campo da quarta in classifica, con la possibilità di ritrovarsi addirittura quinta in caso di sconfitta.
A Bergamo, ovviamente, non vogliono fasciarsi la testa prima di essersela rotta, ma è chiaro che qualcosa si è spezzato in quel meccanismo quasi perfetto mostrato per tanto tempo. Cosa? Le teorie sono tante, a cominciare da quella relativa a Gian Piero Gasperini. Le sue dichiarazioni di qualche tempo fa, in cui annunciava il possibile (probabile?) addio a giugno, hanno evidentemente lasciato un segno, ma è anche vero che prima era arrivata la scintillante vittoria di Torino. Più probabile, insomma, che il crollo sia coinciso con la fine del sogno scudetto, quasi l’Atalanta non riuscisse più trarre stimoli da una “semplice” corsa Champions.
In casa Bologna, ovviamente, è tutto diverso. L’entusiasmo è alle stelle, ma ridurre la cavalcata rossoblu (sei vittorie e un pareggio nelle ultime sette, compresa la vittoria di Empoli in Coppa Italia) solo a questo sarebbe un grave errore. La qualità di gioco è evidente, così come il momento magico di gran parte della rosa: affrontare Italiano è complicato, tanto che qualcuno ha già tirato fuori la metafora del dentista, per anni esclusiva del solo Gasperini. La gara odierna, insomma, potrebbe anche rappresentare un passaggio di consegne tra la sorpresa del passato e quella del presente, oppure ribadire le “vecchie” gerarchie.
Italiano: “Non mi fido dell’Atalanta, ma noi siamo una squadra matura”
“La partita racconta che in questo momento ci si gioca un posto di alta classifica e quando è così la sfida è per forza molto difficile – il pensiero di Italiano -. Non mi fido dell’Atalanta, solo a Firenze non è stata arrembante come al solito mentre con Lazio e Inter il filo tra vittoria e sconfitta è stato sottile, è una squadra che può far male, ma se vogliamo stare in quelle zone di classifica dobbiamo fare prestazione di livello e avere una grande continuità di risultati. Abbiamo un calendario pesante e tosto, contro chiunque andremo ci sarà da giocarsi qualcosa, ma ho una squadra matura: ci vorrà supporto di tutti, chi parte, chi subentra e questo deve fare la differenza”.
Atalanta – Bologna, le probabili formazioni
Atalanta (3-4-1-2): Carnesecchi; Djimsiti, Hien, Kolasinac; Cuadrado, Ederson, De Roon, Zappacosta; Pasalic; Retegui, Lookman
In panchina: Rui Patricio, Rossi, Toloi, Kossounou, Ruggeri, Samardzic, Bellanova, Brescianini, Maldini, Vlahovic
Allenatore: Gasperini
Indisponibili: Scalvini, Scamacca, Posch, Palestra, De Ketelaere
Squalificati: Nessuno
Bologna (4-2-3-1): Ravaglia; Holm, Beukema, Lucumì, Lykogiannis; Freuler, Pobega; Orsolini, Odgaard, Ndoye; Castro
In panchina: Bagnolini, De Silvestri, Miranda, Erlic, Casale, Moro, El Azzouzi, Fabbian, Aebischer, Cambiaghi, Dominguez, Pedrola, Dallinga
Allenatore: Italiano
Indisponibili: Calabria, Ferguson, Skorupski
Squalificati: Nessuno