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L’inquinamento dell’aria preoccupa i medici. Appello al ministro dell’Ambiente per la nuova direttiva Ue

I medici ambientali chiedono al ministro Pichetto Fratin di sollecitare l’approvazione delle nuove norme europee. Il 97% della popolazione europea si ammala a causa dello smog

L’inquinamento dell’aria preoccupa i medici. Appello al ministro dell’Ambiente per la nuova direttiva Ue

La qualità dell’aria nei centri urbani europei è responsabilità delle istituzioni nazionali. Ma il Consiglio europeo deve dare via libera alla direttiva che aggiorna gli standard, per passare poi all’esame del Consiglio europeo. Le aspettattive sul nuovo provvedimento sono alte, sopratutto perché le patologie legate all’inquinamento disperso nell’aria non diminuiscono. Tra le novità introdotte dalla direttiva c’è la richiesta di risarcimento da parte dei cittadini che segnalano violazioni delle norme.

L’Italia ha zone dove i livelli inquinanti sono fuori controllo, nonostante le misure emergenziali che i sindaci sono costretti ad adottare periodicamente. La parte debole restano le politiche ambientali su scala nazionale. “Abbiamo bisogno di politiche ambientali che mettano finalmente la salute al centro, e il recepimento di questa direttiva è un passo cruciale in questa direzione”, dice Roberto Romizi, presidente di Isde Italia (Associazione medici per l’ambiente). L’organizzazione, cui aderiscono centinaia di medici, ha rivolto un appello al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin perché al prossimo Consiglio europeo solleciti i colleghi per una rapida approvazione della direttiva.

Milioni di europei sono ammalati

L’Isde dà il proprio supporto al recepimento della nuova direttiva, che è vista come passo fondamentale per affrontare l’emergenza sanitaria nazionale causata anche dall’inquinamento atmosferico. Le città soffocano e l’inverno è arrivato. Per i medici non bisogna sottovalutare nemmeno gli effetti sull’economia dei disastri urbani. Visite specialistiche, liste negli ambulatori, giornate di assenza dal lavoro, ricoveri, tutto pesa sui bilanci della sanità pubblica. Evidentemente le sole campagne di sensibilizzazione non bastano più. Secondo le stime, il 97% della popolazione urbana ormai respira aria che non rispetta gli standard di sicurezza. Ogni anno ci sono centinaia di migliaia di morti premature e costi per centinaia di miliardi di euro.

L’inquinamento colpisce in modo sproporzionato le persone più vulnerabili, inclusi bambini, anziani, donne incinte, e chi soffre già di patologie croniche. “Il recepimento della nuova direttiva è essenziale per ridurre rapidamente la sofferenza delle persone, prevenire malattie e risparmiare risorse economiche. È un impegno verso una società più sana e giusta, che non possiamo più rimandare” dice l’Isde. Con il recepimento da parte dell’Italia, aumenta la possibilità di ottenere tutti i benefici connessi alla riduzione delle malattie, aspetto non secondario in un Paese con un’alta percentuale di popolazione anziana

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