“La partita inizia adesso, la mozione sarà scritta la prossima settimana, ma c’è il progetto per il Paese noi non sappiamo se il futuro è maggioritario o proporzionale, abbiamo le nostro idee, ma dopo il 4 dicembre quel disegno di innovazione istituzionale è più debole, la forza delle nostre idee è il confronto con gli altri e allora vincerà chi sarà più forte in termini di progetti e proposte”. E’ un Matteo Renzi particolarmente energico quello che ha chiuso, con un lungo intervento, la kermesse programmatica del Partito Democratico al Lingotto di Torino, che lui stesso aveva aperto venerdì sera.
Dopo le dichiarazioni sulla nuova proposta del Pd in vista delle Primarie e della prossima partita elettorale, Renzi è anche passato all’attacco, soprattutto degli scissionisti del partito e, poi, del Movimento 5 Stelle: “Nelle scorse settimane oggettivamente qualcuno ha cercato di distruggere il Pd perché c’è stato un momento di debolezza innanzitutto mia. Ma non si sono accorti che c’è una solidità e una forza che esprime la comunità del Pd, indipendentemente dalla leadership: si mettano il cuore in pace, c’era prima e ci sarà dopo di noi e ora cammina con noi”.
Renzi ha poi rivendicato l’importanza del confronto e della vicinanza con gli “ultimi”, perché “questa è la sinistra, non chi canta bandiera rossa col pugno chiuso. Essere di sinistra non è rincorrere totem del passato lo diciamo a chi immagina che essere di sinistra è salire su un palco alza il pugno chiuso e canta bandiera rossa. Sono esponenti di una cosa che non c’è più a difendere i deboli. E’ un’immagine da macchietta non di politica”. E ha augurato buon lavoro a Orlando e Emiliano “perché non facciamo polemiche con nessuno e in particolare con i nostri compagni di squadra”.
Poi la stoccata ai grillini, difendendo la Raggi ma non Di Battista e Di Maio, contro i quali ha annunciato querele: “No alla giustizia di chi ha confuso la giustizia con il giustizialismo. La Costituzione dice che un cittadino è innocente fino a sentenza passata in giudicato. Sempre, non a giorni alterni. I processi si fanno nei tribunali, non sui giornali. Gli articoli sono del codice penale. Le condanne le emettono i giudici, non i commentatori. I leader del Movimento rinuncino alla loro immunità parlamentare e vengano in tribunale a rispondere alle nostre querele. Ci vediamo lì, con affetto e con gli avvocati”.
Non è mancato neanche un riferimento, con toni molto vigorosi, ai fatti di Napoli in occasione della visita di Salvini in città. Renzi ha duramente condannato il comportamento del sindaco De Magistris: “Non possiamo fare alleanze con chi non rispetta la legalità, non possiamo allearci con un sindaco che si schiera dalla parte di chi sfascia una città come Napoli per non far parlare un deputato, anche se questo è Salvini”.
Infine un ringraziamento al premier Paolo Gentiloni: “Bentornato a casa tua Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio: siamo felici di lavorare insieme a te”. E sulla legge elettorale: “Ci dobbiamo porre il tema di come si sta, ma è un tema che affronteremo da quello che accadrà sulla legge elettorale – ha spiegato ancora Renzi -. La prima alleanza che vale è con i cittadini che credono in noi. Non possiamo replicare modelli del passato se no è chiaro quello che vogliamo fare”.