E’ proprio l’industria, il fiore all’occhiello dell’economia italiana (e non solo), a trainare la ripresa. A certificarlo è il periodico Congiunturaref, curato da Ref Ricerche, secondo cui i dati relativi all’andamento dell’industria nella fase di uscita dai lockdown adottati da diversi paesi rivelano una ripresa più vivace delle attese. “Questa – secondo il report elaborato dagli economisti Marina Barbini, Fedele De Novellis, Valentina Ferraris e Luca Paolazzi – è una sorpresa positiva, considerando i diffusi timori che le interruzioni produttive in alcuni paesi potessero mandare in crisi le catene globali del valore, nelle quali l’attività di ciascuna impresa è strettamente legata all’operatività degli altri anelli della filiera”.
Il recupero però non è stato uniforme fra i paesi. Anzi è proprio l’industria italiana, che era stata fra le più colpite nelle settimane del lockdown, quella che ha registrato un recupero più marcato. Anche gli indicatori relativi alle tendenze di agosto-settembre confermano il miglioramento in corso. Le politiche hanno condizionato in maniera decisiva non solo la tempistica dell’interruzione e del riavvio della produzione, ma anche la strategia adottata dalle imprese per affrontare la crisi: il massiccio ricorso alla Cig ha portato a un adeguamento immediato della domanda di lavoro rispetto ai più bassi livelli della produzione. Il risultato è che sono stati protetti i livelli occupazionali.
Inoltre, secondo Ref, la contrazione delle ore lavorate, assieme alla caduta dei tassi d’interesse e dei costi dell’energia, ha permesso tutto sommato di salvaguardare nella maggior parte dei settori industriali i livelli della redditività. Dunque, anche dal punto di vista dei bilanci delle imprese il 2020, pur con tutte le difficoltà e le incertezze che ancora pesano sullo scenario, sta mostrando una relativa capacità di tenuta, specie se confrontato con le gravi recessioni del recente passato. Come negli usuali cicli economici, l’industria guida la ripresa, nel senso che trasmetterà impulsi espansivi anche ad altri settori. In questo caso ancora di più, visto che molti comparti del terziario restano invece ancora penalizzati dalle misure di contrasto dell’epidemia (turismo, viaggi aerei, ristorazione e pubblici esercizi, e alcuni segmenti del commercio al dettaglio).