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L’industria cade, la Borsa tiene. Bper decolla

Imagoeconomica

Cala l’euro, sprofonda la produzione industriale. Ma Piazza Affari abbozza un rimbalzo grazie ad alcune banche. L’indice avanza dello 0,2% attorno a 19.500 punti.

Contrastati gli altri mercati del Vecchio Continente. Parigi +0,1%, Madrid -0,6%. Piatta Francoforte, poco mossa Londra (+0,08%). Il governo tedesco non vede ragioni perché si arrivi prima delle elezioni europee di fine maggio a una decisione su una eventuale fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank. Lo dice a Reuters una fonte dell’esecutivo che smentisce così il settimanale “Wirtschaftswoche”. Il surplus commerciale tedesco è aumentato a sorpresa a dicembre a 19,4 miliardi.

L’euro si mantiene attorno a 1,13 sul dollaro, a ridosso dei minimi da due settimane, zavorrato dalle previsioni sul rallentamento della crescita economica nella zona euro e dall’ennesimo allarme sullo stato dell’economia italiana. La produzione ha registrato nel mese di dicembre una variazione negativa dello 0,8% su mese e -5,5% su anno, la peggiore dal dicembre 2012.

Stabile il Btp vicino ai massimi a 2,943%. Lo spread tratta a 284 punti.

Il petrolio Brent è scambiato a 61,5 dollari, in calo dello 0,2%. Saipem -0,41%, Eni +0,52%.

A sostenere Piazza Affari è la performance di alcune banche, a partire da Bper Banca: +8,29%, a 3,264 euro con volumi che a fine mattina sono più che doppi rispetto alla media mensile dell’intera seduta. La società ha comunicato stamattina i dati del trimestre e l’acquisto di Unipol Banca, pagata 220 milioni di euro in contante (0,4 volte il tangible book). L’operazione prevede anche la cessione di 1,3 miliardi di euro di crediti in sofferenza ad UnipolRec. Arretrano sia Unipol (-1,7%) che Unipol Sai (-1,3%). L’ad Carlo Cimbri ha detto che il gruppo salirà al 20% dell’istituto dall’attuale 15%. Il manager ha ribadito che “ci possono essere sinergie nel reciproco interesse, ma non vogliamo ricreare un conglomerato finanziario di banca e assicurazione”.

Avanza Unicredit (+1,8%). Fioccano le promozioni dopo i conti. Ubs ha ritoccato verso l’altro il target price a 15,20 euro da 15 euro. Stamattina Citigroup ha deciso di promuovere a Buy (da Hold) il giudizio. Mediobanca ha spinto il suo target price a 16 euro da 15 euro, giudizio Outperform confermato. Citi alza il giudizio a Buy. Société Générale abbassa il target price a 11 euro. Mediobanca lo alza a 16 euro.

Perde colpi Ubi Banca (-3%) dopo i conti del quarto trimestre con 215 milioni di euro di utile. Margine di interesse a 866 milioni di euro, di parecchio sotto le stime del consensus. Commissioni in linea con le previsioni a 391 milioni. Gli accantonamenti a fronte delle perdite sugli impieghi sono stati pari a 239 milioni di euro, venti milioni di più delle stime. Banco Bpm +0,3%. Poste italiane +1%.

Fiat Chrysler (-1,02%) stenta a riprendersi dopo mazzata subita ieri dopo i conti (-12%).  Barclays riduce il giudizio a Equal Weight, target a 15 euro da 18 euro. Morgan Stanley taglia il target a 22 euro da 23 euro, giudizio Overweight inalterato. In controtendenza si è mossa Jefferies che ha portato il target a 16 euro da 13 euro, Buy confermato.

Ferrari +0,51%: stamattina HSBC ha rafforzato la sua visione positiva portando il prezzo obiettivo a 130 euro da 125 euro. Resta Buy.

Enel -0,5%: Hsbc alza il giudizio a Hold.

Rallenta Tim: -1,8% di nuovo sotto 48 centesimi. Secondo il Daily Telegraph, Vivendi ha scritto al Cda di Telecom Italia sollevando riserve sui legami tra Paolo Scaroni, vicepresidente di Rothschild, ed Elliott in merito al mandato di Tim alla banca d’affari sullo spin-off della rete.

Nel resto del listino avanzano Piaggio (+3%), Gima TT (+4%) e Tinexta (+1,5%).

Astaldi cede l’1% dopo che il gruppo giapponese Ihi ha ufficializzato che non investirà nella società e non parteciperà al salvataggio lasciando come unico offerente Salini Impregilo che perde il 2%.

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