Il peso dell’India nel circuito economico mondiale continua ad aumentare. Negli ultimi venti anni l’economia indiana si è sviluppata ad un tasso medio annuo del 7,2% circa, quasi quadruplicando la sua dimensione. Un settimo della crescita mondiale registrata nel biennio 2016-17 è riconducibile al dinamismo dell’economia indiana, un contributo pari a meno della metà di quello attribuibile alla Cina ma, al tempo stesso, quasi analogo a quello congiuntamente determinato da Stati Uniti ed area euro.
La congiuntura recente si presenta favorevole ma lascia anche intravedere importanti criticità, a cominciare da uno strutturale disavanzo degli scambi con l’estero compensato però da un robusto afflusso di capitali. Modesta continua a risultare la dinamica degli investimenti privati, parzialmente compensata da un crescente afflusso di investimenti diretti dall’estero. Nella dinamica economica del Paese pesa la debolezza della domanda per consumi non primari, riflesso dell’ancora molto limitata presenza di una classe media.
Nel periodo più recente sono state realizzate importanti iniziative per rimuovere storici ostacoli ad un moderno processo di sviluppo: dal progetto (denominato Aadhaar) finalizzato a dare un’identità certa ad ogni cittadino indiano all’impostazione di una moderna architettura della tassazione indiretta.
Il circuito bancario costituisce uno degli aspetti di maggiore fragilità del sistema economico indiano. I problemi riguardano soprattutto gli istituti di credito pubblici, titolari del 90% dei crediti di difficile recupero. Per mutare in modo definitivo questo scenario le autorità da un lato hanno varato un ampio programma di ricapitalizzazione, dall’altro lato sono impegnate a riformare in profondità il settore e a riscrivere importanti capitoli della normativa.
Il peso dell’India nel circuito economico mondiale continua a crescere. Elaborando dati del Fondo Monetario Internazionale, infatti, si ricava che circa un settimo della crescita mondiale registrata nel biennio appena concluso è riconducibile al dinamismo dell’economia indiana. Il contributo di questo Paese è meno della metà di quello attribuibile alla Cina ma, al tempo stesso, è quasi analogo a quello congiuntamente determinato da Stati Uniti ed area euro.
Quanto appena evidenziato è conseguenza di un processo di sviluppo in atto da venti anni. Tra il 1999 e il 2008 l’India ha raddoppiato la sua dimensione economica (tasso di crescita medio annuo del 6,9%). Il ridotto coinvolgimento nella crisi internazionale del 2008-09 ha consentito nel decennio successivo di migliorare questo già considerevole risultato. Nell’insieme, l’economia indiana si è sviluppata in questi ultimi venti anni ad un tasso medio annuo prossimo al 7,2%, quasi quadruplicando la sua dimensione complessiva. Pur decisamente apprezzabile, questa dinamica di sviluppo è ancora lontana da quella conseguita dalla Cina nello stesso arco di tempo (9%). Se si considerano però solo gli ultimi cinque anni la differenza nella velocità di crescita risulta di fatto annullata (7,1% per entrambi).
Seppure la favorevole congiuntura economica e l’intenso processo di modernizzazione in corso sono argomenti rilevanti, il possibile raggiungimento (per non dire un “sorpasso”) dell’India nei confronti della Cina non è ancora ipotizzabile neppure in un futuro lontano.