EURO E SPREAD SOFFRONO LA CRISI GRECA
MILANO -1,7% , SEGNO PIU’ PER BANCA MPS
L‘euro è ai minimi dal 25 gennaio a quota 1,299 sul dollaro da 1,306 della chiusura di ieri sera. Intanto si è allargato di nuovo lo spread Btp-Bund a 399 bp. Stamane il Tesoro spagnolo ha collocato stamattina 4,07 miliardi di euro di obbligazioni governative con scadenze comprese tra 2015 e 2019 ad un tasso del 3,32%, in rialzo dal precedente 2,86%. Il bono spagnolo a dieci anni rende il 5,49% (+11 punti base), soffre anche il Btp decennale (5,81% +12 punti base). E torna a soffrire anche il Btp decennale, con il rendimento in rialzo di 11 punti base al 5,79%. Lo spread con il Bund sfiora di nuovo i 400 punti. Tornano, infine, a scendere le Borse in tutta Europa: a Milano l’indice FtseMib scende dell’1,75% a quota 16224. Londra perde lo 0,7%, Francoforte -1,1%, Parigi lo 0,54%.
Ecco in sintesi le conseguenze dello stallo degli aiuti alla Grecia, di nuovo in alto mare dopo il nulla di fatto della conference call dell’Eurogruppo. Prende corpo l’ipotesi di un prestito ponte di 40 miliardi (sufficienti per l’ordinaria amministrazione ma soprattutto a ripagare il debito verso banche, assicurazioni e hedge fund da rimborsare a metà marzo per 14 miliardi) in attesa delle prossime elezioni che si terranno in un clima esplosivo.
Ieri sera è terminata con un nulla di fatto la conference call dell’Eurogruppo che aveva sostituito la riunione originariamente in agenda per fare il punto della situazione sulla Grecia. Le ultime indiscrezioni dicono che i Paesi Ue starebbero studiando la possibilità di fare slittare l’assegnazione del nuovo pacchetto di aiuti ad Atene a dopo le elezioni politiche greche. La sfiducia verso la classe politica greca è fortissima, nonostante i leader dei principali partiti che oggi sostengono il governo “tecnico” di Lucas Papademos abbiano sottoscritto una lettera alla Ue in cui si impegnano ad attuare la politica di austerity e riforme, qualunque sarà l’esito elettorale.
In Piazza Affari fioccano i brutti voti in pagella. Moody’s ha tagliato il rating di Eni -0,87% e Poste Italiane, e ha peggiorato l’outlook su Finmeccanica, come conseguenza del recente downgrade sovrano annunciato dall’agenzia sull’Italia. In particolare il rating di lungo periodo di Eni è stato portato ad A2 da A1 mentre quello di Poste Italiane è stato ridotto ad A3 da A2; in entrambi i casi l’outlook rimane negativo. Per Finmeccanica -2,64% il rating è confermato a Baa2 ma l’outlook è stato cambiato a negativo da stabile. L’indice è anche appesantito dal ribasso di Enel – 4,96% dopo il declassamento di JP Morgan a neutral da overweight.In calo anche Fiat – 3,24% dati negativi sulle vendite di auto in Europa a gennaio (-15,9%). Il titolo migliore è Prysmian, in rialzo dello 0,94% dopo la notizia che la società ha ottenuto una maxi commessa da 800 milioni di euro per realizzare un collegamento sottomarino fra l’Inghilterra e la Scozia. La gelata dei mercati raffredda la battaglie societarie in corso. Fondiaria -Sai -0,06%
PARTE IN RIBASSO POI RECUPERA,
UNIPOL PERDE IL 3,44%
La Consob ha deciso di avviare una serie di audizioni di tutti i protagonisti della vicenda che riguarda il destino della dissestata compagnia di assicurazioni oggi della famiglia Ligresti. Generali cede il 2,4%. Impregilo scende dell’1,4% nonostante la notizia che il gruppo Salini ha aumentato la sua partecipazione al 20% dal 15%, a conferma che si avvicina la resa dei conti in società e l’eventuale Opa. Si raffredda anche l’attenzione su Parmalat -2,5% dopo le attenzioni in chiave d’Opa. L’unico titolo oggetto di manovre che resta in ascesa è Mps +1,3%. Scendono invece le altre banche: Unicredit -3,2%, Mediobanca -4,04%, Intesa -0,13%, BancoPopolare -2,5%, PopMilano -3,2%.