Lina Wetmuller, straordinaria regista di indimenticabili film, è morta all’età di 93 anni. Aveva esordito con Mimì metallurgico ferito nell’onore ma il film che l’ha consacrata nell’olimpo de è stato Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto. E’ stata la prima regista donna ad essere candidata all’Oscar come miglior regista per Pasqualino Settebellezze ma ha ottenuto la sua statuetta solo nel 2019 quando l’Academy Award le è stato conferito a titolo onorario.
Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich, questo era il suo vero nome, era nata il 14 agosto 1928, aristocratica e svizzera ma dal tipico e simpatico accento romano. Si era sposata con lo scenografo Enrico Job e a Roma ha vissuto in Piazza del Popolo, per tanti anni.
La sua passione per lo spettacolo si manifesta sin da quando giovanissima frequenta l’Accademia teatrale di Piero Sharoff e per un periodo segue come regista e animatrice del teatro dei burattini di Maria Signorelli. E’ stata prima regista televisiva (con Canzonissima per la Rai che faceva da scuola a tanti talenti) e già famosa cura la regia de Il giornalino di Gian Burrasca, lo sceneggiato tratto dal libro di Luigi Bertelli, una regia che fece storia e che lanciò come attrice, nel ruolo del terribile monello, Rita Pavone.
Il cinema arriva in seguito. Wertmuller è stata assistente alla regia di Federico Fellini fino quando cammina da sola e firma una serie di successi: Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973), Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), il film della candidatura all’Oscar Pasqualino Settebellezze (1976), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978).
I suoi attori preferiti sono stati Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, indimenticabile coppia di Travolti da un insolito destino…, il film poi riproposto da Guy Ritchie con Madonna e Adriano Giannini, il figlio di Giancarlo alla prova del fuoco.
Certo sarà difficile abituarsi alla sua mancanza, al suo sorriso anticonvenzionale, al suo originale sguardo sul mondo attraverso gli immancabili occhiali con montatura bianca. Ne aveva a decina ma tutti rigorosamente bianchi. Anche questo un vezzo per una grande regista che ha saputo dare alla commedia uno spessore anche drammatico, ironizzando con intelligenza sui difetti maschili e femminili e della società italiana.