Si consuma una giornata di nervosismo sui mercati in attesa dell’evolversi della situazione greca. Le Borse europee chiudono però in positivo e in evidenza si mettono soprattutto le piazze periferiche: il Cac sale dell’1,02%, l’Ibex del 2,12%, il Dax dello 0,63%, il Ftse 100 dello 0,5% e il Ftse Mib dell’1,36%, trainato dai bancari. Lo spread Btp-bund, infatti, dopo essere risalito poco sopra quota 400, si è riportato a quota 388 punti base, allentando la tensione anche sui titoli del credito. Ma hanno rimbalzato anche le banche francesi, al centro delle settimane scorse di nuovi timori di insolvenza e ricapitalizzazioni.
A far cambiare rotta ai listini la notizia poco prima della chiusura per cui la Bce sarebbe pronta a riaprire le aste di rifinanziamento a 12 mesi. Dopo una partenza positiva sulla scia delle dichiarazioni rassicuranti del G20, i mercati hanno infatti invertito la rotta dopo la smentita sull’esistenza di un piano europeo sulla ricapitalizzazione delle banche e preoccupati che col week-end possano arrivare notizie negative sul fronte greco. Klaas Knot, il nuovo membro olandese del Consiglio direttivo della Bce, ha infatti dichiarato che un default della Grecia “e’ uno degli scenari” per il Paese. Mentre Moody’s ha tagliato il rating di sei banche greche. Nel corso della giornata, però, mentre le banche hanno messo in atto un generalizzato rimbalzo, le vendite sono state guidate soprattutto dai timori per la recessione (pesano qui anche i dubbi sulla locomotiva cinese) più che quelli per il rischio contagio del debito greco con industria e materie prime nel mirino. Continua a scendere anche l’oro nonostante la fase di tyensione sui mercati a 1.696 dollari a New York .
Mentre il greggio sperimenta una giornata volatile e il Wti tratta in leggero rialzo a circa 80 dollari al barile, l’euro chiude poco mosso a 1,3530 dollari dopo essere sceso a un minimo di seduta di 1,3415 a metà giornata: la moneta unica in flessione durante la giornata si è poi ripresa con il rimbalzo degli indici. Lo Yen è stabile sia sull’euro, a 103,21, che sul dollaro, a 76,28. A Wall Street, che aveva aperto in calo, il Dow Jones viaggia attorno alla parità (-0,08%) e il Nasdaq in rialzo dello 0,67%. Sul fronte societario McDonald’s Corporation ha approvato un incremento del dividendo trimestrale in progresso del 15% a 0,70 dollari per azione mentre Nike ha visto nel trimestre aumentare i ricavi del 18% e l’utile del 15%.
RIMBALZANO LE BANCHE
BANCO POPOLARE IN ROSSO
A trainare il rimbalzo di Piazza Affari sono le principali banche: Unicredit a +4,38%, Intesa Sanpaolo a +6,14%, Mps a 3,34%, Ubi a + 4,11% e Bpm a 6,98%. In rosso invece Banco Popolare (-3,04%) colpita dai timori su una ricapitalizzazione: un articolo del Financial Times lo aveva inserito tra le 16 banche europee che avevano bisogno di ricapitalizzare mentre indiscrezioni indicavano un anticipo della richiesta di rafforzamento del capitale da parte dell’European banking authority. Nel frattempo è arrivata la smentita dell’istituto: “Fermo restando che le notizie diffuse appaiono allo stato prive di fondamento e sono già state smentite dall’Eba, il Banco Popolare ricorda come abbia superato con ampio margine il valore di riferimento del 5% previsto dallo stress test europeo e non necessiti di alcun ulteriore aumento del capitale sociale”. E che nell’ambito del piano di grande banca popolare avviato dovrebbe arrivare entro l’anno un ulteriore beneficio sul core tier 1 di 30 punti base.
MALE GLI INDUSTRIALI
NATIXIS TAGLIA IL TP DI SAIPEM
Tra i titoli peggiori, protagonisti di sospensioni al ribasso, Tod’s (-5,37%), Prysmian(-4,22% ) e Autogrill (-3,05%). Saipem chiude in calo dell’1,19%, appesantita dalla revisione al ribasso da parte di Natixis del target price a 34 euro dal precedente 42 euro. La società ha però oggi firmato con la russa United Shipbuilding Cor un accordo di cooperazione esclusiva relativo allo sviluppo di progetti oil & gas nella Federazione Russa e in altri Paesi.
FINMECCANICA, DRS NON È IN VENDITA
MEDIASET TOCCA NUOVI MINIMI
Finmeccanica (+4,3%) ha beneficiato nella seduta delle indiscrezioni per cui il colosso europeo dell’aeronautica Eads potrebbe essere interessato a rilevare le attività della controllata statunitense Drs. Il gruppo italiano ha smentito tali indiscrezioni: «Drs non è in vendita – ha detto – mentre sono in vendita solo alcuni suoi asset no core, per un giro d’affari di 600 milioni». Forti vendite invece su Mediaset che continua a risentire delle tensioni sul Governo e che oggi ha toccato nuovi minimi per chiudere in calo dell’1,92%.