Dopo dieci anni di governo Pd, la Liguria cambia e sceglie un presidente di Regione di centrodestra: vince a sorpresa Giovanni Toti, candidato per il quale si sono riuniti Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e centristi di Area Popolare. La grande sconfitta è invece Raffaella Paita, candidata del Pd lanciata dal presidente uscente Claudio Burlando ed ex assessora nella sua Giunta. Il risultato finale è netto: Toti 34,7%, Paita 27,7%.
La Paita ha commentato la bruciante sconfitta con parole al veleno contro il candidato civatiano Luca Pastorino, che ottiene meno del 10% e un solo seggio in consiglio regionale, permettendo però non solo l’ascesa dei 5 Stelle, che incalzano il Pd, ma soprattutto la vittoria assolutamente sorprendente di Forza Italia (e soprattutto della Lega, che raccoglie la maggior parte dei voti destinati a Toti arrivando da sola al 20%): “La sinistra in Liguria e Luca Pastorino pensavano di far nascere un laboratorio di sinistra ma il risultato è stato modestissimo. C’è stata «un’operazione precostituita che aveva la velleità di prendere il 20% e di presentarsi come laboratorio. Hanno preso il 9% e quindi l’unico aspetto di respiro nazionale in questa operazione è che hanno rianimato un pò Berlusconi”, ha detto la Paita che ha anche parlato di “bertinottismo”, denunciando la tendenza – spesso in passato attribuita all’ex segretario di Rifondazione comunista, di “far perdere” il centrosinistra.
La Paita, in un’infuocata conferenza stampa, ha anche allontanato l’ipotesi di una grande coalizione con la nuova maggioranza di centrodestra, come aveva provocatoriamente insinuato l’ex avversario delle Primarie Sergio Coffertati: “La governabilità in Liguria è già segnata. Non c’è alcuna disponibilità a fare da spalla, noi non saremo alleati surrettizi o palesi della destra con questa Lega”. Pastorino da parte sua ha respinto le accuse: “Non ho sottratto voti, chi ha votato per me non avrebbe comunque votato per il Pd. Invece di lanciare strali, il partito rifletta su quello che è successo”.