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Liegi-Bastogne-Liegi: Valverde cerca il poker

Dopo il successo nella Freccia Vallone di mercoledì, Alejandro Valverde è il superfavorito per la vittoria nella Liegi-Bastogne-Liegi che si corre oggi sulle celebri alture delle Ardenne. Unico corridore ad aver vinto per ben quattro volte sul Mur d’Huy dove si conclude la Freccia Vallone, Valverde punta a un altro poker nella Doyenne, la più antica delle classiche-monumento, avvicinandosi al primato di Eddy Merckx che l’ha vinta cinque volte. Dietro di lui, i meglio gettonati sono Daniel Martin, il francese Julien Alaphilippe secondo l’anno scorso e Simon Gerrans, primo nel 2014. A differenza della Roubaix  e delle grandi classiche fiamminghe, terra di conquista di corridori come Cancellara o Boonen,  la Doyenne per le caratteristiche del percorso attrae anche corridori spesso protagonisti al Giro e al Tour come Chris Froome, costantemente assenti nella start-list sul pavé e sui muri. Valverde, tra i big delle corse a tappe, è quello che meglio si è espresso sulle infinite rampe delle Ardenne. Ma nella Liegi-Bastogne-Liegi si sono messi in luce anche Joaquim Rodriguez – due volte secondo preceduto da Andy Schleck nel 2009 e da Daniel Martin nel 2013 – e il nostro Vincenzo Nibali, a un soffio dalla vittoria nel 2012 beffato in volata da Maksim Iglinskij.

E Rodriguez e Nibali sono puntualmente oggi al via cercando di fare sulle Ardenne le belle imprese realizzate in un’altra classica-monumento, il Giro di Lombardia, centrato due volte dallo spagnolo nel 2012 e 2013 e dall’italiano nel 2015. Non è un caso che nell’albo d’oro  Doyenne e Lombardia abbiano podi simili dove ricorrono spesso i nomi degli stessi corridori. L’irlandese Daniel Martin, vincitore della Doyenne nel 2013, ha trionfato l’anno successivo nel Lombardia. Ci sarebbe stato un altro grande in questo genere di corse come Philippe Gilbert, ma il belga, trionfatore nel Lombardia del 2009 e 2010 e nella Doyenne 2011, ha dovuto rinunciare per le cattive condizioni di forma, dopo lo strano infortunio patito in allenamento – una strana aggressione che gli ha causato la frattura del dito. Manca Gilbert, ma torna sulla scena della Doyenne un calibro da 90 come Froome con propositi,  a quanto pare, finalmente bellicosi: marziano al Tour, il keniota-britannico ha sempre avuto un ruolo di pallida comparsa nelle rarefatte classiche cui ha partecipato. Una sola partecipazione alla Roubaix nel 2008 con un ritiro sui primi settori di pavé, Froome è alla sua quinta Doyenne con un modesto 36esimo posto nel 2013 come migliore risultato.

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