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Liegi-Bastogne-Liegi: Fuglsang stacca tutti, Nibali ottavo

Delude Alaphilippe, grande favorito della vigilia – Brillante secondo posto per Davide Formolo – Si ritirano Valverde e Daniel Martin

Liegi-Bastogne-Liegi: Fuglsang stacca tutti, Nibali ottavo

Ginevrino di nascita ma danese di nazionalità, lunghi anni di gregariato al servizio anche di Nibali e Aru quando vestivano i colori dell’Astana, Jacob Fuglsang a 34 anni compiuti lo scorso 22 marzo ha deciso di diventare quest’anno un top player del ciclismo mondiale. Gli mancava solo una grande vittoria per legittimare il suo ingresso nel club dei big del pedale. Ci ha provato sullo sterrato del Chianti a vincere la Strade Bianche, è arrivato terzo nella Gold Race di Pasqua, ci ha ritentato in cima al Mur d’Huy finendo secondo nella Freccia Vallone: a negargli il successo inseguito da tempo è sempre stato Julien Alaphilippe, per lui una sorta di incubo visto che l’ha battuto due volte in Toscana e mercoledì nella Freccia e che nella classica olandese della birra l’ha fatto perdere quando entrambi in fuga, a furia di curarsi in vista della volata, si sono fatti raggiungere dal gruppo trascinato da uno strepitoso Mathieu Van der Poel.

Ieri nella Liegi-Bastogne-Liegi, quarta classica-monumento di primavera, quando è scattato sull’ultima asperità della Cote de la Roche-aux-Faucons, a Fuglsang non deve essere parso vero che finalmente alla sua ruota non ci fosse più Alaphilippe, il grande favorito della gara dopo averla vinta l’anno scorso. Il francese cedeva di schianto di fronte all’azione perentoria del danese che stava facendo saltare il banco della Doyenne. Gli resistevano, ma solo per un breve tratto, solo l’italiano Davide Formolo e l’australiano Michael Woods.

A una dozzina di chilometri dall’arrivo Fuglsang faceva il vuoto involandosi verso una vittoria che vale una carriera. Formolo riusciva a difendere il secondo posto giungendo a 27” dal danese mentre Woods veniva assorbito da un drappello di inseguitori regolato in volata a 57” da Maximilian Schacmann. In questo gruppo c’era anche Vincenzo Nibali, sbarcato nelle Ardenne 24 ore dopo essere finito sul podio come terzo al Tour of the Alpes vinto dal russo Pavel Sivakov.

Lo Squalo, che nel 2012 ha sfiorato il successo nella Liegi arrivando secondo dietro il kazako Maksim Iglinskij, si è dovuto accontentare dell’ottavo posto. Ritenterà l’anno venturo perché la Doyenne, la “Decana delle classiche essendo nata nel 1892, è una corsa che piace al fuoriclasse italiano con i suoi 4mila metri di dislivello da superare, spesso avversata dal freddo e dalla pioggia come è stata l’edizione di ieri.

Nibali già brillante al Tour of the Alps, torna dalle Ardenne con la convinzione di essere sulla strada giusta per correre un grande Giro di Italia che partirà l’11 maggio. Fuglsang a parte, Nibali tra i big è stato di certo il più convincente. Alaphilippe è finito più staccato giungendo 16esimo a 1’29” dal vincitore. Peggio hanno fatto anche Greg Van Avermaet e Tom Dumoulin arrivati a oltre 6 minuti. Philippe Gilbert trionfatore nella Roubaix s’è piazzato 58esimo a 9’20”.

Molti, come è nella tradizione della Liegi, i ritiri: da sottolineare la resa di Daniel Martin e soprattutto quella di Alejandro Valverde, che quando mancavano poco più di cento km dall’arrivo, ha nesso piede a terra ed è salito sull’ammiraglia della Movistar fallendo l’obiettivo di un quinto successo che lo avrebbe portato a condividere con Eddy Merck il record di vittorie. +

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