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L’idrogeno europeo avrà la sua governance: la rete degli operatori farà a meno della burocrazia?

Nasce un nuovo organismo rappresentativo degli operatori dell’idrogeno. La partita politica sulla transizione energetica resta aperta

L’idrogeno europeo avrà la sua governance: la rete degli operatori farà a meno della burocrazia?

La serietà con la quale l’Europa affronta il passaggio a un nuovo sistema energetico è quasi proporzionale alla nascita di nuovi organismi. Le fonti rinnovabili sono sballottate nel campo delle buone intenzioni e delle promesse a destra e a sinistra. Ogni fonte viene esaminata di più e peggio che nei lavoratori scientifici per approdare alla fine a nuovi apparati. Si moltiplicano per rappresentare al meglio le parti in gioco. C’è un elenco aggiornato?

Nuovo sistema energetico e nuovi organismi

Come nelle migliori tradizioni di rappresentanza e di lobby, sono queste strutture a curare interessi e dettare le regole alla politica. Dopo le ultime elezioni europee il quadro si è complicato e le raccomandazioni di Mario Draghi arrivano contro tempo rispetto a scelte fatte qualche mese fa. Sta succedendo per l’idrogeno, la fonte libera in natura. Serve alla transizione ? Sì, allora andiamo a creare un nuovo organismo, l’European network of network operators for hydrogen (Ennoh). Raggrupperà tutti i gestori delle reti europee di trasporto – Transmission operator system (Tso). È una struttura nuova di zecca, prevista da una decisione di dicembre 2023 destinata a influenzare l’utilizzo e la diffusione della fonte. Evidentemente gli organismi già esistenti non garantiscono i migliori risultati per quel passaggio energetico e ambientale di cui parliamo e scriviamo.

Cos’è la democrazia energetica

La democrazia energetica si arricchisce, ma le rigidezze e le competizioni interne, viste in tante strutture simili, fanno venire grandi dubbi sulla loro efficienza. La burocrazia e i tecnicismi bloccanti sono una sventura asfissiante per un processo che ha bisogno di soldi, concordia, e visione. Non è facile demolire dubbi che annebbiano ogni prospettiva di cambiamento. L’ Acer, l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia, ha avviato una consultazione sulla bozza di statuto costitutivo dell’Ennoh e sulle procedure che regoleranno contratti, investimenti, sviluppo nei paesi dell’Ue. Dal 23 settembre al 21 ottobre dovranno arrivare le valutazioni sulla bozza, e dopo l’Acer avrà 4 mesi di tempo per valutarle e fornire un parere alla Commissione europea. L’Ennoh dovrebbe diventare operativa nel 2025, ma nessuno è in condizione di dire se la previsione è realistica. L’organismo deve assicurare la cooperazione tra le società di trasporto, ma la differenza tra la decisione di dicembre scorso e il domani sta nella composizione della nuova Commissione.

Quanto del Green Deal del 2019 sarà vigente e praticabile? Quali fonti saranno effettivamente sostenute dai 27 paesi dal punto di vista finanziario? Ricordate quella specie di tutto dentro, che è la tassonomia europea? Per l’idrogeno verde l’obiettivo è di produrne 10 milioni di tonnellate entro il 2030, al posto delle 20 mila tonnellate circa, prodotte attualmente. La sproporzione è altissima e il tempo per toccare quei livelli (oggi sempre più teorico) è di soli sei anni. E i soldi? Previsti 65 miliardi di euro per le reti e 40 per gli elettrolizzatori da costruire in Europa. Vanno benone, ma ci pensa il nuovo network degli operatori. Se saprà sfuggirà alla burocrazia e alla paraplegia di Bruxelles.

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